Alla vigilia del lancio della nuova stagione televisiva 2019-20, la notizia della chiusura simultanea dei programmi “Të paekspozuarit” di Ylli Rakipi e “Krasta / A Show” di Adi Krasta è stata seguita da una tempesta di reazioni sui social media e nuove preoccupazioni sulla situazione della libertà dei media in Albania.
Entrambi i programmi, che non hanno mai nascosto critiche nei confronti del Primo Ministro Edi Rama, sono stati trasmessi per un anno sullo stesso canale di notizie News 24 di proprietà dell’editore Irfan Hysenbelliu.
Le denunce di Ylli Rakipi
Il giornalista Ylli Rakipi incolpa il governo di aver chiuso il suo spettacolo, l’editore Irfan Hysenbelliu nega di aver fatto pressioni su qualcuno, mentre il Primo Ministro Edi Rama dichiara l’intera vicenda una fake news e avverte di nuove azioni legali in tribunale in quanto ritiene sia stata lesa la sua immagine pubblica.
Le accuse di Rakipi sono pesanti: secondo la sua versione, Rama avrebbe chiuso il programma rescindendo il contratto con News 24, non senza aver esercitato forti pressioni sui funzionari di governo, ai quali è stato imposto di non partecipare alla trasmissione anche se formalmente invitati a discutere di temi di attualità politica.
“Të paekspozuarit”, che vedeva i critici Fatos Lubonja e Andi Bushati in qualità di ospiti permanenti, aveva denunciato a dicembre 2018 lo scandalo degli abusi d’ufficio in una delle gare d’appalto per l’Unaza e Re (il grande raccordo anulare) a Tirana, per il quale la Procura della Repubblica albanese ha avviato un’indagine (leggi “Minacce per il giornalista Ylli Rakipi” )
Le denunce di Adi Krasta
Anche il giornalista Adi Krasta è noto per le sue forti prese di posizione pubbliche contro la governance a marchio Rama.
Un suo monologo del 2013, trasmesso su Agon Channel, sulla diffusione delle frequenze digitali causò parecchio nervosismo al Primo Ministro Rama.
Successivamente, a Krasta non fu permesso di continuare la seconda stagione del programma “E Diell” su Top Channel. La sua colpa? Un ennesimo monologo in cui si accusava Rama di ‘reclutare’ giovani da sguinzagliare online contro gli oppositori di governo.
La difesa di Hysenbelliu
Il Presidente di ‘Focus Group’ Irfan Hysenbelliu ha respinto le voci secondo cui la chiusura è dovuta alla pressione del governo e ha motivato il tutto con dei ‘cambiamenti di palinsesto’ della rete televisiva.
Per quanto riguarda lo spettacolo “Krasta / A Show”, Hysenbelliu ha affermato che ad Adi Krasta era stato offerto un altro spazio televisivo nel fine settimana e che “stava a lui scegliere”.
Il ‘pacchetto anti-calunnia’
La chiusura di due programmi critici con il governo è stata ampiamente commentata sui social media.
Getta un’ombra sullo stato di libertà dei mass-media in Albania, che, secondo l’Indice di ‘Reporter senza frontiere’, ha visto un netto calo di sette posizioni nel 2019.
Né sono passate inosservate le preoccupazioni crescenti, rivolte al Primo Ministro Edi Rama, riguardo al linguaggio offensivo e denigratorio usato contro i giornalisti che osano criticarlo e, più recentemente, per i suoi sforzi per approvare un pacchetto di leggi che regolano i media online.
Il governo le ha chiamate “pacchetto anti-calunnia”, ma i media locali e esteri le considerano come leggi draconiane e in violazione degli standard internazionali e hanno invitato il Primo Ministro Rama a ritirarle.
I progetti di legge sono attualmente all’ordine del giorno del Parlamento e il Primo Ministro è determinato ad approvarli.