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Il racconto è quello di una scuola. Modena, vialone che dalla stazione dei treni porta allo stadio, è qua che sorge il Ctp (Centro Territoriale Permanente).
Una scuola particolare, struttura rara nel suo genere, sperimentale, che opera dentro quel limbo dove le culture si incontrano, si fondono e crescono assieme.Un luogo di prevenzione del disagio, della conflittualità. Un’argine di tensioni sociali.Una Scuola è questa la parola riassuntiva, sostenuta in tutta la sua valenza. Ma per raccontarla questa storia occorre partire da lontano. Anni 70, anni di contestazione ma non solo anche di sperimentazione. Grazie al contributo di lotte sociali e sindacali, il “famigerato” autunno caldo, venne varata una legge le “150 ore” che consentì amoltissimi operai ed impiegati costretti ad interrompere gli studi per cominciare precocemente a lavorare, di conseguire la licenza media.
Ma non basta, oltre alla licenza media si tennero numerosi corsi sulla prevenzione e sulla sicurezza nel lavoro, e fu anche grazie a questa esperienza se oggi abbiamo una legge come la “626”, quella che la Beghelli utilizza nei suoi spot per intenderci.
Intanto l’Italia cresce e si tasforma, negli anni novanata nel paese cominciano ad arrivare i primi immigrati e gli alunni che frequentano i Ctp da adulti italiani diventano sempre più spesso stranieri.
Tanti, come tante sono le nazionalità da cui provengono.
L’accento viene posto sulla lingua veicolo principale per la convivenza e l’italiano che torna in cattedra come lingua seconda.
Lontano dai riflettori, puntati e concentrati sulle polemiche crocefisso nelle aule o no, cominciano ad emergere i primi problemi legati alla multiculturalità. Gli insegnanti affrontano dilemmi sui metodi di studio in classi multietniche, lingue che si mescolano in attesa dell’apprendimento e professionalità che si formano. Ma cosa succede? Modena, perchè è questa la scuola di cui si vuole parlare, il futuro è a forte rischio grazie alla drastica riduzione degli insegnanti, 6 su 11 che verranno trasferiti.Una riduzione dell’organico che getterà dieci anni di competenze e professionalità.
Riforma Gelmini più portafoglio Tremonti e corsi a rischio per i quasi 5000 studenti stranieri, tra Modena e provincia, che imparano l’italiano arrivando a conseguire la licenza media.
Struttura all’avanguardia quella di Modena che collabora col territorio, musei, biblioteche, scuole superiori oltre che con l’università per stranieri di Perugia. Strana anche la tempistica, a pochi giorni dall’approvazione che disciplina lo schema del permesso di soggiorno a punti, introdotto dal decreto sicurezza nel quale si richiede la conoscenza della lingua italiana oltre alle fondamenta della costituzione italiana, si smantellano le principali strutture di integrazione.
Ma si riesce comunque ad andare oltre, Marcello Limina direttore dell’ufficio scolastico dell’Emilia Romagna invita i dirigenti scolastici provinciali a vigilare affinchè il personale della scuola non parli con i giornalisti o distribuisca materali critici alle famiglie degli alunni.
Si richiede il silenzio negando la libertà d’espressione.
Fatica ma fiducia….“Non c’è opera, neanche breve, che non implichi una grande impresa… Non c’è opera d’arte che non faccia appello a un popolo che non esiste ancora.”
Ctp una scuola per i cittadini che non esistono ancora.