Elezioni amministrative 2019. In queste settimane Albania News ha ampiamente dato spazio alla forte presenza di candidati di origine albanese alle ormai imminenti comunali ed alla presenza di Gerarta Ballo nella Circoscrizione Sud alle Europee.
Klarita Grazhdani, è nata a Korçë, Albania, ha 60 anni, è laureata in lingua francese presso l’Università di Tirana, lavora presso lo sportello immigrazione dell’ambito sociale n.1 Pesaro.
È nella lista Matteo Ricci Sindaco #ungrandbelpo’ e si candida per la seconda volta. Il profilo della lista è di sinistra, contro la coalizione di destra e Movimento 5 Stelle. (A Pesaro è candidato anche Elvin Gajtani con Lega Pesaro)
Intervista a Klarita Grazhdani
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista “Matteo Ricci Sindaco”?
Nel programma il nostro Sindaco Matteo Ricci scrive: “Abbracciare significa proteggere, senza escludere nessuno”. Poi spiega: “Amare la città significa anche valorizzare al massimo le sue unicità. Dalla musica alle bellezze paesaggistiche, passando per la ricchezza culturale ed il grande patrimonio artistico.”
La mia proposta all’interno del programma della lista è di continuare a valorizzare la cultura, le bellezze paesaggistiche ed il patrimonio artistico della città di Pesaro, ma nello stesso tempo far conoscere e valorizzare le stesse ricchezze culturali che provengono dalle etnie diverse, residenti nel nostro comune. Sviluppare il turismo tra paesi del Mediterraneo e costruire dei ponti per lo sviluppo reciproco, avere gemellaggi tra le varie le scuole, avere appalti con le ditte, in maniera da far crescere e sviluppare i rapporti e la cooperazione internazionale, tra l’Italia, il nostro paese e tutta l’Europa.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Essendo esperta in politiche dell’immigrazione penso di portare una freschezza sulla vera integrazione dentro il consiglio comunale. Lavorare per sensibilizzare le persone, per far conoscere i valori dei nuovi cittadini e capirli per far fronte alle varie problematiche.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Io vivo in Italia da 26 anni,9 anni a Bari e 17 anni a Pesaro. A gennaio 2005, ho vinto il Primo Posto in un concorso provinciale per lavorare nel call center della Questura e Prefettura di Pesaro-Urbino con sede di lavoro presso la Prefettura di Pesaro.
Da quel momento ad oggi non ho smesso di aiutare tutti i cittadini non comunitari, comunitari ed italiani nello sbrigare le pratiche che riguardano il permesso di soggiorno, il ricongiungimento familiare, il nulla osta al lavoro e alla famiglia, le domande per la cittadinanza italiana, l’informazione sulle pratiche in corso, sia in questura e anche in Prefettura di Pesaro-Urbino. Ho dimostrato in tutti questi anni che sono disponibile e utile in qualsiasi fronte a difendere i diritti ed i doveri dei cittadini, dimostrando di avere la pazienza, la voglia di ascoltare l’altro, e trattare i vari problemi come un portatore di pace.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Senza dubbio un grande vantaggio.
Ho vinto una borsa di studio europea nel 2008 e sono stata a Berlino, per diventare Mediatore Interculturale Europea. Ho portato l’esperienza italiana e quella albanese a Berlino ed ero orgogliosa di rappresentare i due paesi. Avevo portato in quel corso anche dei oggetti significativi della cultura albanese e ho dimostrato di essere un cittadino del mondo, ricca di idee e di progetti per il futuro dell’Europa.
La stessa cosa mi è successo in Francia, quando sono andata a Parigi, con un progetto europeo I.C.I. (Immigrati Cittadini Invisibili). Siamo stati accolti da un Consigliere di origine straniera nel Comune di Saint Denis a Paris per apprendere dall’esperienza francese sull’immigrazione e conoscere le problematiche delle banlieue francesi. Conoscere la lingua francese mi ha reso partecipe al dibattito senza un traduttore, perciò posso dire che la conoscenza delle lingue ti mette a diretto contatto con il mondo.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
L’Albania per me è una finestra aperta che mi dà respiro, perché la mia nascita li ed i miei 34 anni di vissuto, nessuno non me li può cancellare. Quando sono partita per l’Italia nel 1993 ho pensato di contribuire per la crescita dell’Albania facendo conoscere la sua cultura in qualsiasi posto del mondo.
Nel 2012, presso la Prefettura di Pesaro Urbino, nella Sala Laurana, ho organizzato la Mostra Storico Culturale dei 100 anni dell’Indipendenza dell’Albania. Hanno partecipato le autorità locali, hanno scritto su tutti i giornali, la comunità albanese era molto felice nel visitarlo.
I cittadini erano commossi nel rileggere la loro storia e la loro cultura in un paese diverso dal loro, ma la bellezza dei visitatori erano i bambini nati in Italia. I genitori stavano vicino ai loro figli spiegando la storia ed i posti meravigliosi paesaggistici dell’Albania. Sono molto fiera di aver tenuto aperta la Mostra per due settimane nel cuore della città, proprio al Palazzo del Governo in Piazza del Popolo.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Una cosa normale, anche in Albania ho messo alle mie due figlie dei nomi stranieri: ad una delle quali il nome tratto da una canzone italiana di Umberto Tozzi.
7. Sei abbastanza italiana per chi ti voterà?
Non credo, per tutti sono Klarita, un nome straniero e di nazionalità italiana da 13 anni. Penso che le persone con le quali ho dei rapporti di conoscenza e di amicizia mi possono sostenere. Le elezioni amministrative locali sono un po’ particolari, per gli affetti, per il lavoro concreto di ciascuno di noi. Sei conosciuto perché sei stato sempre a fianco delle persone che hanno bisogno e la gente valorizza le tue competenze professionali ed affettive.
Ho dei legami familiari con i cittadini italiani, ho una storia di un’integrazione a 360 gradi, ho un’esperienza lavorativa evidente nel sociale, nel volontariato e mi sono messa sempre a disposizione di tutti. Se le mie qualità, durante questi anni hanno colpito le persone, penso che sono abbastanza italiana per essere sostenuta.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritta?
Fino ad un certo punto, do un valore relativo.
Dicono che siamo forti, perché il nostro sindaco ha dimostrato in questi 5 anni di essere vicino alla gente e ha investito molto per il benessere, la cultura e la felicità di Pesaro. Siamo la Città della musica (Rossini è nato qui a Pesaro), riconosciuta dall’Unesco, la Città dello sport, siamo una Città di mare dove vediamo il sole dall’Alba al Tramonto, abbiamo alle spalle della città la collina con un bel Parco Naturalistico, abbiamo un giovane Sindaco molto preparato e determinato, perché non dobbiamo vincere?!?!
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
La vera integrazione è collaborare con i cittadini italiani e stranieri progettando un futuro migliore per l’intera comunità e il territorio in cui si vive; parlare un linguaggio che avvicina le persone, rispettare i diritti ed i doveri, avere una vita attiva e partecipe, vivere la città e non avere paura di affrontare con intelligenza e professionalità i pregiudizi e le varie opinioni sugli immigrati.
Io lavoro in prima fila sull’Integrazione.
Tramite lo Sportello Immigrazione, le persone prendono dei appuntamenti per fare il primo ingresso in Prefettura e in Questura di Pesaro Urbino, loro hanno un’informazione completa sui documenti da presentare, hanno dei suggerimenti sull’Accordo d’integrazione, sui corsi d’italiano nel nostro territorio, ecc.
Sulle politiche dell’immigrazione bisogna lavorare ancora molto, iniziando dalla legge dei bambini nati in Italia, dalle politiche di lavoro, (I flussi e lo sfruttamento) ,i riconoscimenti dei titoli di studio ,ecc.
10. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
La comunità albanese della città di Pesaro si chiama “Nënë Tereza”.
I membri sono tanti, è la comunità più numerosa facendo paragone con le altre comunità, è la più integrata. Sono tutte famiglie giovane con dei figli che frequentano non solo la scuola d’obbligo, ma anche le Università italiane con voti alti.
11. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
Penso che durante questi 5 anni il nostro Sindaco ha avuto e conservato nel tempo dei bellissimi rapporti con le persone, con la nostra comunità ed i suoi ex-candidati del 2014 (tra i quali anche io).
Nel 2012, lui ha partecipato alla celebrazione della ricorrenza della nostra festa nazionale del 28 novembre; ci ha concesso di svolgere un bellissimo concerto estivo con la nostra musica, in Piazza della Libertà, che ha ravvivato la zona mare in piena estate; ha collaborato sempre per risolvere i vari problemi dei cittadini, dimostrando una collaborazione di lunga durata.
I voti dei nuovi cittadini, in questa legislatura sono diversi, perché siamo più numerosi in diritto di voto e più consapevoli del valore aggiunto che possiamo offrire in consiglio comunale, con delle idee e dei progetti di qualità.
12. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Ognuno di noi è libero di scegliere il candidato sindaco che a lui sta al cuore.
Siamo in democrazia. Vinca colui che ha dimostrato da anni che ama la sua gente e che è capace di difendere i più deboli con professionalità ed umiltà.
13. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Spero che i miei elettori riconoscano in me gli sforzi, la pazienza e la volontà di collaborare sempre con tutti senza nessun interesse.