La vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, Mara Carfagna, denuncia su Facebook che l’Albania è “nel caos” e invita: “L’Italia intervenga diplomaticamente. A pochi chilometri dalle nostre coste – spiega – è in atto una grave crisi politica e sociale che pare non interessare minimamente il governo italiano. In Albania le forze di opposizione protestano denunciando una mancanza di equità nelle regole della competizione elettorale del prossimo 30 giugno. Lo scontro tra partiti è diventato uno scontro tra il governo Rama e la presidenza della Repubblica”.
Per la parlamentare di Forza Italia, “se l’Italia e l’Unione europea non intervengono immediatamente fornendo all’Albania una via d’uscita pienamente costituzionale, rischiamo di assistere ad una paralisi istituzionale. Ne uscirebbe danneggiata gravemente – prosegue – la società albanese e le tante imprese italiane ed europee che operano in Albania. Il processo di candidatura del paese all’Ue verrebbe bruscamente interrotto. Per non parlare del rischio esodo di migliaia di albanesi verso l’Italia. Con Forza Italia – informa – abbiamo depositato una mozione parlamentare che impegna il governo Conte ad attivarsi immediatamente. È una nostra responsabilità politica e storica. Ci aspettiamo – conclude – che il premier e il ministro degli Esteri si attivino ad horas”.
Qualche giorno fa anche il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha parlato con il presidente albanese Ilir Meta della crisi politica in Albania.
In un video pubblicato su Facebook, il ministro Salvini ha detto di aver avuto una telefonata con Meta “per capire come aiutare un paese a noi vicino e amico, e per evitare che si moltiplichino e si ripetano gli scontri di piazza della scorsa settimana”. Nel paese resta infatti alta la tensione visto che da settimane si registrano manifestazioni in piazza in vista delle elezioni amministrative del 30 giugno. L’opposizione di centrodestra, che boicotterà l’appuntamento elettorale, chiede le dimissioni del premier socialista Edi Rama e la formazione di un governo transitorio che prepari elezioni anticipate.
Lo svolgimento delle amministrative è stato fonte di forti scontri della maggioranza anche con il presidente della Repubblica Ilir Meta, il quale, lo scorso 10 giugno ha deciso di annullare il 30 giugno quale data per la tenuta delle amministrative. Due giorni fa, il Collegio elettorale ha riconosciuto valida la decisione della Commissione elettorale centrale (Cec), la quale, con i voti dei soli membri nominati dalla maggioranza, ha ritenuto che il decreto di Meta sia “un atto totalmente invalido” e quindi è andata avanti con i preparativi per la tenuta delle amministrative nella data prestabilita. Ma secondo Meta “la decisione del Collegio elettorale albanese non riguarda il decreto del presidente della Repubblica, ma solo il rapporto fra la Cec e il Partito per l’unità nazionale (Puk), che ha fatto ricorso contro la Cec”.