Il 14 marzo, il Giorno d’Estate (Dita e Verës) è una festa pagana che simboleggia la rigenerazione, il risveglio della natura e la continuità della vita. Le sue origini si perdono nell’antichità.Secondo alcune fonti, il Giorno d’Estate deriverebbe dagli arbëresh, le comunità italo-albanesi stanziate in Italia nel XV secolo. Il 14 marzo, gli arbëresh delle coste italiane, raccoglievano un ciuffo d’erba insieme alle radici e la terra, portandolo a casa in ricordo dell’anniversario della loro emigrazione dall’Albania.
Di fatto, altre fonti fanno risalire la festa all’antichità illirica. In quell’epoca, la festa ricorreva il primo di marzo che secondo il calendario giuliano corrispondeva anche al primo giorno dell’anno.
Pellegrinaggi venivano fatti nelle vette più alte delle montagne albanesi per trovarsi il più vicino possibile al Dio Sole e pregare per la prosperità e il benessere dell’anno nuovo.
I grandi falò attraversati dagli uomini e i giovani simboleggiavano la fine dell’inverno. Invece le corone e le ghirlande sulle porte delle case auspicavano buona fortuna. Il candore della festa si è affievolito nel corso dei secoli, ma è arrivata fino ai nostri giorni grazie alla tradizione conservata nella città di Elbasan.
Il rituale del Giorno d’Estate inizia il giorno precedente con la preparazione dei suoi dolci tipici: il revani e la ballakume, degli amalgami di burro, zucchero, farina di mais e tuorli d’uova cotti in forno a legna. La sera vengono distribuiti ai membri della famiglia ballakume, ficchi secchi, noci, cosce di tacchino, uova lesse, simite (un panino tipico della città).
La donna più anziana della casa rimane sveglia la notte e passa da una camera all’altra a posare fili d’erba sui cuscini delle coppie, dei giovani e dei bambini, rito che simboleggia la rigenerazione e la vivificazione. La mattina del 14 marzo, i più anziani lasciano la porta di casa aperta in segno di generosità, riempiono una brocca con acqua fresca e portano a casa un ciuffo d’erba verde.
I più giovani concimano gli aranci e gli ulivi; invece i più piccoli sono i primi a fare le visite “portafortuna” ai vicini e ai parenti che regalano loro cosce di tacchino, ficchi secchi e noci. Infine il pranzo del 14 marzo va mangiato rigorosamente all’aperto in compagnia di amici e parenti.
Da qualche anno, il Giorno d’Estate si festeggia in tutto il paese ed è entrato a far parte delle festività ufficiali dell’Albania.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su ALBANIA NEWS il 14 marzo 2011.