Nessun compromesso per l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle elezioni del 2009. Lunedì prossimo il parlamento riprenderà la discussione e deciderà. Nel frattempo i gruppi negoziatori cercheranno di trovare un accordo tra le parti.
Doveva essere la seduta parlamentare di fine anno, invece i deputati albanesi si rivedranno lunedì prossimo. Dopo una seduta maratona durata 18 ore, l’aula decide di posticipare per il 27 dicembre la decisione sulla commissione parlamentare d’inchiesta per le elezioni del 2009. La seduta è stata interrotta due volte per dare spazio alle consultazioni e trovare un accordo da votare in aula. Ma alle 5 e 10 di questa mattina, complici la stanchezza e la confusione, nessuna delle parti si ritirava dalle proprie posizioni e nello stesso tempo non voleva assumersi la responsabilità dell’ennesimo fallimento. Ci è voluta la proposta del Capogruppo dei socialisti Gramoz Ruçi per uscire dall’empasse e congedare i 132 deputati presenti in aula. Durante la mattina e il pomeriggio di ieri, gli schieramenti si sono confrontati sul disegno dell’atto normativo che abbassa le pensioni ai militari e poi sulla mozione dei socialisti per l’opinione negativa della Commissione europea sullo status di paese candidato. Invece, la discussione sulla commissione parlamentare d’inchiesta è iniziata in serata.
Accuse reciproche su corruzione, traffici, nepotismo, clientelismo, malgoverno e state capture, hanno caratterizzato il dibattito tra maggioranza e opposizione che si richiamavano di continuo alla Costituzione e alle richieste della comunità internazionale, in particolare della Commissione e del Parlamento europeo per difendere le proprie posizioni. Invece, dopo mezzanotte, il dibattito si trasforma in un botta e risposta tra il Primo Ministro Berisha, i due capigruppo Astrit Patozi e Gramoz Ruçi e i due relatori della proposta Fatmir Xhafa e Viktor Gumi. Dopo una prima interruzione per consultarsi, si ritorna in aula e si trova l’accordo su tre punti del disegno per l’istituzione della commissione d’inchiesta, ma Berisha insiste per inserire un quarto punto: l’inchiesta venga condotta sulla base del Codice elettorale e delle sentenze della Corte Costituzionale. Ma i socialisti non ci stanno perché, come dichiara Gramoz Ruçi, l’inchiesta vuole indagare proprio quanto sia stato rispettato il Codice durante lo svolgimento del processo elettorale. Non mancano neanche le gaffe. Nel difendere la sua posizione, il relatore socialista Fatmir Xhafaj dichiara che la maggioranza non vuole più votare una proposta che è uguale a quella approvata il 19 marzo 2010 solo con i suoi voti. In verità non è proprio così e tanto basta a Berisha per aggiungerla come seconda offerta: votare o la proposta dei tre punti integrata con il quarto dei democratici, o quella già votata il 19 marzo scorso. Allora ci si ferma una seconda volta. Riprende la seduta e i socialisti propongono che il quarto punto abbia un contenuto diverso: si incarichi la Commissione Elettorale Centrale di mettere a disposizione della Commissione d’inchiesta tutta la documentazione elettorale sulle elezioni del 2009. Nulla da fare e nel suspense che si crea in aula per qualche minuto, si decide di posticipare il tutto al lunedì, insieme alle risoluzioni proposte dai due schieramenti dopo la mozione sull’opinione della Commissione europea. Nel frattempo, i gruppi negozieranno ancora i contenuti della proposta.
Il 27 dicembre è importante per entrambe le parti trovare un compromesso. Per i socialisti perché ieri la Commissione Elettorale Centrale (CEC) ha comunicato sul suo sito web l’ordine del giorno della riunione in programma per il 29 dicembre prossimo: si deciderebbe sull’apertura dei contenitori in cui è sigillato dalle ultime elezioni tutto il materiale elettorale, schede incluse. Ma se quest’ultime non interessano più ai socialisti, la documentazione elettorale è ormai la base dell’inchiesta. Da procedura, la CEC dovrebbe decidere quale documentazione riutilizzare per le amministrative del 8 maggio prossimo, quale archiviare e quale bruciare. Insomma aprire i contenitori e come aver manomesso il contenuto in essi. Invece per i democratici, vista l’eventualità dei socialisti di non partecipare alle amministrative, sarebbe inimmaginabile correre alle elezioni da soli.