In vari luoghi ed epoche, l’albero assume particolari significati religiosi come simbolo del Cosmo che si rigenera continuamente. Sono molte le simbologie religiose: l’albero con i vari rami che giungono tutti allo stesso tronco simboleggia la concordia.
L’Albero del mondo, detto anche albero cosmico o centro del mondo, è un motivo diffuso in molti miti e racconti popolari tra i vari popoli prealfabeti, non solo nei paesi nordici ma anche in Asia, Australia e Nord America.
La nozione di Albero del mondo come centro rinvia a due forme principali: l’albero come centro verticale che unisce cielo e terra; e l’albero come sorgente della vita al centro della terra.
Nella Bibbia, il primo si chiama l’albero della conoscenza, il secondo invece si chiama albero della vita.
L’albero che si sviluppa tra la terra e il cielo è l’albero della conoscenza e connette il mondo degli dei con il mondo umano. Al Nord dell’Albania alla sua base si svolgevano oracoli, giudizi e altre attività profetiche dalle Ore (sing. Ora), le divinità che stabilivano le sorti di ogni albanese e di tutta l’Albania.
L’albero è fonte di fertilità e della vita terrestre.
Nel folclore albanese, l’albero della vita si riscontra attraverso alcune narrazioni, dove il protagonista alla ricerca dell’albero deve superare diversi ostacoli sulla sua strada, per poi alla fine incontrare la sua Ora e farsi predire il destino.
Nella cosmologia norrena Yggdrasil (dal norreno Yggdrasill), è un albero sacro immenso e centrale.
Intorno esiste tutto il resto, compresi i Nove Mondi. Yggdrasil è attestato nell’Edda poetica compilata nel XIII secolo da precedenti fonti tradizionali e nell’Edda in prosa scritta nel XIII secolo da Snorri Sturluson.
Secondo le fonti letterarie e gli studiosi nel campo della filologia germanica Yggdrasil è un immenso frassino sacro che si trova al centro del Cosmo. Gli dei si recano ogni giorno a Yggdrasil per radunarsi nelle loro tradizionali assemblee di governo (islandese þing, tedesco ding, e inglese thing).
Nella seconda strofa del poema dell’Edda poetica Völuspá, la völva (una veggente sciamanica) recita il poema al dio Odino affermando che ricorda molto indietro ai “primi tempi”, quando Yggdrasil era un seme. Nella strofa 19, la völva dice:
So che un frassino s’erge
Yggdrasill è il suo nome,
Un albero alto, lambito
dal limo lucente.
Di là vengono le rugiade
che cadono nelle valli.
Sempre s’erge verde
la fonte di Urðr.
Ritornando al nostro Platano nel centro del paese di Nivica (pron.: Niviza) comune di Saranda, questo riusciva ad ascoltare gli abitanti del paese. L’albero è dotato di una cavità a un metro e mezzo sopra la superficie della terra, che assomiglia a un enorme orecchio. Esso aveva tra i rami anche una honi, cioè un’apertura con la quale, tramite un uomo eletto dagli anziani del paese, riusciva a comunicare con gli abitanti del paese. L’Albero avvisava una volta un quartiere e a volte altri, informandoli dei vari problemi nei quali stavano per incappare.
Spesso gli abitanti si sono presi cura di quest’albero annaffiandolo nei periodi di grande siccità, aiutandolo a sopravvivere.
Oggi il Platano è un monumento naturale e i cittadini ne sono orgogliosi, per essi si considera un albero sacro e perciò hanno abbellito la piazza antistante in suo onore. L’area attorno all’albero una volta era delimitata da cippi, oggi attorno all’albero si trovano dei sofate (panchine in pietra), delle aiuole di fiori e un bel muretto in pietra.
Nei tempi antichi la piazza si chiamava Piazza del consiglio, in seguito fu chiamata Agorà e dopo Meclis: era la piazza del mercato, ma anche il luogo dove si riuniva l’assemblea cittadina, centro di discussioni e di commercio. Qui si svolgevano incontri importanti, riunioni, assemblee e anche varie feste. Oggi la piazza si chiama Sheshi i Rrapit (Piazza del Platano). A essa sono associati molti eventi e storie. Il platano in mezzo alla piazza è rimasto da sempre simbolo di raduni, feste religiose, concerti e tante altre attività.
Il platano è anche il simbolo del canto polifonico, perché proprio davanti a esso si sono presentati sempre i nuovi canti dai numerosi gruppi polifonici del paese.
Presso quest’albero si radunavano i nivicioti (gli abitanti di Nivica), prima di andare in guerra o prima di emigrare, e chi ritornava al paese, si rincontrava qui con i suoi amici per raccontare le sue storie.
Durante la seconda guerra, dal bombardamento tedesco del giugno 1944, il Platano di Nivica fu “ferito”, ma la ferita si rimarginò rapidamente grazie alle cure dei nivicioti che, riempiendo con una resina la cavità aperta dal proiettile, resero possibile la sua sopravvivenza.
L’Albero, ha un’altezza di 18 m, diametro del tronco di circa 150 cm, la sua età risale a più di 300 anni fa, ha una chioma regolare e un perimetro di circa 30 m.
Non è possibile parlare di Nivica senza parlare del suo Platano. Da quando è stato “ferito”, ai tempi della II Guerra mondiale, l’Albero non rivela più i suoi segreti a nessuno. Comunque, quest’albero rappresenta l’amore, l’orgoglio e la storia di Nivica. Speriamo che gli uomini siano capaci di fare nuovamente pace con gli alberi e si ripristini il rapporto antico tra uomo e natura. Allora anche il Platano di Nivica forse ricomincerà ad ascoltare e a dare consigli agli abitanti di Nivica.
P.S.
Molti altri alberi sacri (rrap, çinar: platano) si trovano in Albania: Rrapi i Tabakëve (Tirana), Çinari i Tophanës, Çinari i Hoxhë Dheut, Çinari i Zorbës (Cimitero monumentale di Rrmaj), Rrapi i T’planës, (Scutari) Rrapi i Kranes, Rrapi i Mashkullorës, Rrapi i Bezistanit (Elbasan), Rrapi i Hotolishtit, Rrapi i Prizrenit (o Rrapi i Marashit, Kosovo), Rrapi i çezmes, Rrapi i shkollës, Rrapi i xhamisë (Valona), Rrapi i Taksimit, Rrapi i Gresallisë, Rrapi i Ndëranit, Rrapi i Libohovës, Rrapi i Ballabanecit, Rrapi i Vojvodes
Rrapi i Gurres se Labinotit, Ulliri i Qejfit (L’Ulivo della Gioia), Rrapi i Llixhes, Rrapi i Uruçes Vidhi i Tabakut (Olmo di Tabaku), Arra e Tunjes (Il Noce di Tunje), Lisi i Babaliut (Il Rovere di Babaliu), Gështenja dhe Pisha në Teqenë e Skënderbegasit (Il Castano e il Pino nella Tekke di Skenderbegasi), ecc. Nelle vicinanze di San Giovanni di Medua (Shëngjin, Lezhë) si trova anche il Platano dell’amore (Rrapi i dashurisë) e ognuno di questi alberi aspetta di raccontare la propria storia...
Riferimenti:
- Alberi sacri – il frassino
- Albero cosmico, simbolo universale tra uomo e spiritualità
- Albero del mondo
- La storia della festa dell’albero
- Nivicë, misteret dhe historia e Rrapit shekullor
- Rrapi i Nivicë Bubarit
- Rrapi i Shën Vasilit
- The World tree project
- World tree
- Yggdrasil: l’albero cosmico della mitologia norrena