Rimi Beqiri aveva 16 anni quando approdò da clandestino come tanti in Italia e precisamente a Lecce, in Puglia.
Sarà l’ultimo viaggio, aggiunge subito lui che farò in quelle condizioni. Ma non si avverte alcun senso di autocommiserazione, perché Rimi è un giovane di 36 anni, felice del destino che gli è venuto incontro.
Già da bambino sognava di venire in Italia per fare l’attore.
Guardare in Tv o sulle videocassette che gli regalava il nonno, i personaggi che si muovevano sullo schermo lo affascinava.
Cercava di immedesimarsi nei loro ruoli e di comprenderne i caratteri, di studiare i loro atteggiamenti.
Insomma fare l’attore è stata la sua prima aspirazione.
Anche se all’inizio è stato difficile. Dovevo confrontarmi con persone più grandi di me, capivo a mala pena l’italiano, quel poco che avevo imparato dalla Tv, guardando i sottotitoli.”
La sua avventura italiana inizia a Firenze, presso uno zio che abitava lì. Si specializza come Perito Elettrico Elettronico Audio Video per poi iscriversi alla Scuola Nazionale di Cinema Indipendente.
Qui fa i primi passi, impegnandosi in seguito in un laboratorio di recitazione teatrale presso Tedavi’98, con cui interpretò spettacoli itineranti in giro per la Toscana. Nel 2008 approda finalmente a Roma e dopo aver superato con varie prove una selezione difficile inizia a frequentare l’Accademia Internazionale di Teatro, dove alla fine otterrà un diploma come attore e aiuto regista.
Questo in breve il curriculum
- Wikipedia
- IMDB
- My Movies
- Cine Clandestino (rivista di critica e informazione cinematografica)
- Video intervista su RTSH (Radio Televisione Albanese)
- Video intervista su Top Channel Prima Parte , Seconda Parte (TV Nazionale in Albania)
Il resto è affidato al suo racconto, che ruota esclusivamente intorno alla sua attività di attore, che per ora, è il solo mondo che lo coinvolge totalmente
Subito dopo finito l’accademia mi sono creato un curriculum, facendo anche un book fotografico, ed infine ho trovato un agente.
Quali sono i ruoli più significativi?
Inizialmente non erano ruoli significativi ma diciamo che ho iniziato ad apparire con dei piccoli ruoli in varie fiction come “I Cesaroni 3” in cui facevo il cameriere. “Il Commissario Rex 7”, versione italiana. Lì avevo il ruolo di braccio destro di un boss, naturalmente albanese”.
E finalmente nel 2014 sono stato il protagonista in una puntata di “Un Passo dal Cielo 3” accanto a Terence Hill. Lì ero un giovane padre accusato, ingiustamente, di un omicidio.
“E’ un piacere ascoltare Rimi perché ti trasmette un’esplosione di entusiasmo, merce rara tra molti giovani disamorati della vita”
Ti consideri, quindi una persona felice?
La felicità comprende una serie di cose. Sì, sono felice a volte per quello che mi piace fare e che cerco di farlo bene con impegno ma soprattutto quando riesco a farlo bene. Non sono felice a volte quando mi rendo conto delle difficoltà che si incontrano spesso nel mondo che ruota intorno all’attore.
Poiché ho vissuto molti anni da solo e ne ho maturato di esperienza, ho visto molte difficoltà quotidiane nel mio percorso.
“Interrompo l’elenco dei numerosi personaggi che ha interpretato soprattutto nel Cinema Indipendente, per domandargli che cosa rappresenta per lui la patria Albania abbandonata da 20 anni”
L’Albania rappresenta la mia casa le mie origini. Ogni tanto vada a trovare i miei genitori e ne ho nostalgia. Ma mi sento anche italiano, per tutti gli anni vissuti qua le conoscenze e le amicizie che ho fatto
E in Italia come si trova?
Mi sono ambientato molto bene da tempo ormai e mi trovo come a casa mia. Dell’Italia amo tutto: le persone, l’ospitalità, il cibo, la generosità, la bellezza.
Quello che non mi piace a volte è la politica in generale, ossia come i politici interpretano i bisogni dei cittadini.
È difficile oggi produrre dei film in Italia?
Si è molto difficile per tanti motivi. Molti giovani registi bravi spesso non avevano o non hanno accesso ai fondi del Ministero, per vari motivi o meglio perché questi fondi la maggioranza andavano unicamente ai soliti tre o quattro famosi.
Poi oggi diciamo la verità, spesso alcuni produttori puntano alle solite commedie ripetitive e direi noiose, giusto per far ridere un po’ ma ottenere incassi, e ovviamente così facendo non vediamo poi spesso del vero cinema d’autore.
Ma lasciamo perdere non vorrei essere pessimista, per fortuna oggigiorno ci sono anche molte altre piattaforme anche su internet dove poter proiettare un Film o una Serie Tv, e che danno la possibilità a molti registi Indipendenti bravi di esprimersi liberamente e facendo visionare il film direttamente al pubblico senza passare nel complicato mondo della distribuzione.
Quali sono gli ultimi progetti che hai realizzato?
Nel Cinema Indipendente ultimo lavoro finito è un cortometraggio che si intitola “Kastriota” con la regia di Steven Renso.
Una storia ambientata nel 1443 in cui si parla di un tratto della vita del grande eroe, patriota e condottiero Albanese “Giorgio Castriota Skenderbeg” che tra l’altro quest’anno è anche il suo 550 esimo anniversario dalla morte.
La storia appunto racconta il momento che “Kastriota” deve scegliere da che parte stare: con i Turchi che lo hanno rapito da bambino ma istruito e fatto Generale, oppure tornare nella sua patria natale Albania e liberare il suo popolo. Ovviamente sceglierà la seconda opzione.
Che risonanza ha avuto questo cortometraggio?
Ha avuto una risonanza mediatica molto importante, infatti ne sono usciti tantissimi articoli online ovunque in Albania, Kossovo e anche in Italia.
Quali film italiani ti piacciono?
Ce ne sono davvero tanti è difficile poter scegliere ma in primis mi piacciono i film d’autore, soprattutto quei film Italiani del passato fatti dai maestri giusto per citarne alcuni: Fellini, Rossellini, Visconti, De sica, Antonioni, Pasolini ecc. Ma oggi ovviamente viviamo in un’altra realtà e devo dire la verità che ci sono molti film d’autore che sono fatti molto bene e mi piacciono.
Lei parla spesso di sogni? Quali i suoi e come si possono conciliare con la realtà
I sogni li rincorro. Per esempio il mio sogno è continuare a lavorare nell’ambiente del cinema con dei bravi registi e fare dei bellissimi film. Ma accanto a questo sogno positivo si accompagna il sogno di paura, perché fare l’attore è un mestiere che non da assolutamente garanzia di vita.
Oggi c’è, domani non si sa, poi magari dopo due o tre anni che non fai niente e stai per decidere di cambiare mestiere, ti si offre improvvisamente un’altra possibilità. È un continuo ricominciare da capo che se non lo fai davvero per puro passione rinunciando a volte anche ad alcune cose importanti non riuscirai mai a portarlo avanti come un proprio mestiere.
Come cerchi di risolvere concretamente questo problema che ti causa un senso di paura?
Quando non faccio cinema, continuo a lavorare normalmente come tecnico presso una azienda che tra l’altro vorrei ringraziare il mio responsabile “Roberto Galli” per la sua disponibilità nel concedermi i vari permessi per andare a girare o a fare dei provini e mi sprona sempre ad andare avanti nel mio “sogno di attore”
Come ti definiresti?
Sono una persona professionalmente corretta, che prende sul serio gli impegni che ha, non sono estroverso bensì introverso, non amo i casini del mondo. Rispetto tutte le persone senza distinzione di etnie o religione, anche se devo ammettere di non frequentare personalmente molto i riti sacri”.
E la famiglia, pensa di sposarsi per crearne una?
In realtà sono molto attaccato alla mia famiglia che vado a trovare ogni tanto a Tirana. I miei sono persone normalissime e hanno una vita normale con dei lavori normali, quindi i propositi per pensare a un matrimonio ci sono tutte ahahahaha che poi è da anni ormai che i miei ci provano a farmi sposare ahahahaha.
Comunque è solo che per il momento sono impegnato nel mio percorso d’attore il che non significa che in futuro non vorrei avere una mia famiglia.