La società Eni condurrà nel 2022 un’indagine geofisica in Albania, dopo aver siglato, nel 2019, un accordo con il governo albanese per l’esplorazione petrolifera nel blocco di Dumrea.
L’Agenzia nazionale per l’ambiente è stata immediatamente informata circa la decisione presa sulla dichiarazione ambientale, impegnandosi prontamente ad aprire le procedure necessarie. L’intenzione di partire con il rilevamento geofisico è stato annunciata attraverso alcuni documenti aziendali presentati alle autorità.
Nella stessa documentazione, si sottolinea come le osservazioni geofisiche siano ampiamente utilizzate in tutto il mondo per ottenere una visione dettagliata della struttura geologica del sottosuolo. Nello specifico, il sondaggio proposto avrà lo scopo di valutare il potenziale di idrocarburi nell’area indicata e di rilevare altri possibili luoghi dove poter attuare una perforazione esplorativa. Tuttavia, potrebbero volerci diversi anni prima che Eni comprenda appieno la possibile presenza di idrocarburi in questa parte d’Albania e possa prendere decisioni circa la fattibilità di una produzione degli stessi.” ha dichiarato l’azienda.
Il metodo di perlustrazione sarà il 2D, comunemente utilizzato per l’osservazione regionale sugli idrocarburi.
Il progetto riguarda la regione di Dumre, situata nell’Albania centrale, a circa 40 km a sud della capitale Tirana, in un’area ricca di idrocarburi precedentemente esplorata e “sperimentata“. Il blocco di Dumre occupa un’area di 587 km2.
Intanto, il governo è riuscito a chiudere un nuovo accordo con la società italiana Eni, contenente diverse condizioni favorevoli all’Albania, affinché possa trarre il massimo vantaggio da questa operazione. Ciò significa che in caso di scoperta del petrolio e avvio della produzione, il Paese delle Aquile beneficerà del primo barile, senza attendere che l’investimento venga proposto dalla società.
Al momento della firma dell’accordo, le cariche istituzionali albanesi hanno dichiarato di aver pattuito con l’azienda un introito non solo finanziario, ricevendo più soldi in bilancio, ma anche in termini di capitale umano.
Eni è già stata presente in Albania all’inizio degli anni 90. Dopo aver perforato 3 pozzi esplorativi con scoperte non commerciali Eni aveva rilasciato i blocchi nel 1999.