Nella regione balcanica, in quella europea e anche più, la lingua albanese oggi ha un ampio campo di applicazione, grazie alle varie comunità albanesi; oltre all’Albania e al Kosovo, infatti, abbiamo la Repubblica di Macedonia, il Montenegro, l’Italia, la Grecia, la Serbia, la Croazia, la Turchia, la Bulgaria, l’Ucraina, l’Egitto, l’Argentina e l’Australia.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato in albanese sul giornale Panorama dell’autrice Aljula Jubani
Gli Arbanasi di Zara, Croazia
Nel lontano Agosto del 1726, alcune famiglie sono fuggite dall’Albania ‘ottomanizzata’ verso Zara (e non solo), per scappare al dominio barbaro e trovando rifugio e protezione nella Repubblica di Venezia. Non si trattava di un’emigrazione per ragioni economiche, al contrario, i documenti conservati negli archivi di Zara descrivono queste famiglie come benestanti e ricche di beni materiali.
Quest’emigrazione ebbe diverse ondate, che continuarono negli anni successivi fino a metà del secolo XVIII. La maggior parte di loro veniva dai villaggi vicini al lago di Scutari, come Kraja, Shestani, Ljarja, sotto la particolare attenzione dell’arcivescovo Zmajevic.
Pur essendo una piccola comunità, senza o con minimi legami con la propria terra d’origine, hanno sempre mantenuto le loro caratteristiche che distinguono loro dagli abitanti locali. Come scrive Tullio Erber, nel 1937 negli studi dedicati agli Arbanasi di Zara.
“nel loro cuore si sento albanesi e continuano a desiderare di sentire qualcosa riguardo ai loro connazionali…i ragazzi Arbanasi si riconoscono per il loro aspetto virile, per il loro sguardo onesto e vivace, che sembra dire ‘non ho paura’!”.
Orgogliosi quanto fedeli, pronti a sacrificare qualsiasi cosa per coloro che amano. Invece, parlando delle donne albanesi, si esprime in questo modo:
“Nessuno può sfuggire dall’ammirare l’eleganza della donna albanese. Spesso non si riesce a capire come quelle donne, che lavorano tutto il giorno sotto i raggi del sole, non mostrano alcun segno di cedimento né nell’aspetto e né nella salute.”
Hanno conservato tra mille difficoltà l’identità degli antenati, assieme alle canzoni, le tradizioni, i costumi e la lingua. Come in qualsiasi altro luogo, anche qui gli Arbanasi hanno dimostrato una grande sensibilità alla vita nella loro comunità.
La dinastia degli Arbanasi è stata dichiarata dal ministero della cultura della Croazia come parte del patrimonio culturale. Negli ultimi anni, la professoressa Maksimilijana Baraneia ha intrapreso la missione di rivitalizzare questa ricchezza di cultura spirituale. Oltre agli studi e ai documenti, sta lavorando all’apertura di corsa per imparare l’antica lingua albanese: il lavoro si è concretizzato con la pubblicazione del metodo di insegnamento dell’antica lingua albanese, accompagnato da un cd audio.
Da questa comunità, nel corso degli anni, sono emerse figure importanti della scienza e della cultura croata. Essere un Arbanasi è motivo d’orgoglio.