Portare soldi all’estero è perfettamente legale e non vi è inoltre alcun limite alla somma di denaro esportabile.
Non è nemmeno da considerarsi una pratica sospetta o deplorevole, anzi, spesso corrisponde alla necessità economica delle persone care che vivono nella nostra patria oppure dalla voglia di compiere dei investimenti produttivi.
Indipendentemente dal modo in cui portiamo i nostri soldi all’estero, deve essere chiaro fin da ora che si tratta di un’operazione perfettamente lecita, l’importante è attenersi ad alcune regole ben precise.
Ovviamente è consentito esportare solo somme che si sono guadagnate legalmente. Proventi ottenuti in modo illegale o sfuggiti al monitoraggio fiscale non possono essere esportati, proprio perché illegittimi all’origine.
I principali paesi da i quali i nostri concittadini effettuano le rimesse sono Grecia, Italia, Usa, Germania, Macedonia e Canada. Le liquidità provenienti da questi paesi compongono la quasi totalità delle entrate dai immigrati in quanto arrivano al 98 % di quelle globali.
La Grecia e l’Italia sono i due paesi principali dove i cittadini Albanesi hanno immigrato per lavorare e vivere. Il denaro trasferito dalla Grecia verso il nostro paese costituisce la principale fonte delle rimesse e al secondo posto sono quelle spedite dall’Italia. L’importo totale dei risparmi esportati dall’Italia verso l’Albania per l’anno 2016 è 382 milioni di dollari secondo il centro di ricerca Pew Research Center.
Il rientro della maggior parte dei capitali viene fatto attraverso dei canali informali. Questo poiché l’utilizzo dei canali bancari viene ritenuto complesso e dispendioso secondo uno studio della Banca mondiale.
Ovviamente il trasferimento dei contanti comporta dei rischi molto alti. Quando affidiamo i soldi ad un amico o ad un parente che rientra in patria, ad esempio utilizziamo, un canale informale.
Più sono organizzate le comunità di immigrati in una certa area dell’Italia e più è facile che questi canali vengano utilizzati.
Naturalmente tutto si basa sulla fiducia nei confronti di chi si offre per portare o mandare i soldi, non esistono contratti e non esiste nessuna assicurazione che durante il tragitto qualcosa vada storto che sia conseguenza di una rapina oppure delle verifiche fatte.
Da tenere conto anche la difficile dimostrazione della provenienza legale dei contanti che rende incerto l’utilizzo in patria. Dobbiamo essere coscienti che quando più alto è l’utilizzo dei strumenti finanziari, tanto più facile è l’investimento dei risparmi nell’economia reale.
L’aumento della cultura finanziaria aiuta nel accrescere le possibilità di risparmio delle famiglie e altrettanto un migliore investimento del denaro.
Tenuto conto di queste premesse è abbastanza intuitivo comprendere che sono sostanzialmente tre i modi per portare soldi nel nostro paese, ognuno dei quali è completamente legale, ma soggetto a normative a volte differenti.
Le possibilità sono:
- Esportazione a mano attraverso la frontiera
- Spostamento telematico di denaro
- Spedizione di denaro all’estero
Vediamo di approfondire le tre modalità e le leggi che dobbiamo rispettare quando si compiono ognuna di queste operazioni.
La legge prevede che dall’Italia si può uscire con in tasca una somma inferiore a 10.000 euro senza alcun obbligo di dichiarazione, ma se abbiamo con noi un ammontare superiore, allora dobbiamo necessariamente dichiarare questi soldi all’Agenzia delle Dogane, altrimenti verremo multati.
In quanto viene previsto una sanzione dal 10% al 30% della somma in eccedenza ai 10.000 euro, se questa eccedenza non è a sua volta superiore a 10.000 euro. Se è superiore allora la multa sarà tra il 30% e il 50% (Art. 11, comma 8, lett. d) d.l. 16/2012 ha modificato il vecchio art.9, comma 1, lett. a) del d.lgs. 195/2008).
Per quanto riguarda il spostamento di denaro in modo telematico non vi è alcun obbligo di dichiarazione perché il tutto rimane tracciato sui sistemi elettronici gestiti dalla banca. In questo caso bisogna attenersi alla normativa sul riciclaggio.
La banca non prevede nessun obbligo di avere un conto corrente per l’ordinante e altresì per il beneficiario. In manca di un rapporto di conto corrente il ordinante del bonifico sostiene delle commissioni superiori per il servizio offerto dalla banca. Commissioni che variano in base all’istituto di credito e se il vuole possono essere divise con il beneficiario oppure metterle addirittura tutte a suo carico.
Da tenere in considerazione il tasso di cambio, perché se il beneficiario non possiede un conto corrente in euro la banca deve convertire l’importo trasferito. Oltre alle banche ci sono intermediari che possono trasferire soldi in modo legale. Si tratta delle società specializzate nel cosiddetto money transfer, cioè, nel trasferimento di denaro da un Paese all’altro.
In questo modo, è possibile depositare i soldi online, tramite il proprio conto corrente oppure la carta di credito, o di persona. Il destinatario potrà ritirarli in qualsiasi sede dell’intermediario. Il mittente deve rispettare i vincoli di importo e pagando le commissioni che sono fisse oppure una percentuale sui soldi trasferiti. Nel costo dell’operazione, viene contemplato anche il tasso di cambio utilizzato dall’intermediario che non sempre corrisponde a quello ufficiale.
Ecco perché diventa importante scegliere la società più conveniente. Esistono anche canali innovativi come il sito Transferwise che però attualmente non prevede il nostro paese come destinazione.
Paypal è un altro servizio online molto famoso per l’utilizzo come strumento di pagamento che permette la spedizione di denaro dal proprio account verso qualsiasi altra persona anche se questa si trova dall’altro parte del mondo.
Ma cosa fare se qualcosa va storto?
Se ad esempio i soldi non arrivano a destinazione? O arrivano ma con un importo inferiore? O arrivano in ritardo o sono state sottratte delle commissioni che non erano state dichiarate al momento dell’invio?
Esiste una differenza sostanziale a seconda del canale che abbiamo scelta. Se infatti abbiamo scelto di utilizzare un canale informale, non esiste nessuna tutela, ossia nessun modo di recuperare i nostri soldi o far rispettare gli accordi. L’unica cosa che possiamo fare è una denuncia nei confronti di chi ci ha ingannati o truffati.
Se invece abbiamo scelto di utilizzare un canale formale allora esistono diversi passi che possiamo seguire per difenderci.
Un primo passo è sempre quello di conservare sempre il documento (ricevuta, contratto ecc.) che ci è stato dato al momento dell’invio della rimessa e con quello andare dall’operatore chiedendo informazioni.
Nella maggior parte dei casi il problema è risolvibile dall’operatore stesso. Quando l’operatore non può o non vuole risolvere il problema è allora impostante sapere che ogni volta che inviamo una rimessa di fatto firmiamo un contratto che ha precisi obblighi e diritti per ciascuno.
Si può chiedere all’operatore il contratto e leggendolo con attenzione ci può aiutare a capire se l’operatore sta avendo un comportamento scorretto, o se non ci è stata data un’informazione corretta al momento dell’invio o se l’errore è stato nostro.
Se l’errore è imputabile all’operatore e questo non lo risolve si può fare un reclamo scritto oppure rivolgersi alle associazioni dei consumatori. È importante sapere che informarsi bene sull’operatore, sullo strumento e sulle condizioni riduce la probabilità di avere dei problemi una volta effettuato l’operazione.
Confrontare due o più possibilità diverse è sempre una buona regola ogni volta che vogliamo inviare denaro. È poi sempre consigliabile farsi consegnare un contratto o un foglio informativo in cui sono scritte tutte le condizioni, le responsabilità dell’operatore, i nostri diritti, per evitare brutte sorprese. Un documento d’identità è oggi indispensabile per inviare denaro attraverso i canali formali.
Ricordatevi che affidare il vostro denaro a sconosciuti o accettare di inviare denaro per conto di altre persone può essere causa di grossi problemi. Infine è importante tener presente che esistono tanti elementi che possono essere combinati per ridurre i costi o far sì che i soldi che noi inviamo possono creare valore per noi, nostri familiari e per il nostro paese.