Il centro del movimento politico ‘Vetëvendosje’, registrato qualche settimana fa presso il tribunale di Tirana, si è opposto alla visita del presidente serbo, Aleksander Vučić, nella capitale albanese.
Il movimento, attraverso un comunicato stampa, ha dichiarato che il presidente serbo non è il benvenuto a Tirana. Il comunicato arriva in seguito alla notizia pervenuta della visita di Vučić in Albania per l’8 e il 9 maggio, quando si incontrerà con il premier albanese Edi Rama e l’Alta rappresentante dell’Unione Europea, Federica Mogherini.
Inoltre, ‘Vetëvendosje’ rende noto che a Tirana sarà presente anche il leader dei serbi di Bosnia, Milorad Dodik, che nella sua carriera politica ha sempre avuto posizioni anti-albanesi.
Il comunicato
“Vučić non è il benvenuto in Albania.
[…] Ricordiamo che Aleksander Vučić è stato ministro del governo Milosevic durante la guerra del Kosovo. Che Vučić sia rimasto lo stesso, lo dimostra una sua dichiarazione di poco tempo fa nella quale ha affermato che Milosevic è stato un grande leader.
Lui e la sua classe politica continuano a negare sistematicamente i massacri avvenuti in Kosovo. Vučić e la Serbia non hanno mai chiesto scusa per i loro crimini, continuano a non riconoscere l’indipendenza kosovara, non hanno mai punito alcun criminale per i 20.000 stupri sulle donne kosovare durante la guerra, non hanno mai pagato i danni della guerra, non hanno restituito gli artefatti culturali rubati e continuano a calpestare i diritti politici e culturali degli albanesi a Presheve, Medvegje e Bujanoc.
[…] Il centro del movimento ‘Vetëvendosje’ in Albania esorta le istituzioni della Repubblica d’Albania a chiarire immediatamente e pubblicamente quali saranno gli invitati a Tirana l’8 e il 9 maggio e quali saranno le tematiche che verranno discusse. […] Se Vučić verrà in visita a Tirana, insieme o senza il suo fratello politico estremista, Dodik, una reazione civile sarà a quel punto inevitabile” – si legge nel comunicato stampa.
Vetëvendosje
‘Vetëvendosje’ è stato fondato come movimento di strada nel 2005 allo scopo di opporsi a qualsiasi coinvolgimento internazionale negli affari interni del Kosovo.
Si è trasformato, successivamente, in un vero e proprio partito politico diventando una forza importante nelle elezioni parlamentari del Kosovo nel 2017, ricevendo il 27% del consenso popolare.
Il partito, guidato da Albin Kurti, si è a lungo opposto al dialogo con la Serbia sulla normalizzazione delle relazioni e ha promesso di tenere un referendum sull’unificazione dell’Albania in caso di salita al governo.
Tuttavia, questo trend non è stato confermato in Albania dato che i partiti nazionalisti non hanno riscosso successo nelle elezioni. Il partito ‘Kuq e Zi’, ad esempio, è arrivato ad un modestissimo 0,6% durante le elezioni del 2013, prima di scomparire definitivamente dalla scena politica.
Nonostante questo, storicamente, i leader politici albanesi – prima Sali Berisha e poi Edi Rama – hanno utilizzato la carta del nazionalismo come mezzo per raccogliere voti durante le loro campagne elettorali.
L’ex leader del partito democratico, a suo tempo, aveva promesso il passaporto albanese a tutti i cittadini kosovari mentre, più recentemente, il primo ministro ha promesso l’apertura delle frontiere nei punti di confine tra i due paesi.