L’euro ha toccato un nuovo minimo storico contro il lek in questa settimana arrivando a meno di 123 lek: una graduale tendenza al ribasso che ha visto l’euro perdere circa il 7% di valore contro la moneta nazionale albanese quest’anno.
Un ribasso causato sia dall’afflusso di emigrati albanesi che tornano in patria per le vacanze come anche dalla mancanza d’intervento da parte della banca centrale, la quale – dopo l’intervento di emergenza di giugno – non si è più mossa nel tentativo di migliorare questa situazione.
La banca, infatti, non ha ancora chiarito le sue mosse future. Tuttavia, a breve, con la nomina del nuovo consiglio di vigilanza, si deciderà se continuare o meno con l’intervento di emergenza.
La caduta libera dell’euro
L’euro ha perso circa l’11% rispetto al 2015, quando il suo quinquennio di valore di circa 140 lek si è concluso con una serie di effetti negativi per l’economia altamente euroizzata del paese, dove l’euro rappresenta quasi la metà dei risparmi.
Le aziende esportatrici hanno gestito la caduta libera dell’euro abbastanza bene quest’anno grazie ad un aumento delle esportazioni legate all’energia e all’aumento dei prezzi delle materie prime che hanno fatto sì che le vendite di elettricità e petrolio portassero più entrate.
Tuttavia, la commissione europea ha avvertito – in un recente rapporto – che gli effetti negativi del tasso di cambio sull’economia albanese appariranno probabilmente il prossimo anno, quando verranno prese nuove decisioni e stipulati nuovi contratti d’investimento.
Alcuni esperti d’economia del paese hanno indicato l’afflusso di euro illegali (provenienti da attività di narcotraffico o altre attività illecite) come causa principale di questa caduta libera dell’euro.
Nello specifico, il partito democratico – il principale partito d’opposizione – collega questo fenomeno agli afflusso illegali di euro derivanti dal picco della coltivazione di cannabis nel 2016 e dal traffico di altre sostanze stupefacenti. Alla fine del mese di Aprile di quest’anno, un record di 613 chili di cocaina colombiana – con un valore stimato di 180 milioni di euro – sono stati sequestrati nel porto di Durazzo, nascosti in un contenitore di banane.