Si chiude in modo pacifico il giovedì di protesta nella capitale Tirana, apparentemente con un nulla di fatto.
Il premier Edi Rama, infatti, non rassegna le dimissioni dalla guida del governo, come richiesto dai partiti d’opposizone a guida della protesta. Niente elezioni anticipate in vista.
Le preannunciata protesta massiva per le strade di Tirana, organizzata principalmente dai due grandi partiti d’opposizione – il PD (Partia Demokratike, ossia Partito Democratico) ed il LSI (Levizja Socialiste per Integrim, ossia Movimento Socialista per l’Integrazione) – si è svolto a partire dalle 10 della mattina di oggi. Diversamente da quanto accaduto sabato scorso, questa volta la protesta si è svolta senza incidenti e atti di violenza. Diversi erano stati gli appelli nella giornata di ieri di mantere l’ordine, arrivati da parte di molte istituzioni ed osservatori stranieri.
Con la folla di cittadini riuniti davanti al palazzo di governo, deputati sia del PD che del LSI hanno tenuto dei discorsi in cui dichiaravano la remissione dei propri mandati legislativi, azione già annunciata nei giorni scorsi. Il paese si avvia adesso ad un periodo di crisi politica ed instituzionale, con il Parlamento virtualmente svuotato della propria opposizione.
“Rama vattene!” era il leitmotiv della protesta e dei cori intonati dai cittadini accorsi per la protesta. Le accuse principali mosse al Primo Ministro sono quelle di corruzione e di legami con il crimine organizzato di molti membri del proprio gabinetto.
A chiusura della protesta, Lulzim Basha, leader del PD, partito più grande d’opposizione, ha recitato con un megafono i versi dell’inno nazionale, accompagnato dall’intera folla radunata davanti a lui.
Dall’altro campo del confronto politico, il Primo Ministro Edi Rama ha tenuto un discorso pubblico dalla sede del governo nel tardo pomeriggio. Rama ha sottolineato la sua predisposizione al dialogo con la società, avendo chiesto scusa e avendo fatto un passo indietro ogni volta che si è ritenuto colpevole di qualcosa di sbagliato che aveva fatto il proprio governo.
Tuttavia ha anche voluto marcare un’altra volta ancora come questo governo sia legittimo e come la legislatura si concluderà normalmente nel 2021, escludendo la possibilità di elezioni anticipate. Non sono mancate, anche questa volta, ripetute critiche ed attacchi ai partiti dell’opposizione, considerati rei di aver portato l’Albania allo sfacelo negli anni dei loro governi.
Il Primo Ministro ha chiosato sottolineando l’importanza della riforma giudiziaria nel paese (per arrivare a ) e di come sia necessario uno sforzo collettivo in vista della richiesta di apertura dei negoziati con l’Unione Europea.