Negli ultimi dieci anni si è registrato in Albania un notevole incremento del numero di migranti entrati nel paese: nel 2009 il loro numero era di soli 29 mentre nel 2019 addirittura di 11.886, un valore 409 volte superiore.
Osservando i dati del Ministero dell’interno si nota una crescita esponenziale dei rifugiati entrati illegalmente in Albania negli ultimi tre anni. Dai 1049 del 2017, infatti, si è passati ai 6790 del 2018 per poi arrivare agli 11.886 dello scorso anno.
La maggior parte dei rifugiati entrati nel territorio albanese proviene da Siria, Iraq, Algeria, Pakistan e Afghanistan. Assieme a loro è anche aumentato il numero di richiedenti asilo in Albania (dal 2015 al 2019 di circa 64 volte), fatto che testimonia che il Paese delle Aquile non è più considerato soltanto come un paese di transito verso l’Europa occidentale.
Data questa situazione e gli obblighi imposti dall’Unione Europea, il governo albanese ha depositato alcuni giorni fa in parlamento un disegno di legge riguardante proprio le richieste d’asilo. Il ddl concede il diritto ad ogni straniero di richiedere asilo in Albania per timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o opinione politica.
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L’Albania è recentemente tornata ad essere – dopo il rafforzamento dei confini della Serbia – un paese di transito per gli immigrati che viaggiano dalla Grecia e dalla Bulgaria verso i paesi dell’Europa occidentale.
Per questo motivo, infatti, già dalla scorsa estate erano arrivati nel nostro paese circa 45 agenti di Frontex – l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – i quali si erano distribuiti in diversi punti lungo i tratti di confine (come Kapshticë e Kakavia).
Un trend che la FRONTEX vuole estendere in tutti i Balcani occidentali: secondo il ministero degli interni tedesco, infatti, sarebbero “nella fase finale dei negoziati” gli accordi con Serbia, Macedonia del Nord e Bosnia-Erzegovina.