Il sito archeologico più famoso d’Albania, l’antica città di Butrinto, verrà gestita per i prossimi dieci anni – e per la prima volta – da un ente privato.
Nel disegno di legge approvato di recente, infatti, si evidenzia che la nuova “fondazione” gestirà il sito archeologico di Butrinto in partnership con il Ministero della Cultura albanese.
Questa novità rientra nel “Piano di Gestione Integrata del Parco Nazionale di Butrinto”, un documento di 300 pagine approvato dal governo albanese e redatto dalla società britannica “Prince and Pearce” con il finanziamento della Fondazione Albanese-Americana per lo Sviluppo.
Tuttavia, come riporta Voice Of America (VOA), studiosi e nomi noti del patrimonio culturale albanese hanno sollevato preoccupazioni su una tale forma di gestione di Butrinto attraverso fondazioni non statali. Secondo il ricercatore Agron Alibali, ad esempio, con questa nuova legge l’Albania viola la “Convenzione di Parigi”, che definisce il ruolo primario indiscutibile degli stati membri nella gestione dei beni culturali e naturali nei loro territori.
Inoltre, sottolineano gli esperti, il sito archeologico di Butrinto può tranquillamente autofinanziarsi grazie ai suoi ricavi (stimati per circa un milione di dollari all’anno) e, di conseguenza, non ha bisogno di partnership con enti o agenzie private. Realtà però smentita dal Ministero della Cultura:
“L’attuale sistema di gestione non è flessibile e non garantisce in futuro la tutela e la conservazione dei valori culturali e naturali del sito. […] Per questo, c’è la necessità di portare nuove fonti di finanziamento a lungo termine e nuovi approcci gestionali al Parco Nazionale.” – ha riferito il ministero per VOA.
Il piano gestionale di Butrinto
Nel 2012 l’UNESCO, dopo una missione di monitoraggio del sito di Butrinto, chiese alle autorità albanesi come “stato membro” la redazione di un piano combinato di gestione, che avrebbe incluso sia l’area di Butrinto che la riserva protetta naturale intorno ad esso.
Per soddisfare la richiesta dell’UNESCO, il governo albanese chiese ad un gruppo che comprendeva diverse istituzioni del paese di redarre un piano di gestione per Butrinto. Questo processo fu sostenuto economicamente dalla Fondazione Albanese-Americana per lo Sviluppo.
Lo studio terminò nel 2013 e non prevedeva la gestione di Butrinto tramite terze parti ma attraverso il rafforzamento delle capacità e del coordinamento delle istituzioni albanesi. Lo studio, tuttavia, è rimasto solo un progetto e non è mai stato approvato.
Il tema della gestione del sito archeologico di Butrinto fu riaperto in seguito nel 2018, quando venne firmato un accordo di cooperazione tra il Ministero della Cultura e la Fondazione Albanese-Americana per lo Sviluppo, con un finanziamento di 250.000 dollari da parte di quest’ultima.
L’accordo arrivò in seguito all’adozione della nuova Legge sui Beni Culturali e Musei, che prevedeva l’amministrazione indiretta dei beni culturali albanesi di proprietà pubblica.