Bulqizë è una città con circa 10.000 abitanti, la cui intera attività economica si basa sull’occupazione nella miniera che è attiva dal 1948.
Sono molto rare le famiglie che non hanno almeno un membro che lavori in miniera; di conseguenza, non ci sarebbe attività economica in città se non ci fosse la miniera:
“Guadagnamo 50.000 lek (400 euro circa) al mese, non di più. Non siamo affatto contenti; è un lavoro molto duro per tanto quanto guadagniamo noi.” – afferma uno dei lavoratori della miniera.
Nella maggior parte delle gallerie, il lavoro dei minatori è costamente misurato. Di media, un minatore produce cinque vagoni (otto tonnellate di cromo) durante un turno di lavoro. Se prendiamo in considerazione il valore attuale in borsa – di circa 170 euro per tonnelalta – si deduce che un minatore produce in media al giorno 1400 euro circa. Tuttavia, il loro salario giornaliero non arriva neanche a 2 euro.
“Ci prepariamo da mangiare e andiamo in miniera. Sono le 14:30, torneremo a casa per le 22:00” – afferma un altro lavoratore di Bulqizë.
Vivere a Bulqizë
Per le famiglie che non hanno minatori, vivere è ancora più difficile visto che quest’area non offre praticamente nessun altra possibilità lavorativa.
Il flusso economico di Bulqizë, infatti, deriva esclusivamente dai salari dei minatori. I milioni di euro del cromo non portano nessun benificio diretto alla città. Il municipo di Bulqizë non trae guadagno dalla attività minerarie, visto che riceve in cambio solo il pagamento di alcuni obblighi fiscali dagli enti commerciali.
“Lo scorso anno abbiamo avuto qualche rallentamento nella vendita del cromo; le attività sono scese, noi come municipio abbiamo guadagnato circa 140.000 euro nel 2018.” – ha affermato il sindaco di Bulqizë, Melaim Damzi.
Coloro che non hanno un’occupazione stabile, cercano di racimolare qualcosa scavando nei depositi di cromo all’esterno delle gallerie minerarie. Un processo che coinvolge anche donne e bambini – e che aveva attirato anche l’attenzione del programma televisivo ‘Le Iene’ e che il fotografo Elton Gllava aveva denunciato per primo – che spesso mettono a repentaglio le loro vite per racimolare pochi euro.
Tutto questo avviene generalmente tra primavera e autunno ma ultimamente, a causa della povertà che ha colpito l’intera area, si sono viste donne scavare nei depositi di cromo anche in inverno. Quel che trovano viene venduto a prezzi molto bassi da rappresentanti di attività, che poi lo rivenderanno ad un prezzo nettamente maggiore all’estero.
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