“La catanese SIBEG pronta a imbottigliare a Tirana a causa della tassa contenuta nella manovra 2020”, sono questi alcuni dei titoli allarmanti apparsi sui giornali italiani in questo inizio 2020.
Pare che la famiglia Busi, proprietaria dell’azienda SIBEG, che da sessant’anni circa produce, imbottiglia e distribuisce la tanto amata bevanda gassata, abbia deciso di chiudere i battenti in quel di Catania e delocalizzare in Albania, lasciando a casa centinaia di dipendenti della sede catanese.
SIBEG, che si definisce un vero e proprio “miracolo siciliano”, nasce in Sicilia nel 1960.
Nel 1976 viene rilevata dalla famiglia Busi, la quale con il “Gruppo Busi” è già imbottigliatore Coca Cola nelle marche e in Romagna. L’azienda negli anni cresce, tanto che dal 2001 al 2009 i dipendenti assunti passano da 174 a 253 segnando un incremento del 38%.
Ad oggi, dopo ben 60 anni di attività, la SIBEG conta circa 350 dipendenti e può vantare di dissetare e rinfrescare con le proprie bevande più di 5 milioni di consumatori.
La scelta di delocalizzare in Albania non è del tutto casuale.
Dopo la Manovra Economica 2020 che ha visto l’introduzione della plastic tax e della sugar tax, che entreranno in vigore da Ottobre 2020, SIBEG ha inizialmente avanzato una richiesta di esuberi pari al 40% dei lavoratori (circa 151 persone) visto l’aggravo dei costi quantificato in circa 20 mln di euro, successivamente la stessa SIBEG ha maturato l’idea di delocalizzare l’intera produzione in Albania.
Proprio in Albania, l’azienda siciliana detiene già uno stabilimento di imbottigliamento per conto di COCA COLA, sede aperta 25 anni fa che conta 330 dipendenti e che oggi produce all’incirca 10 mln di casse l’anno contro i 27 mln prodotti a Catania.
Secondo una dichiarazione della proprietà, le nuove imposte sulla plastica e sulle bevande zuccherate stabilite dal Governo, incideranno per circa 20 mln, su un fatturato dell’azienda pari a 115 mln di euro.
Quale miglior assist ed occasione quindi per poter delocalizzare il tutto in Albania, paese emergente a due passi da casa e fuori dall’UE, dove la flat tax garantirebbe al gruppo Busi di pagare soltanto il 15% di tasse e di sfruttare al meglio la manodopera locale abbattendo così i costi di produzione?