- Ricorre oggi il 73esimo anniversario della scomparsa di Vinçenc Prennushi (Scutari, 4 settembre 1885 – Durazzo, 19 marzo 1949), frate francescano, Arcivescovo di Durazzo.
- Il 2 maggio uscirà dalla stampa la sua raccolta di liriche: “Foglie e fiori.” Patria e fede nelle poesie di un martire in Albania.
- Vinçenc Prennushi, religioso di Scutari, poeta, interprete, pubblicista, educatore e martire della fede, perseguitato e morto nel 1949 sotto torture disumane da parte del regime comunista albanese, nel carcere di Durazzo.
- Fu dichiarato martire da papa Francesco e proclamato beato nel 2016 insieme ad altri 37 martiri albanesi.
Durazzo è una città molto cara per me.
Essendo di Tirana, dato che a Durazzo abitano due mie zie, durante l’infanzia, non vedevo l’ora che la scuola d’estate terminasse, per poter andare al mare da loro.
Detto ciò, di Durazzo ho sempre ammirato la natura, la storia, l’archeologia, l’antichità, la gastronomia, ma in buona fede, devo ammettere mi sono vergognata in qualche modo di recente, di non aver approfondito per tempo su qualche personaggio noto della suddetta città. Uno di loro è il religioso scutarino, all’epoca trapiantato a Durazzo, Vinçenc Prennushi, frate francescano, Arcivescovo di Durazzo.
Quando mi è capitato casualmente di sentir dire poco tempo fa da due miei cugini di Durazzo, i quali svolgono entrambi la professione del docente in una scuola media nella loro città, pronunciando la denominazione della loro scuola, “Vinçenc Prennushi”, a quel punto, ammetto che la mia curiosità ha iniziato a spingermi a leggere e domandare ulteriormente su questa persona, cosa che, ahimè durante la nostra vita in Albania trascorsa sotto dittatura, ci era stata censurata, impedita.
Noi non potevamo sapere nulla su questi casi: di martiri della fede, perseguitati, torturati e ammazzati proprio dalla ferocia sanguinaria del regime comunista.
Con la mano sul cuore e chiedendo loro scusa a posteriori con umiltà per la nostra assenza nei loro confronti per tanto tempo, li ricordiamo oggi, per obbligo morale, umano e cittadino, ringraziandoli post mortem per la loro opera e il loro sacrificio. Essi preferirono subire il carcere, le torture e infine la morte, pur di rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa.
Eclettico, oltre al percorso religioso, compose quindi liriche di intensa spiritualità raccolte nel volume “Foglie e fiori” (1925). Fu anche preciso e attento traduttore, preferendo romanzi a sfondo religioso (Fabiola, Quo vadis?) e patriottico (Le mie prigioni).
Infatti il 2 maggio uscirà dalla stampa la sua raccolta di liriche: “Foglie e fiori.” Patria e fede nelle poesie di un martire in Albania.
Vinçenc Prennushi, i primi anni di istruzione li trascorse nella città natale, per proseguire in seguito gli studi universitari in teologia e filosofia a Tirolo, Austria.
Il 25 marzo 1908 è stato nominato frate francescano, ottenendo l’appellativo “padre Vinçens.”
Nel 1936 viene nominato Arcivescovo di Sapë, in Nord Albania e nel 1940, fino alla sua morte, avvenuta nel 1949, avrebbe ricoperto l’incarico di Arcivescovo di Durazzo.
Da erudito, con potenzialità notevoli come poeta, traduttore, folclorista ha lasciato in eredità un’opera poliedrica, oltre ovviamente al percorso fedele nell’ambito religioso, per il quale ha donato anche la sua vita sotto le torture dei comunisti nel carcere di Durazzo.
L’Albania e la sua bandiera, anche da grande patriota qual era, lui le descriveva come una cosa sacra: “Si dhanti e t’Naltit Zot” – “Come un dono del Signore.”