In Albania la produzione di alcool con metodi artigianali è iniziata molto presto. I libri ottomani del XV secolo riportano che la produzione di vino, era una un’attività già consolidata all’epoca.
Se osserviamo, invece, dal punto di vista industriale la prima impresa è nata nel 1921 a Scutari, grazie agli investimenti dei fratelli Nikaj e di altri imprenditori della città. Il loro esempio sarà seguito negli anni successivi da Siri Bey Vlora e da altri impresari in tutta la nazione, tra cui anche una buona percentuale di investitori dall’estero.
L’industria dell’alcool è stata il precursore dello sviluppo capitalistico dell’Albania. Faceva affidamento principalmente sul mercato interno che all’epoca era molto limitato; le bevande alcooliche, infatti, erano poco conosciute dalla popolazione.
I consumatori erano soprattutto le famiglie appartenenti allo strato ricco della società. In quegli anni, l’industria alcoolica produceva esclusivamente raki (la famosa grappa albanese) e liquori.
Lo sviluppo successivo è stato favorito dalla quantità di materia prima presente nel paese e dal fatto che, a differenza di altri settori, l’industria alcoolica prevedeva un investimento economico nettamente inferiore.
I primi produttori in Albania
Una breve lista dei primi produttori nel Paese delle Aquile
La compagnia Nikaj e soci
Fondata nel 1921 a Scutari, l’investimento iniziale fu di circa 120.000 franchi. Da subito ci furono disaccordi tra gli azionisti e, proprio per questo, l’impresa rimase solo nelle mani dei fratelli Nikaj.
Nel 1931 fu equipaggiata con macchinari moderni ma negli anni successivi chiuse a causa della mancanza di capitali.
Riaprì nel 1943 con il nome di ‘la compagnia Nikaj e soci’ e con un capitale di circa 175.000 franchi.
Distilleria Skanderbeg
Fondata nel 1923 a Valona da Siri Bey Vlora. Nel 1926 fu presa in gestione dai fratelli italiani Vincenzo e Roberto Allegro, che anno dopo anno espansero la loro attività in Albania.
Avevano legami con i grandi imprenditori italiani dell’epoca e riuscirono in tal modo ad espandersi anche a Napoli con la società “Industria albanese S.A.” con un capitale di 300.000 lire.
Società anonima Mercurio
Fondata nel 1926 da molti investitori, originari per la maggior parte dalla città di Coriza (Korçë) che era anche la sede dell’impresa. Il primo presidente dell’industria fu Vasil Andrejev.
Gli azionisti di questa società possedevano un ingente capitale, il quale permise loro di diventare ben presto la principale attività nel mercato nazionale.
La compagnia Nosi e soci
Fondata nel 1927 a Elbasan da un gruppo di investitori della città. L’azionista principale fu Grigor Nosi, che oltre all’attività alcoolica gestiva anche un’industria olearia.
La compagnia Shkreli e Koliqi
Fondata a Scutari nel 1937 da impresari della città.
L’industria dell’alcool dopo la Seconda Guerra Mondiale
Immediatamente dopo la liberazione del paese, il regime comunista nazionalizzò le industrie alcooliche. La prima fu l’attività dei fratelli Allegro, poi la Società Mercurio, e le compagnie ‘Fratelli Nikaj e soci’ e “Shkreli e Koliqi.
Inizialmente il settore della produzione dell’alcool registrò un netto calo che venne recuperato negli anni successivi.
Secondo i dati ufficiali dell’anno 1962, nell’arco di tempo 1950-1962 la produzione di alcool passò da 1019 ettolitri a 12.609 ettolitri, a cui vanno aggiunti anche i 15.797 di rakia prodotti, 37.899 di vino e 7.071 di cognac.
In quel periodo si registrò anche un costante aumento della produzione di birra: basandoci sulle statistiche dell’anno 1981, osserviamo che la produzione di birra era di 69.000 ettolitro nel 1960, di 117.000 nel 1970 e di 150.000 ettolitri nel 1980.
Con il crollo del regime comunista, l’industria dell’alcool, come tante altre, subì un periodo di crisi con la chiusura di molte aziende.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sulla rivista Mapo dal titolo “Për një gotë raki më shumë: Historia e alkoolit në Shqipëri” di Adi Darsi. La foto principale dell’articolo è stata gentilmente concessa dal fotografo Giuseppe Mancino. Le foto storiche apparse sulla rivista Drini fanno parte dell’Archivio Tagliarini.