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Home Memoria

“L’Albanese d’Italia”, “pietra miliare” della stampa albanese

Il 23 febbraio 1848 veniva pubblicato il primo giornale della stampa albanese, "L'Albanese d'Italia", curato e diretto da Girolamo De Rada

Adela Kolea
23 Febbraio 2022
in Memoria
Albanese Italia Girolamo De Rada

L' Albanese d'Italia. Giornale politico morale letterario

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Come oggi, il 23 febbraio 1848 veniva pubblicato a Napoli il primo giornale della stampa albanese, “L’Albanese d’Italia”, curato e diretto dall’intellettuale e scrittore arbëresh, Girolamo De Rada. Un giornale considerato “pietra miliare” della stampa albanese.

Editato principalmente in italiano e parzialmente in arbëresh, il giornale fungeva da tribuna dei messaggi politici, sociali, culturali, a sostegno della formazione e del supporto di un pensiero meramente critico sulla situazione della comunità arbëreshe in Italia.

A questo scopo, il giornale ha pubblicato svariati articoli sugli sviluppi dell’epoca in Albania e in tutta la penisola balcanica.

De Rada, al quale viene riconosciuto il merito da “padre del giornalismo albanese”, si occupava non solo delle pubblicazioni, bensì della cura della scrittura, delle correzioni e di tutti i passaggi editoriali in redazione.

De Rada, in seguito sarebbe stato affiancato nella sua attività editoriale dallo studente Nicola Castagna.
Più avanti, nel 1883, De Rada si occupò anche della prima rivista in albanese, “Flamuri i Arbërit” – “Bandiera di Arbër (Albanese)”.

Albanese Italia Primo Numero
Il primo numero del giornale L’Albanese d’Italia

Biografia di Girolamo De Rada

Girolamo De Rada è un poeta e scrittore calabro-albanese (Macchia Albanese, Cosenza, 1814 – S. Demetrio Corone 1903).

Figlio di un papàs della Chiesa bizantina italo-albanese, nato a Macchia Albanese nelle colline della Sila Greca, in provincia di Cosenza, De Rada frequentò il Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano a San Demetrio Corone.

Da giovane, sulla spinta del nuovo movimento culturale romantico, cominciò a riscoprire la sua identità albanese occupandosi della raccolta del ricco folklore presente nell’Arbëria (insieme delle comunità arbëreshe) d’Italia . Nell’ottobre 1834, seguendo i desideri di suo padre, si iscrisse alla Facolta di giurisprudenza dell’Università di Napoli, ma il suo principale interesse era il folklore e la letteratura.

Nel 1836 a Napoli De Rada pubblicò la prima edizione del suo poema più conosciuto in lingua albanese, i Canti di Milosao sotto il titolo italiano Poesie albanesi del XV secolo – Canti di Milosao, figlio del despota di Scutari. Dovette però abbandonare presto i suoi studi a causa di un’epidemia di colera a Napoli e ritornò a casa in Calabria. Molte scuole, vie e piazze portano il suo nome nei paesi albanesi in Italia, in Albania, in Kosovo e nei paesi albanesi di Macedonia e Montenegro.

Nel 1848 fondò a Napoli il giornale L’Albanese d’Italia e dal 1883 al 1887 pubblicò la rivista bilingue Fiàmuri Arbërit (“La bandiera dell’Albania”).

Nel cortile del Collegio italo-albanese di San Demetrio Corone si conserva il busto bronzeo del vate, dono della Repubblica Popolare d’Albania agli arbëreshë. La sua opera la più popolare in letteratura è il poema lirico Canti di Milosao, conosciuto in albanese come “Këngët e Milosaos”, una ballata romantica che mette in scena l’amore di Milosao, un immaginario giovane nobile nella Scutari del XIV secolo, che ritorna a casa da Tessalonica.

Qui, nella fontana del villaggio, incontra Rina, la figlia del pastore Kollogre, e se ne innamora. La differenza di status sociale tra gli amanti impedisce a lungo la loro unione, finché un terremoto distrugge la città e tutto ciò che distingueva le classi sociali.

Dopo il loro matrimonio, nasce un bambino. Ma il matrimonio non dura molto. Il bambino e la moglie di Milosao muoiono, e lui, ferito in battaglia, muore su una riva in vista di Scutari.

I Canti di Milosao diedero anche forma ad un sistema alfabetico, incentrato sulla commistione di latino e greco, che, a seguito delle critiche mosse sull’Omnibus da Vincenzo Torelli, fu modificato nel 1839 all’interno dei ricordati Canti di Serafina Thopia.

“Albanese d’Italia”, l’eredità tramandata ad oggi

“L’albanese d’Italia” – “Shqiptari i Italisë”, intanto ad inizio anni ’90, coincidendo con il flusso  dell’emigrazione albanese avvenuto con l’esodo dall’Albania verso Italia, sarebbe fondata come nuova attività di testata giornalistica italo-albanese in Italia, in versione bilingue, da Roland Sejko, con sede a Roma.
Una continuazione della nobile missione mirata alla preservazione della lingua e della cultura albanese in Italia.

Al contempo, la nostra testata giornalistica della diaspora albanese in Italia, Albania News, ha dato vita anche ad una rivista digitale specifica dedicata alle Lettere albanesi ed ai suoi protagonisti, denominata “Albania Letteraria“.

Questa denominazione non è casuale. Essa rappresenta infatti una continuazione ed un omaggio, a colui che nel 1897 fondò un’altra “L’Albania Letteraria” – lo scrittore e avvocato Ferdinando Cassiani, il quale nacque a Spezzano Albanese (1878 – 1935), lasciandoci un elogio in ricordo della morte di Vincenzo Luci, uno in memoria di Girolamo De Rada, un poemetto intitolato Brezia (1899) e le due opere Spezzano Albanese nella tradizione e nella storia (1929) e Gli Spezzanesi nella rivoluzione Italiana (1927 in collaborazione con Luigi Cucci).

Argomenti: Adela KoleaGirolamo De Rada

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