Il Presidente albanese Bamir Topi ha parlato ieri ai cittadini. Per Topi, il 21 gennaio scorso è stata violata la legge. Nelle indagini va rispettato l’autonomia e le competenze delle istituzioni, invece la politica albanese deve trovare un compromesso al più presto per non aggravare la crisi e non danneggiare ulteriormente il processo di integrazione europea.
A tre giorni dalle accuse rivoltegli da Berisha per il suo coinvolgimento nel presunto tentativo di golpe organizzato dall’opposizione il 21 gennaio scorso, il Presidente della Repubblica albanese Bamir Topi ha rotto il silenzio, rivolgendosi direttamente ai cittadini albanesi. Una posizione chiara e ferma la sua e più dura rispetto ai richiami conciliatori dei giorni passati. Non esita il Presidente Topi a dichiarare che quel venerdì ci sono stati “gravi violazione della legge” e non esita ad affermare che non ci dovevano essere “né vittime, né feriti, né violati” e neanche “aggressioni contro le istituzioni e violenza contro i loro tutori”.
Il Presidente albanese rende un’immagine complessiva del contesto politico e istituzionale creatasi in Albania dopo il 21 gennaio, toccandone i punti principali e rispondendo tra le righe anche al Primo Ministro Berisha e alle sue versioni sui fatti.
La divisione dei poteri sancita dalla Costituzione, la loro autonomia, le loro competenze e la collaborazione tra loro, vengono portati all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica albanese come elementi necessari per far luce su quanto accaduto: “oggi più che mai, nelle indagini e nell’analisi del 21 gennaio, i poteri in Albania, rispettando l’autonomia, i loro obblighi e le loro competenze legali, sono invitate a dare il loro contributo e la loro valutazione. La pressione esercitata tra i poteri, ritarda e compromette l’autonomia dell’analisi, delle valutazioni e del giudizio autonomo sull’accaduto e i suoi attori”. In quest’ottica, Topi richiede alla Procura della Repubblica, ai servizi segreti, alla Polizia di Stato e alla Guardia Repubblicana di impegnarsi e collaborare immediatamente in modo incondizionato e professionale per le indagini in corso.
Dall’altra parte, e la mancanza della responsabilità e responsabilizzazione politica, istituzionale e legislativa, secondo il Presidente Topi, che ha ritardato l’approvazione delle riforme necessarie, ha impedito il funzionamento delle istituzioni autonome e ha influenzato negativamente nel processo di integrazione europea. “Nessuno può negare oggi che l’Albania sta vivendo una delle crisi politiche più difficili della sua transizione democratica”. E l’unico responsabile per il suo aggravamento sarebbe la classe politica, perché dalle politiche del 2009, il Parlamento albanese non ha funzionato regolarmente e “il dibattito parlamentare si è spostato in strada, nelle tribune politiche, negli studi televisivi, nella stampa politicizzata o indipendente, dimenticandosi l’obbligo politico e la responsabilità cittadina che i partitisti e i politici diventano deputati o legislatori attraverso le elezioni per servire ai cittadini con leggi migliori e non per offrire loro arene di battaglie e scenari politici indegni per un paese e una società civilizzata”. Per il Presidente Topi, “il linguaggio dell’odio e la sua intensificazione nei confronti dell’avversario politico e delle istituzioni indipendenti” dimostrebbe che non c’è né la responsabilizzazione né la volontà politica per la soluzione della crisi. I fatti tragici del 21 gennaio scorso e le sue conseguenze negative per il futuro del paese e della democrazia dovrebbero “consapevolizzare e responsabilizzare le teste calde della politica sulla necessità della normalizzazione della situazione, del compromesso e della soluzione del conflitto politico che tiene ostaggio lo sviluppo del paese e la sua integrazione europea”. Quindi un appello ripetuto più volte alle parti politiche: trovino il compromesso come l’unica strada per uscire dalla situazione in cui versa oggi l’Albania. Infine, sui fatti del 21 gennaio esigono una spiegazione anche i partner e gli organismi internazionali di cui l’Albania è membro oppure ambisce a diventarne. Secondo Topi, gli Stati Uniti, l’Unione Europea e l’OSCE hanno sollecito più volte la necessità del dialogo politico, del funzionamento dello stato di diritto e dell’autonomia delle istituzioni.
L’incapacità della società albanese di costruire un sistema politico funzionale sarebbe deludente per l’Unione Europea e la Nato. Inoltre, il fallimento delle trattative per raggiungere un accordo tra le parti anche quando le istituzioni europee hanno offerto il loro sostegno, solleverebbe grandi dubbi tra i partner internazionali sulla maturità e la capacità della società albanese per portare avanti i processi di integrazione. Ed è “una responsabilità storica della politica albanese alla quale non manca la passione ma l’opportunità della riflessione”. Quindi, bisogna adoperarsi per fornire una spiegazione alla comunità internazionale, ma soprattutto, come richiesto da essa, agire in modo concreto, coraggioso e immediato per lasciare indietro questo momento difficile per l’Albania e gli albanesi.
Non si tratta di un sogno, dice il Presidente Topi, ma di una realtà tangibile in virtù degli interessi nazionali, del futuro degli albanesi e del sostegno della comunità internazionale.