Il vice ministro degli interni dell’Albania, Rovena Voda, e il direttore della commissione internazionale delle persone scomparse nei Balcani occidentali (ICMP), Matthew Holiday, ha firmato nella giornata di ieri il tanto atteso accordo che consentirà all’ICMP di aiutare le autorità a cercare e identificare alcune delle migliaia di dispersi vittime del regime comunista.
“Questa è un’opportunità eccezionale per la società di venire a patti con il suo passato violento e creare un futuro costruito sulle fondamenta dei diritti umani e sul rispetto della dignità umana e dello stato di diritto.” – ha dichiarato Holiday.
“Affrontare il passato è un obbligo legale ma anche morale.” – ha detto, invece, Voda.
La delegazione dell’Unione Europea a Tirana ha approvato lo scorso anno un progetto da 600.000 euro per finanziare il lavoro dell’ICMP in Albania. Tuttavia, le autorità stanno incoraggiando l’ambasciatore dell’UE a Tirana, Romana Vlahutin, nel portare avanti il progetto e nel vederlo così legalmente attuato; un processo che si trascina da mesi e che non è ancora stato completato. Dopo la firma, l’accordo dovrà anche passare attraverso la ratifica parlamentare, che dovrebbe arrivare dopo la stagione estiva.
Alcuni parenti delle vittime che sono state giustiziate e sepolte in fosse segrete, hanno espresso la propria gratitudine alla delegazione dell’UE a Tirana per il finanziamento della ricerca. Ma molti altri hanno espresso dubbi sull’impegno delle autorità nell’affrontare il problema: essi, infatti, sostenevano che quasi tre decenni dopo la caduta del regime comunista, l’Albania non ne voleva sapere di venire a patti con il suo passato violento.
Agron Tufa, capo dell’istituto nazionale per la ricerca sul comunismo, ha affermato che sarebbe stato difficile credere che le autorità sarebbero state pienamente coinvolte nel processo, poiché alcuni funzionari che detengono posizioni di potere nell’amministrazione statale hanno iniziato la loro carriera proprio durante il regime comunista.
Nevila Nika, specialista di archivi di stato, ha detto, invece, che il processo di ricerca sarà prevedibilmente molto difficile:
“Gli archivi sono in pessime condizioni al ministero degli interni o in altre istituzioni dove si possono trovare informazioni sulle vittime del comunismo; per questo ci vorrà un grande sforzo.” – ha dichiarato Nika.
L’IMCP aveva inizialmente espresso il desiderio di aiutare l’Albania nella ricerca delle vittime del comunismo nel 2010, quando alcuni scavi privati portarono alla luce un cimitero clandestino vicino Tirana. Tuttavia, ci sono voluti otto anni per raggiungere finalmente un accordo.
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