Si conclude dopo 19 giorni lo sciopero della fame dei socialisti. Berisha e Rama domani voleranno verso Strasburgo per trovare un accordo nella sede del Parlamento europeo.
C’è stata la svolta alla manifestazione di oggi nel Boulevard “Dëshmorët e Kombit”. Dal 30 aprile, i socialisti si danno appuntamento quotidianamente alle 18.00 per sostenere gli scioperanti e nelle parole di chi ha parlato oggi ai cittadini presenti non sembrava che fosse cambiato qualcosa. Tutto in linea con la nuova normalità del Boulevard: le stesse dichiarazioni sulla determinazione di portare avanti lo sciopero della fame, le stesse richieste sulla trasparenza delle ultime elezioni politiche, lo stesso bollettino medico sulle condizioni degli scioperanti. È Edi Rama ad annunciare nel suo discorso la decisione di uscire dallo sciopero della fame. Dopo aver espresso la sua gratitudine a tutti i cittadini che li hanno sostenuto, Rama ha definito la battaglia dei socialisti come “la strada difficile di una svolta storica da elezioni contestate verso quelle libere e trasparenti”. Gli ostacoli e la disinformazione governativa non sarebbero riusciti a tenere lontano l’interesse del fattore internazionale per capire le cause della crisi. “La comunità internazionale considera la situazione creatasi inaccettabile, pertanto mi ha espresso la sua determinazione a impegnarsi direttamente per unire le parti in un compromesso che apre la strada alla trasparenza” ha dichiarato il leader socialista. È sempre Rama a dare la notizia del suo incontro con Berisha: “Domani, a Strasburgo i rappresentanti più alti della sinistra e della destra europea con il sostegno dell’intera comunità internazionale ricevono le parti per cercare una soluzione e per aprire la strada non solo alla trasparenza ma anche alle sfide dell’integrazione”.
Anche la mattina nel campo democratico, sembrava scorrere normalmente. Nel corso del Consiglio dei Ministri, il Premier Berisha non si era espresso in merito allo sciopero, ma il pomeriggio le sue dichiarazioni durante una visita a Durazzo sono state un segnale chiaro di apertura. Dopo aver considerato lo sciopero come “testimonianza viva della democrazia” albanese, si è espresso “aperto a tutte le opzioni dell’opposizione”, precisando che “il governo ha il compito di creare gli spazi necessari, poi ciascuna forza politica è libera di assumere le sue decisioni”. A due settimane dall’attivismo delle istituzioni europee per trovare un compromesso, sembra che le parti ormai siano disposte a concedere per risolvere la crisi politica in corso da settembre dell’anno 2009. Venerdì scorso, dopo le indiscrezioni del Capo Missione OSCE in Albania, Robert Bosch, sull’esistenza di una proposta concreta sui tavoli di maggioranza e opposizione, Berisha aveva smentito immediatamente, invece Rama aveva annunciato alla manifestazione di turno che erano vicini alla vittoria più che mai. I negoziati segreti tra le parti sono andate avanti e l’unico nodo da sciogliere riguardava le schede elettorali. Per i democratici anche con l’apertura delle scatole contenenti la documentazione elettorale, le schede elettorali vanno eliminiate come previste dalla normativa. Invece i socialisti propongono di porre il quesito della riapertura delle urne ad una terza parte come la Commissione di Venezia.
Domani i due leader albanesi voleranno verso Strasburgo per una cena con Joseph Daul e Martin Schulz, Presidenti dei popolari europei il primo e dei socialisti e democratici il secondo. Ci sarà anche Stefan Fule, Commissario europeo per l’Allargamento che ha annullato una sua visita in Algeria per esserci. A cena finita l’accordo politico dovrebbe essere raggiunto.