Da diversi giorni a questa parte, gli abitanti di alcuni dei villaggi del distretto di Mirdita hanno attirato l’attenzione dei media albanesi grazie alla loro protesta contro la costruzione di centrali idroelettriche nell’area.
Nonostante abbiano organizzato diverse manifestazioni per la difesa del loro ambiente, fino ad oggi non sono stati ancora in grado di annullare il permesso concesso per la costruzione delle centrali.
Una loro rappresentanza si è recata oggi a Lezhë, dato che durante l’ultima protesta era stato promesso loro un incontro con i rappresentanti della ditta che costruirà le centrali, il municipio, la polizia e la prefettura: incontro che, tuttavia, non è avvenuto.
La rappresentanza proveniente dal villaggio di Kacinar è stata accolta soltanto dal prefetto di Lezhe, che ha promesso loro l’istituzione di un’unità operativa che si occuperà di studiare il caso nel dettaglio. In ogni caso, fino a quando il permesso concesso per le costruzioni delle centrali idroelettriche non sarà revocato, i cittadini non fermeranno le proteste e le manifestazioni.
Le centrali in Albania
Ad inizio settembre, le autorità albanesi hanno concesso il permesso per la costruzione di 527 impianti idroelettrici in tutto il paese: lo rivela un documento del governo di Tirana citato dalla rivista economica albanese Monitor.
Solo nel periodo 2017-2018 sono stati stipulati 71 contratti per la costruzione di piccoli impianti idroelettrici, che si sono aggiunti ai 171 contratti esistenti. In questo senso, a settembre circa 150 ONG nazionali ed internazionali avevano fatto recapitare al primo ministro Edi Rama una lettera in cui si chiedeva l’interruzione della costruzione delle centrali lungo il fiume Vjosa, importante serbatoio di biodiversità e ospita molte specie in via di estinzione in Europa.
Ciò nonostante, lungo il suo decorso verranno costruite ben 45 centrali idroelettriche – 8 lungo il decorso principale e 37 lungo gli affluenti.
“Noi, organizzazioni ambientaliste nazionali e internazionali, le chiediamo, primo ministro Edi Rama, di sospendere immediatamente tutti i progetti in corso delle centrali idroelettriche lungo il fiume Vjosa, fino ad una valutazione dell’impatto ambientale e alla creazione di un piano integrato di gestione del bacino che tenga conto degli aspetti sociali.” – si legge nella lettera pubblicata dalle ONG.