Iskander è un’associazione no profit con sede legale a Forio d’Ischia ma che opera maggiormente a Napoli e in tutto il territorio della Campania.
L’associazione prende il nome Iskander in onore a Giorgio Castriota, eroe nazionale albanese, principe della casata dei Castriota che in seguito al l’invasione dei turchi fu sottratto alla sua famiglia. Alla corte rimasero colpiti dalla viva intelligenza del ragazzino, che crescendo si distinse nell’uso delle armi e nella conoscenza delle tecniche belliche. Lo stesso sultano Murat ne fu conquistato, tanto da affidargli incarichi di rilievo. Fu proprio il sultano a dargli il nome islamico Iskender Bej (letteralmente: Principe Alessandro) da Iskander o Skander deriva Scanderbeg.
Intervista a Xhuljan Lala
Ciao Xhuljan, cominciamo col presentare la nuova associazione. Da dove nasce?
Iskander nasce da un’esigenza di portare alla luce gli antichissimi legami culturali e storici della cultura albanese nella penisola italica e -perché no- intende anche essere una risposta a questa continua escalation di odio razziale e del diverso.
Quali sono gli obiettivi che intendete perseguire?
Iskander si occupa di valorizzare le minoranze culturali presenti sul territorio italiano, particolarmente quella albanese e arbëreshe, di cui intende salvaguardare in primis il patrimonio linguistico.
Raccontaci qualcosa di te? Chi sei, da dove vieni?
Mi chiamo Xhuljan Lala, sono uno studente universitario alla magistrale di Psicologia clinica all’università di Napoli.
Insieme alla mia famiglia vivo a Ischia, dove ho sempre vissuto da quando avevo tre anni, anche se le mie origini sono chiaramente Albanesi, sono nato a Durazzo.
Però la domanda giusta sarebbe chi siamo?
Fortunatamente non sono solo, grazie a loro è stato tutto possibile perché hanno fatto tantissimo,siamo un gruppo di amici e amiche, tra professionisti e studenti universitari.
Quello che più mi fa riflettere è proprio che tra i soci siamo solo in due ad essere Albanesi, gli altri sono Italiani, e questo mi fa pensare che la storia non ha confini nè nazioni, ma che è semplicemente storia, una storia che se appresa può facilmente abbattere le logiche di divisione e frontieristiche.
Sarete attivi in Campania dove esiste una realtà antica albanese, Greci. Avete già instaurato contatti con il comune arbereshe? Cosa possiamo aspettarci dalle sinergie messe in atto?
Si con il sindaco di Greci sono spesso in contatto, il quale ci ha dato il suo pieno sostegno.
Stiamo lavorando assiduamente su di un progetto che mette in contatto i lasciti storici della nostra cultura nel territorio napoletano connettendoli a questa grandiosa cultura arbëreshe che resiste da ormai cinque secoli. Non dico altro perché a progetto terminato mostreremo questa bella sorpresa.
L’associazione prevede i “soci”? A chi è aperto l’iscrizione?
Sì l’associazione prevede i soci e l’iscrizione è aperta a tutti.
Durante l’ultimo evento a Roma vi siete già incontrati con il Ministro della Diaspora. Che impressioni vi ha fatto? Pensate che questo Ministero può aiutare l’associazionismo degli albanesi in Italia? Quali possono essere i tuoi consigli verso le strade che deve perseguire il Ministero?
Si il ministero della diaspora può essere molto utile in Italia soprattutto dove si registrano circa 500.000 abitanti albanesi e quelli con cittadinanza italiana come me ad esempio spesso si fa fatica a conteggiarli.
Mi è piaciuto molto l’intervento del ministro il quale ha detto che l’italia è piena di medici, ingegneri, avvocati, manager ecc.che hanno origini albanesi, però le iniziative che mirano a costruire una rete sociale tra tutti questi professionisti,in tutto il territorio nazionale sono veramente poche.
lnviterei sia il ministero che l’ambasciata a non aver riserve nel richiamare i propri cittadini all’unità, per quanto essi vivano in posti reconditi dell’arcipelago.
La maggiore problematica che hanno gli albanesi di prima generazione è come poter insegnare ai propri figli la lingua albanese? Avete in programma la possibilità di aprire dei corsi di lingua? Oppure esistono già realtà simili a Napoli, in Campania?
Allo stato attuale non conosco una realtà simile a Napoli però questo è uno dei nostri punti cardine: Lezioni di albanese a bambini di seconda generazione o anche adulti.
Devo confessare che mi vergogno un po’ ma non ho mai studiato l’albanese anche se lo parlo, come si suol dire, maccheronicamente. Inoltre il nostro intento è anche quello di dare fondamenti di Italiano a chiunque ne senta la necessità.
Avete intenzione di collaborare con le altre associazioni albanesi a livello nazionale?
Assolutamente sì noi siamo un’associazione giovane e abbiamo molto da imparare, potremmo però anche essere un riferimento in Campania che permette di estendere la rete nazionale.
Concludendo, cosa ti manca dell’Albania? Se dovessi scegliere di portarti qualcosa dalla Terra delle Aquile, cosa sarebbe?
Premettendo che le differenze culturali tra Albania e Italia sono minime, più che portare qualcosa qui penso che vorrei mantenere nel tempo e nello spazio la mia identità e le mie origini, così come viene fatto da secoli dai nostri a antenati.