Lo slogan di una importante casa editrice italiana recita “Attenzione: la lettura può provocare indipendenza”.
Giocando linguisticamente col paradosso dei warning che si trovano sui pacchetti di sigarette, in realtà dice una cosa vera e sacrosanta. La lettura come elemento di fuga dalla costrizione, e come possibilità di ricerca della libertà, tanto tra le pagine di un libro quanto nei pensieri e nelle immagini che la lettura genera.
Sarà forse per questo che a Tirana vi sono mercatini più o meno spontanei di libri ad ogni angolo della città. Uno dei più suggestivi è quello che, in Rruga Sami Frashëri, passa sul ponte sul fiume Lana. Forse non a caso, visto che Sami Frashëri, nato Şemseddin Sami Bey in quel di Frashër nel Distretto di Përmet nel 1850, è stato uno dei più grandi scrittori e drammaturghi albanesi, oltre che una figura fondamentale del rinascimento nazionale albanese alla fine del XIX secolo.
In particolare, Frashëri sostiene l’idea che una nazione si costruisca anche a partire dall’alfabeto, dalla lingua e dall’insegnamento della cultura. Nel 1879, insieme al fratello Abdyl e ad altre figure culturali di spicco dell’epoca, fondò una commissione per l’alfabeto albanese, per dare corso concreto alle sue idee.
E oggi quale miglior omaggio che non usare il ponte sulla via a lui dedicata come mercatino dei libri?
Ma questo fenomeno è diffuso in tutta la città. Ad esempio, anche in Rruga Ibrahim Rugova vi è un lungo mercatino. Anche per lui vale la stessa analogia. Rugova fu scrittore e cultore di libero pensiero (gli fu per questo assegnato il Premo Sakharov, tra gli altri). Nelle sue opere spesso sottolineò la continuità culturale del popolo albanese con l’antica Dardania. Come Frasheri, si dedicò alla politica diventando sostenitore della causa non violenta per l’indipendenza del Kosovo, di cui fu anche il primo presidente eletto. Nella via a lui dedicata un lungo mercatino accompagna i tanti frequentatori del Bllok.
Come recita Dritëro Agolli, “l’uomo ha bisogno di canti, di leggende, di meraviglie rare, delle foglie, dei rami, di verità, di favole” (Dritero Agolli, Madre Albania).