Dioràma Storico Albanese (15°)
Zogu i Parë – Vitrat mërgimit
La messa in salvo della Famiglia Reale Albanese e del suo seguito, contemporaneamente alla fulminea ed incruenta occupazione da parte dell’Italia, avviene lungo questa sorta di “scorciatoia”: si rifugiano in Grecia, di lì passano in Turchia, risalgono il Mar Nero sino alla Romania e attraverso la Polonia, la Svezia, la Norvegia e il mare del Nord raggiungono la Francia, dove li accoglie un grande castello nei pressi di Parigi. È solo una tappa: i tedeschi avanzano. Quando il Governo francese si trasferisce a Bordeaux, Zog e famiglia vanno a imbarcarsi per l’Inghilterra a Saint Jean-de-Luz, noleggiando un vapore che li attende a una certa distanza dalla costa. A Londra la “Reggia” è costituita da un appartamento del “Ritz Hotel” e quando le bombe germaniche cadono sulla capitale britannica il loro rifugio sono i gabinetti del seminterrato. La fine della Seconda Guerra Mondiale (il 9 maggio 1945 per l’Occidente e il 2 settembre 1945 per l’Estremo Oriente) non porta fortuna a Re Zog e alla sua Famiglia. Gli scellerati “Patti di Yalta” (4 febbraio 1945) destinano l’Albania alla zona d’influenza dell’Unione Sovietica e la Patria di Skanderbeg diventa, di conseguenza, una “Repubblica Popolare Comunista” (11 febbraio 1945).
Dopo la guerra il Sovrano shqipëtar si trasferisce ad Alessandria d’Egitto e lì incontra un altro sfortunato “collega”, Vittorio Emanuele III, ex Re d’Italia (e d’Albania!). Le famiglie dei due illustri Esuli, per strano che possa sembrare, si fanno ottima compagnia. Ma ecco lo scoppio della rivoluzione nasseriana. Il Raiss del nuovo Egitto, Gamāl Abd al-Nāser, confisca i beni di Zog. Vorrebbe persino metterlo in prigione! Finalmente, dpo un macchinoso processo, la Corte del Cairo autorizza la piccola “carovana reale” a rimettersi in viaggio, sostando qua e là, prima di stabilirsi a Cannes (Francia), nel 1955.
Qui la Famiglia si trova bene, il luogo piace molto all’ex Re che vi scopre un gradevole connubio fra Occidente e Oriente; e il clima giova alla sua salute. Sua Maestà ha il cuore debole e lo stomaco leso da una vecchia ulcera. Il soggiorno francese termina alla fine del 1959 allorché Zog decide di stabilirsi definitivamente in Gran Bretagna. E il “tesoro” albanese, rappresentato da dieci casse d’oro, che avrebbe seguito il Sovrano nell’esilio? Zog non avrebbe potuto, neanche volendolo, appropriarsi del famoso “tesoro” che, dalla Banca Nazionale Albanese era espatriato molto tempo prima in Svizzera; e i soli beni che accompagnano l’Esule sono quelli suoi personali, non esclusi i gioielli della Corona. Ce n’è abbastanza per vivere, ma niente sciali. Va considerato che Zog ha un bel carico d’anime: venti persone o giù di lì, compresi due domestici e un cuoco sudanesi, una cameriera ungherese, una guardarobiera francese.
E vi è anche da mantenere agli studi il Principe Leka (vari anni in un collegio di Vilar e poi all’Accademia militare di Sandhurst, in Inghilterra). L’ultimo periodo della triste ma dignitosa esistenza del Sovrano shqipëtar è costellato e “confortato” da alcune straordinarie riunioni-evento (mbledhjet, in lingua albanese) di sapore storico-dinastico-familiare. I primi quattro di questi “breefings” si tengono nella residenza di Zog a “Villa Clément-Bayard” (Cannes), il quinto a Londra.
RIUNIONE DEL 1956 /
● Ricorrenza: XL° della Incoronazione Imperiale di Carlo I d’Asburgo-Lorena (1).
● Ospiti: arciduca Otto d’Asburgo (2), principe Francesco Giuseppe II del Liechtenstein (3), principe Mohamed Orhan di Turchia (4), conte Kàrolyi di Nagykàroly (5), Abas Kupi (6).
RIUNIONE DEL 1957 /
● Ricorrenze: XLV° dell’Indipendenza Nazionale Albanese e XL° Genetliaco della Regina Geraldina (7).
● Ospiti: principe Alfredo del Liechtenstein (8), Orhan di Turchia, principe Vittorio Emanuele Massimo (9), Dawn Addams (10), Abas Kupi, Taulànd Ahmèt Kupi (11).
RIUNIONE DEL 1958 /
● Ricorrenze: XXX° della Monarchia Zoghista e XX° delle Nozze Reali.
● Ospiti: principe Hamid di Turchia (12), principe Alessandro del Liechtenstein(13), contessa Teresa Apponyi (14), Abas Kupi, Taulànd Ahmèt Kupi.
RIUNIONE DEL 1959 /
● Ricorrenze: LX° della morte di Gani Bey Toptani (15) e X° di fondazione del “Comitato Nazionale Democratico Albania Libera” (16).
● Ospiti: Orhan di Turchia, Abas Kupi.
RIUNIONE DEL 1960 /
● Ricorrenze: LXV° Genetliaco di Zog (17) e XL° della morte di Esad Pashe Toptani.
● Ospiti: Otto d’Asburgo, Francesco Giuseppe II del Liechtenstein, Abas Kupi.
ANNOTAZIONI /
(1) – Nato nel 1887, morto nel 1922. Ultimo Imperatore d’Austria-Ungheria, dal dicembre 1916 al novembre 1918.
(2) – L’Arciduca Otto (primogenito di Carlo I), parlando della investitura paterna, ricorda ancora molto bene (nonostante all’epoca avesse soltanto quattro anni) che a quella solenne cerimonia era presente anche un giovanissimo Principe shqipëtar di nome……. Ahmèt Zogolli, il quale avrebbe ricevuto, di lì a poco, addirittura un encomio solenne per meriti di guerra (ci troviamo nel Primo Conflitto Mondiale) proprio dal nuovo Imperatore succeduto a Francesco Giuseppe I (dagli italiani chiamato “Cecco Beppe”).
(3) – Principe Regnante del Liechtenstein. Un cugino di suo padre Luigi ha sposato Maria Irma Apponyi, zia di Geraldina.
(4) – Un nipote del Sultano Abd ul-Hamid II.
(5) – Conte magiaro. Zio materno di Geraldina.
(6) – Capo del Movimento Monarchico Zoghista dal 1939 al 1945.
(7) – Figlia del Conte ungherese Giulio Apponyi, ex Ciambellano dell’Impero austro-ungarico, e dell’americana Gladys Virginia Stewart.
(8) – Figlio del principe Federico del Liechtestein e di Maria Irma Apponyi.
(9) – Italiano. Principe di Roccasecca dei Volsci e discendente del celeberrimo Console romano Quintus Fabius Maximus “Cunctàtor” (275-203 a.
C.).
(10) – Attrice inglese. Consorte di Vittorio Emanuele Massimo.
(11) – Lontano nipote di Abas Kupi. Nato a Tirana il 1° settembre 1928.
(12) – Figlio dell’ultimo Sultano òsmanlo Maometto VI.
(13) – Figlio di Alfredo.
(14) – Zia paterna di Geraldina.
(15) – Zio materno di Zog. Signore di Tirana e della zona di Krujë, nel 1892 viene nominato Aiutante di Campo del Sultano Abd ul-Hamid II. Gani Bey Toptani deve, di conseguenza, recarsi a vivere alla Corte Imperiale di Costantinopoli. Con questa nomina il Sovrano intende allontanarlo dal centro della sua influenza, che infastidisce e incute timore alle autorità ottomane. A Costantinopoli Gani Bey frequenta i circoli mondani e diplomatici facendosi ammirare per la sua prestanza e per la squisita signorilità dei modi. Suo invidioso rivale, ma che gli si finge amico, è Giavìd Bey, figlio del Gran Visir Halìl Rifàt Pasha. Giavìd, per togliere di mezzo il suo antagonista, trova un sicario (Hafìz Pasha) il quale, con il più banale dei pretesti, in una pasticceria della Capitale (siamo nel 1899) colpisce all’improvviso il Bey shqipëtar che, preso alla sprovvista, non ha il tempo di difendersi. Cade in un lago di sangue.
(16) – Ecco uno stralcio della drammatica relazione tenuta da Abas Kupi. «Nella ricorrenza del decimo anniversario di fondazione del “Comitato Nazionale Democratico Albania Libera”, istituito a Parigi nel 1949 dagli esuli anticomunisti albanesi sotto la guida del grande patriota Midhàt Fràshëri, sono apparsi a Tirana, a Valona e in altri grossi centri dell’Albania alcuni volantini nei quali gli emissari locali del “Comitato” esortano la popolazione a centuplicare gli sforzi contro la politica criminale del Governo fantoccio di Enver Hoxha. Dopo aver affermato che la lotta clandestina dovrà essere intensificata tramite concrete intese fra tutti i gruppi che operano isolatamente, ma che isolatamente non potranno condurre a fondo la battaglia decisiva per liberare l’Albania dalla tirannide comunista, i volantini tracciano il bilancio consuntivo di questi dieci anni di guerriglia elencando le imprese più spettacolari dei patrioti anticomunisti e le perdite subite dalle due parti. Per quanto riguarda le forze clandestine, riferisce l’Agenzia Continentale, il bilancio è il seguente: ventimila morti fra caduti in combattimento e fucilati senza processo; trentamila prigionieri politici in gran parte deceduti per gli stenti nei campi di concentramento».
(17) – Ai primi di marzo 1961, ricoverato d’urgenza (oltremanica) nell’ospedale militare parigino “Maresciallo Foch”, Zog vi muore il 9 aprile. Con lui (appartenente alla illustre Progenie della Principessa Mamiza Kastriota) scompare un coraggioso temerario uomo d’arme e di Governo che è stato, per almeno un trentennio, al centro della avventurosa rinascita della Nazione di Giorgio Kastriota Skanderbeg!
[ Quarta ed ultima puntata ]