Elezioni amministrative 2019. In queste settimane Albania News ha ampiamente dato spazio alla forte presenza di candidati di origine albanese alle ormai imminenti comunali ed alla presenza di Gerarta Ballo nella Circoscrizione Sud alle Europee.
Oggi vi presentiamo Sonila Alushi è candidata a Bergamo (Lombardia) con la Lista Gori in sostegno del candidato sindaco Giorgio Gori.
Intervista a Sonila Alushi
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista?
Quella della politica è stata una scelta che ho maturato negli anni, con il mio attivismo, l’associazionismo, le attività culturali, le innumerevoli conferenze in tutta Italia riguardo ai temi dell’immigrazione e pari opportunità per le fasce più deboli della società.
Lavoro e mi formo con la lista civica Gori dal Marzo del 2018, già da prima che il nostro sindaco decidesse di ricandidarsi. Siamo un gruppo di Cittadini per Passione, che ritengono la politica un mestiere importante da fare con entusiasmo, competenze e serietà. Durante tutto questo periodo ci siamo trovati nella nostra sede in tantissimi riunioni e incontri per lavorare e costruire insieme il nostro programma da proporre alla cittadinanza. Ergo in tutti i punti che riguardano il tema dell’inclusione e della persona al centro, c’è anche la mia voce
Abbiamo deciso insieme anche la mia candidatura e lo abbiamo fatto perché la squadra crede in me e nel mio lavoro come io credo in tutti loro.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Ecco, questa è una buonissima domanda perché credo che palare chiaro agli elettori dimostrando quello che si è studiati e che si intende fare, sia fondamentale in questo mestiere. Il voto è fiducia e la fiducia si deve guadagnare con fatica e idee chiare.
Se verrò eletta, proporrò al Consiglio Comunale la Consulta dei Popoli, un tavolo composto dai rappresentanti delle comunità straniere il quale avrà come obbiettivo la partecipazione diretta dei neocittadini in Consiglio Comunale.
Ho studiato il modello di Parma e mi piacerebbe portare avanti questo progetto seguendo quell’esempio e magari migliorarlo. A Bergamo esiste il tavolo dell’omofobia ed il Consiglio delle Donne, manca quello di circa 5000 mila cittadini non autoctoni che qui vivono, crescono i figli, pagano le tasse e votano. Non siamo ospiti, siamo a casa e necessitiamo essere rappresentati per far sentire la nostra voce e le nostre esigenze. Si è sempre fatto politica per noi, è giunto il momento di fare politica CON noi.
Inoltre vorrei proporre altri corsi formativi per le donne straniere, in uno scambio di professioni, dove le donne possano trovarsi per imparare da l’un l’altra cercando e trovando anche un dialogo migliore, tra diverse comunità, all’insegna di una integrazione a 360 gradi.
Un altro obbiettivo è quello dei corsi base di cittadinanza per capire bene la nostra costituzione, le nostre leggi, le nostre usanze. Ricevere la cittadinanza italiana è un diritto conquistato con fatica e proprio per questo anche una grande responsabilità. Andare al voto informati è uno dei modi migliori per rispettare questo paese.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Perché non sono una donna addomesticabile! Vado a lavorare, a imparare e a farmi ascoltare, non a premere un bottone piuttosto che un altro senza ragionare con la mia testa.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Porto dall’Albania una generosità straordinaria, l’ospitalità come dovere e una lingua antica e resistente quanto le montagne. Sì, mi sento avvantaggiata e questo lo crede anche la nostra squadra.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
L’Albania è la dolcezza della mia infanzia, la forza gentile tipica delle sue donne, la mia storia, i pilastri del mio carattere.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Spiegare da dove viene, il suo significato, la sua diversa musicalità. Significa sorridere quando qualcuno lo pronuncia male e insistere perché lo faccia bene.
7. Sei abbastanza italiana per chi ti voterà?
Non sono abbastanza italiana, io sono italiana e non basta essere italiani per fare politica: bisogna essere bravi cittadini in primis, amare e onorare questo paese quotidianamente ed essere coscienti che politica significa prendersi cura di tutti, autoctoni e non. Tutti.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritta?
Leggo i sondaggi come l’oroscopo, sorridendo. Non do nulla per scontato e le mie maniche stanno alzante dalla mattina a sera a prescindere da cosa dicono i giornali. Della mia lista dicono bene e credo abbiano ragione stavolta.
9. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione.
Esiste una comunità albanese di circa 1000 cittadini residenti in città a mio avviso ancora poco organizzata. Come Fondazione Migra Onlus, che presiedo, abbiamo organizzato la presentazione di alcuni libri e partecipato in varie conferenze sui temi dell’immigrazione, sul coraggio delle donne (con una mostra fotografica), sullo Ius Soli ecc, ma credo si possa fare molto meglio.
Infatti, indipendentemente da queste elezioni amministrative, ho intenzione di concentrarmi di più sul territorio iniziando dalla scuola di lingua e cultura albanese per bambini. Ho già la disponibilità di tre insegnanti volontarie di lingua albanese e molti genitori interessati a iscrivere i figli.
La Scuola di lingua albanese di Scanderbeg Parma ci ha già fatto un po’ di formazione e si è resa disponibile a farci da supervisore. Hanno un esperienza di 10 anni che metteranno, con tanta generosità, a nostra disposizione. Siamo orgogliosi di questa collaborazione e colgo l’occasione di ringraziare tutti loro iniziando dal direttore della scuola Durim Lika e la sua Signora Elvira Lashi Lika, una delle prime insegnanti volontarie.
L’integrazione è il mio perenne obbiettivo, l’assimilazione e la smemoratezza le mie perenne nemiche.
10. Non pensi che ti abbiano scelta solamente per attingere i voti della tua comunità?
Per quello che ho potuto informarmi, a mio avviso, lo hanno fatto con molti candidati di diverse origini straniere, inutile negarlo. Questa è la faccia meno bella della politica. Non è il mio caso ovviamente. Non avrei accettato una candidatura per “colorare” una lista, per essere un numero che porta solo numeri. Sono una persona che vuole lavorare per le altre persone.
Ho tante idee e tanta voglia di fare, non sto partecipando per il solo gusto di partecipare. Mi sto impegnando tantissimo togliendo tempo e risorse ai miei figli, alla famiglia e alle mie aziende e lo sto facendo non per avere la foto in un poster elettorale, un momento di gloria diciamo. Lo sto facendo perché ci credo veramente.
11. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Che vinca il migliore! Non perché albanese, non perché integrato poiché questo è e dovrebbe essere scontato, ma perché competente, forte di carattere, deciso, con idee chiare. Questa è l’idea politica che voglio portare avanti. Lo faccio perché ritengo che non possiamo limitarci ad essere cittadini passivi che si limitano a recepire, ma dobbiamo restituire quello che di buono abbiamo ricevuto.
Mi fa piacere vedere così tanti candidati nelle elezioni comunali, perché significa che c’è un radicamento forte nel territorio. Che vinca chi ha voglia di mettersi al servizio della comunità intera della propria città, per fare gli interessi di tutti, non quelli personali. Che vinca chi ha la coscienza pulita ed è parte di una squadra perché questo lavoro, forse più di altri, lo necessità. L’individualismo lo aborro.
12. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Andate a votare informati. Cercate di verificare quello che dicono i candidati nelle interviste. Scegliete chi dice bene e veramente fa bene. La politica è cattiva solo se fatta da incompetenti e di questo siamo tutti responsabili con il nostro voto o il nostro vuoto. Non siate indifferenti, ne va del vostro futuro e quello dei vostri figli.
Le città le abbiamo ereditate dai nostri anziani e prese in prestito dai nostri giovani.

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