Il 23 Gennaio 2012, durante il Consiglio comunale della città di Torino, il consigliere comunale Tricarico, ha proposto all’ordine del giorno il sostegno al disegno di legge sui diritti di cittadinanza.Il consigliere si è aggiunto a quel grande numero di ragazzi di seconda generazione che da tempo richiede la revisione delle norme riguardanti la cessione della cittadinanza. Solo poco tempo fa il Presidente della Repubblica Napolitano ha sostenuto che l’Italia deva rigenerarsi politicamente e riconoscere l’importanza di questi ragazzi non più stranieri ma tantomeno italiani. Il presidente inoltre ha dichiarato che senza i giovani stranieri, l’Italia sarebbe un paese più vecchio e con minore capacità di sviluppo.
In Italia nascono ogni anno circa 100.000 bambini con almeno un genitore straniero, ma questi potranno diventare cittadini italiani solo al compimento del diciottesimo anno d’età. La maggior parte di questi bambini parlerà solo italiano, studierà la storia d’Italia e si sentirà italiano a tutti gli effetti. A Torino,nel 2009, il 26% dei bambini nella fascia di età tra zero e quattro anni era straniero e di questi, il 91.5 % era nato in questa città.
Pur essendo nati in questo paese e nonostante l’articolo tre della costituzione italiana garantisce che ”tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, i bambini nati in Italia non diventano immediatamente cittadini italiani e non avranno mai gli stessi diritti dei bambini italiani.
La città di Torino si impegna affinché l’appello dell’Unione Europea e del Presidente Napolitano non cada a vuoto e che l’Italia possa seguire l’esempio di altri stati europei, dove la cittadinanza viene ritenuto un diritto personale e politico, quindi concesso alla nascita. In Germania, ad esempio, dal 1° Gennaio 2000, è entrata in vigore la legge di riforma secondo cui, acquisiscono automaticamente la cittadinanza tedesca non solo i figli di cittadini tedeschi, ma anche i figli di stranieri che nascono in questo paese, purché almeno uno dei genitori risieda stabilmente nel paese da almeno otto anni e sia in possesso di regolare autorizzazione al soggiorno.
La proposta di revisione delle norme riguardanti la cessione della cittadinanza è stata appoggiata dalla maggior parte dei consiglieri, tranne alcune eccezioni, il sindaco Fassino oltretutto, ha sottolineato ancora una volta l’importanza della comunità straniera e dei giovani stranieri nati a Torino.
Ringrazio a nome di tutti noi giovani di seconda generazione il Consiglio Comunale di Torino e il consigliere Tricarico che oltre ad aver portato all’ordine del giorno una proposta così delicata ma nel contempo importante, mi ha concesso una interessante intervista qui di seguito riportata.
Consigliere Tricarico, la ringrazio innanzitutto per avermi dato la possibilità di poterLa intervistare. Qual è il motivo per cui ha deciso di proporre al Consiglio comunale di Torino di sostenere la proposta di legge europea che prevede la concessione della cittadinanza ai bambini nati da genitori stranieri in uno stato dell’Unione?
Io so bene cosa significhi sentirsi stranieri a casa propria, sono infatti figlio di immigrati pugliesi trasferitisi in Piemonte con la speranza di una nuova e migliore vita. Quando ci si sente a casa propria non è necessario chiedere il permesso di esercitare i propri diritti, poiché vengono acquisiti dalla nascita. Oltre ai diritti personali però, vanno associati i diritti politici, la cittadinanza dunque, deve essere concessa in base al luogo in cui si nasce e non in virtù della provenienza dei genitori.
Napolitano, in un recente discorso, ha sottolineato l’importanza dei giovani di seconda generazione per lo Stato italiano, sostenendo che: “Non c’è futuro per l’Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica”. Lei non ritiene invece che oggigiorno la sfiducia nella politica, stia allontanando i giovani non solo stranieri, ma anche italiani, da questo paese?
Personalmente credo che tra le problematiche principali dell’Italia, non ci sia solo la riduzione dello spread: bisogna bensì, ridurre le distanze tra le persone. La comunità deve essere coesa, ci deve essere un reciproco riconoscimento tra gli individui nello spazio comune. Le parole di Napolitano sono per l’affermazione del singolo, ma anche per l’intero paese. Questa nazione deve essere di tutti coloro che vi nascono e crescono, pur vivendo in famiglie di origini straniere. La politica di oggi è una “politica di separazione” non solo tra etnie ma anche tra classi sociali. Si diffondono sempre più ideali conservatori e si abbandonano i giovani.
In Italia è elevato il numero di ragazzi nati nel paese d’origine, ma che hanno frequentato qui le scuole dell’obbligo e sono del tutto inseriti nella cultura italiana, eppure, possono diventare cittadini italiani solo al compimento del diciottesimo anno d’età. Secondo lei, cosa bisognerebbe fare per accelerare i tempi previsti dalla burocrazia italiana?
I giovani devono affermare la loro volontà di ottenere una cittadinanza europea. La “generazione Erasmus”, quell’insieme di ragazzi che viaggiano, studiano in paesi differenti dal proprio, deve battersi affinchè le istituzioni, nonché il governo europeo, aumentino la difesa comune, facilitino l’integrazione e la mobilità. C’è un forte bisogno di omogeneità, di integrazione, e purtroppo l’Italia è in ritardo. Nonostante ciò, il comune di Torino è stato eletto capitale europea dell’Erasmus Day Live: 10.000 ragazzi da tutta Italia ed Europa si sono riuniti nella città in cui il progetto è nato, per celebrarne il ventennale. Lei ha partecipato con centinaia di ragazzi all’esperienza del Treno della memoria, avrà quindi spesso sentito parlare di “zona grigia”. Ritiene che oggigiorno si stia affermando una nuova zona grigia composta dagli stranieri che ormai si sentono abbandonati dall’Italia e non agiscono attivamente affinchè qualcosa cambi, bensì attendono che sia lo Stato a coinvolgerli?
Mi viene in mente una frase di Kennedy: “Non chiedete cosa può fare il paese per voi,ma cosa potete fare voi per il paese”. Credo che questa citazione si adatti molto a questa situazione, lo straniero deve pensare a cambiare ciò che non apprezza dell’Italia, deve battersi affinchè si ottenga la cittadinanza europea. I giovani non devono pensare che la politica sia distante da loro ma cercare di interagire con noi e renderci partecipi dei loro problemi.
Beppe Grillo, in un recente articolo pubblicato sul suo blog, ha sostenuto che la questione dei giovani di seconda generazione distrae la massa dai reali problemi dell’Italia. Cosa ne pensa a riguardo?
Non è mai oggetto di distrazione trattare di diritti. Il cittadino, anche straniero, non deve avere solo doveri ma anche diritti. Questo ritengo sia la spina dorsale della dignità di una persona.