Solo alcuni giorni dopo che la Grecia è stata costretta a reagire duramente contro il governo albanese per la questione riguardante le proprietà della minoranza greca nel Paese delle Aquile, nelle ultime ore si è assistito ad un nuovo ‘scontro’ diretto come abbiamo riportato ieri sulle pagine di Albania News
I media greci, infatti, hanno dedicato molto spazio al caso dei cartelli stradali rimossi nel sud del Paese delle Aquile. ‘ProNews’, ad esempio, riporta che il premier albanese Rama si è ‘piegato’ dichiarando che i cartelli stradali verranno revisionati e rimessi poiché la causa della loro rimozione è stato un problema burocratico.
In effetti, i primi cartelli sono stati reintrodotti nella giornata di ieri. Il ministro degli esteri della Grecia, Giorgos Katrougalos, ha affermato che verranno intraprese azioni legali per tutelare la minoranza di etnia greca presente nel sud dell’Albania avvertendo, inoltre, che la Grecia potrebbe addirittura arrivare a voltare le spalle all’Albania per quanto riguarda l’apertura dei negoziati ufficiali d’adesione con l’Unione Europea.
La maggior parte degli esponenti del partito ‘Syriza’ (attualmente al governo) sta ‘mostrando i muscoli’ al Paese delle Aquile, e la situazione non dovrebbe migliorare neanche dopo le prossime elezioni.
Kyriakos Mitsotakis, infatti, leader della ‘Nuova Democrazia ‘ e che i sondaggi danno in vantaggio, si è sempre dimostrato ostile nei confronti dell’Albania sostenendo il veto greco (per l’apertura dei negoziati ufficiali d’adesione con l’UE) nel caso ci fosse qualche azione contro la minoranza greca, come chiaro messaggio per l’Albania.
La questione dei cartelli stradali bilingue
Nella serata di sabato è stata condotta un’operazione con decine di forze di polizia per rimuovere i cartelli stradali in lingua greca nel comune di Finiq.
I cartelli in lingua greca, che hanno invaso i villaggi del distretto di Saranda negli ultimi giorni, andavano contro la legge poiché si era notato che in molti di loro non veniva affatto utilizzata la lingua albanese o quando questo accadeva, veniva impostata come lingua secondaria.
Per questo, dopo numerose denunce, le forze dell’ordine si sono attivate – in collaborazione con l’autorità stradale nazionale – per rimuovere definitivamente i cartelli in questione.
a legge albanese, infatti, per la tutela delle minoranze nazionali, afferma che nelle unità amministrative nelle quali le minoranze raggiungono almeno il 20% degli abitanti totali, i nomi e le indicazioni stradali dovranno essere impostati anche nella lingua della minoranza in questione, oltre che in lingua albanese.
Si evince, di conseguenza, che i cartelli stradali del villaggio di Finiq erano in aperta contraddizione con la legge albanese, poiché quest’ultima afferma che in ogni caso la prima lingua deve essere quella albanese.