Ogni anno, il 5 settembre, la comunità albanese in Ucraina celebra l’anniversario della fondazione di uno dei più grandi villaggi albanesi del paese, Karakurt.
Festeggiamenti che si sono tenuti, seppur limitati a causa delle restrizioni Covid-19, anche quest’anno con gli abitanti di Karakurt che hanno organizzato una cerimonia ricca di folklore e tradizione albanese.
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Karakurt
Il villaggio di Karakurt fu fondato nel 1811 vicino al lago Jallpuh da una colonia di albanesi, bulgari e gaugazi. In un primo momento, il villaggio era suddiviso in un quartiere albanese, uno bulgaro e uno gaugazo: nel tempo le cose sono cambiate, ma gli abitanti del villaggio ricordano ancora quella suddivisione subito dopo la fondazione.
Secondo le testimonianze storiche, circa 3.000 cittadini albanesi si sono insediati nel distretto di Bolhrad (la più grande città dell’area) in quel periodo. La cifra, tuttavia, non può essere considerata esatta al 100% dato che gli ufficiali dell’epoca registravano con più attenzione la religione dei coloni piuttosto che la loro etnia.
All’inizio del XIX secolo, infatti, la politica interna di quasi tutti i paesi europei mirava al consolidamento religioso della popolazione, e molto raramente si interessava dell’etnia: la fondazione degli stati etnici come li conosciamo oggi, si avrà soltanto più in avanti durante il XIX secolo.
Gli albanesi, come tutti gli altri coloni dei Balcani, avevano gli stessi diritti dei cittadini dell’Impero Russo, anzi forse anche qualcosa in più.
Secondo le leggi di allora, i coloni della regione di Budjak ricevevano terreni agricoli gratuitamente, assistenza finanziaria dallo stato, la possibilità di ottenere prestiti da banche riservate, quella di lavorare come commerciante o artigiano sia in città che nel villaggio e l’esenzione dal pagamento delle tasse e dei dazi statali. Senza dimenticare uno dei privilegi più importanti: l’esenzione a vita dal servizio militare.
A Budjak gli albanesi erano impegnati nell’agricoltura e nell’allevamento. Il grano veniva prodotto in grandi quantità, permettendo alla prima colonia albanese dell’impero russo di arricchirsi di anno in anno. Nel bestiame il ruolo principale era svolto da pecore, capre e mucche.
Gli albanesi, inoltre erano bravi a produrre uva e vino, lavori sconosciuti nell’area fino a prima dell’arrivo delle colonie balcaniche. Karakurt così divenne ben presto un ricco villaggio in cui fu costruita una lussuosa chiesa ortodossa che fu purtroppo distrutta nell’era comunista (nel 1984).
Oggi Karakurt annovera 2597 abitanti (dati del 5 maggio 2011). La composizione etnica della popolazione del villaggio è la seguente: 1269 albanesi, 462 bulgari, 387 gagauz, 182 ucraini, 181 russi, 78 altri. Nel villaggio si parla albanese e la lingua è stata preservata anche dopo cinque secoli dalla migrazione dalle terre albanesi.
La gente del posto continua tenere in vita le tradizioni albanesi e balcaniche. Durante il periodo di 200 anni nel territorio dell’ex Impero Russo-dell’ex Unione Sovietica-dell’attuale Ucraina, gli albanesi di Budjak hanno conservato simboli e segni etnici fino ad oggi. Festeggiando, ogni anno, l’anniversario della fondazione del villaggio di Karakurt. / Diaspora Shqiptare