La ministra per la giustizia, Etilda Gjonaj, ha ricevuto oggi la visita del procuratore nazionale italiano della direzione antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, con il quale ha attuato una serie di collaborazioni istituzionali volte a combattere la criminalità organizzata e il terrorismo.
In un comunicato stampa congiunto pubblicato prima della conferenza organizzata dal ministero della giustizia, la ministra Gjonaj ha sottolineato come questa collaborazione sia stata estesa ad una serie di aspetti che riguardano il crimine organizzato nazionale e internazionale.
Uno dei progetti principali tra ministero della giustizia albanese e antimafia italiana riguardano il regime speciale di detenzione 41-bis, considerato molto efficace in Italia.
La conferenza stampa
Etilda Gjonaj
“La nostra collaborazione con l’antimafia italiana è solida ed estesa ad una serie di aspetti riguardanti il crimine organizzato nazionale e internazionale: la collaborazione bilaterale in gruppi investigativi congiunti, lo scambio di competenze e di dati, così come l’amministrazione, la gestione e l’utilizzo dei beni sequestrati e confiscati.
Tra le priorità principali del governo albanese c’è la lotta alla criminalità organizzata attraverso tutti i strumenti giuridici e istituzionali, compreso l’interrompere i contatti operativi dei soggetti imputati, condannati o indagati. In questo senso, uno dei sistemi considerati più efficaci in Italia, preso in prestito dall’Albania per la lotta al crimine organizzato e al terrorismo, è il regime speciale di detenzione 41-bis.
Quando si parla di rispondere alla criminalità organizzata, la collaborazione tra istituzioni nazionali e regionali è fondamentale, così come il rafforzamento dei meccanismi legali e della formazione professionale delle nostre forze dell’ordine.
Attualmente siamo nella fase finale dell’implementazione del regime speciale di alta sicurezza nelle carceri. Stando alle nostre valutazioni e sulla base dell’esperienza italiana, il regime speciale 41-bis è uno strumento indispensabile per neutralizzare i legami dei condannati, imputati o indagati, con le organizzazioni criminali al di fuori delle carceri.
Il crimine organizzato ha dimostrato di essere in grado di agire al di là di qualsiasi barriera e regimi d’isolamento, con mezzi sofisticati e contatti facilitati dai prodotti del crimine. Il regime 41-bis è stato redatto dai nostri esperti rispettando i diritti e le libertà garantiti dalla Costituzione e in conformità con la giurisprudenza della corte europea dei diritti dell’uomo.
Proprio per queste ragioni, è previsto che il regime 41-bis sia rivisto e rivalutato durante la sua attenzione per ognuno dei detenuti, allo scopo di garantire un giusto equilibrio tra la necessità di interrompere i legami dei detenuti con le organizzazioni criminali e la realizzazione della rieducazione del detenuto e la sua reintegrazione nella società.” – ha dichiarato nella conferenza stampa congiunta la ministra Gjonaj.
Federico Cafiero De Raho
“La legislazione in materia di registrazione e confisca è estremamente importante, così come la destinazione di questi beni. Si toglie ai criminali e lo si da al popolo, ai giovani. Se il crimine si arricchisce, un giorno questa ricchezza li verrà tolta. La confisca è un’arma potente contro il crimine. Confiscando le loro ricchezze, rendiamo queste organizzazioni incapaci di agire.
Ma soprattutto, è necessario una tipologia speciale di trattamento per i detenuti di questa categoria, in modo tale da impedire a questi soggetti di mantenere il comando del gruppo criminale e allo stesso tempo essere da esempio per tutti gli altri.
Ringrazio la ministra Gjonaj per lotta alla criminalità: la priorità è la lotta alle mafie. Oggi il crimine organizzato estende la propria influenza al di fuori dei confini del paese d’origine. Per questo, è divenuto necessario collaborare tra Albania e Italia focalizzandosi sulla lotta alla criminalità organizzata albanese.” – ha dichiarato il procuratore antimafia De Raho.
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