Una delle più importanti istituzioni italiane di documentazione sull’Albania è senza dubbio il “Fondo Albania” dell’Istituto Luce, al quale si rivolgono continuamente studiosi italiani e stranieri per ottenere per consultare ed ottenere materiale prezioso.Ritengo importante dedicare un articolo all’Archivio Storico Istituto Luce – diretto dal Dottor Edoardo Ceccuti – che ha reso disponibile con la digitalizzazione un inestimabile tesoro di conoscenza.
La storia
L’Istituto Luce (L‘ Unione Cinematografica Educativa) nacque in nel 1924 con sede in Roma e divenne ben presto un potente strumento di propaganda politica..
All’origine della fondazione dell’Istituto Luce vi è una piccola impresa cinematografica privata promossa dal giornalista Luciano De Feo nell’intento di sviluppare l’educazione della popolazione italiana analfabeta attraverso le immagini; da qui l’acronimo Luce (L’Unione Cinematografica Educativa).
Il Luce fu istituito da Benito Mussolini con qualità di Ente morale di diritto pubblico con il Regio Decreto Legge n. 1985 del 5 novembre 1925, a sostituire la precedente Società Anonima L.U.C.E. Nel luglio 1925 la Presidenza del Consiglio dei Ministri diramò una circolare ai Ministri degli Interni, della Pubblica Istruzione, dell’Economia e delle Colonie invitandoli a servirsi esclusivamente dell’organizzazione tecnica del Luce a scopi educativi e propagandistici.
L’Archivio fotografico
L’archivio fotografico dell’Istituto Luce, con il suo patrimonio di oltre 3 milioni di immagini, documenta tutto il Novecento ed è una fedele cronaca dei cambiamenti del nostro Paese. I fondi di prima acquisizione e di produzione istituzionale coprono un arco temporale esteso, raccontando eventi, paesaggi, mutamenti sociali dal 1919 al 1956: sono on-line le immagini scattate dal fotografo Adolfo Porry Pastorel, le fotografie del Fondo Luce articolato nei diversi “reparti” interni sull’Attualità, i paesaggi e monumenti d’Italia, l’Africa Orientale Italiana, la guerra. Altri fondi acquisiti dal dopoguerra in poi documentano la società italiana dal 1948 fino ai giorni: sul sito sono consultabili le immagini dell’Agenzia Dial-Press, che raccontano gli anni della Dolce vita a Roma e gli scatti dell’Agenzia Foto V.E.D.O che descrivono la politica e il costume in Italia dal 1948 al 1965.
Il Fondo Pastorel consta di 1659 negativi, ed ha come estremi cronologici il 1919 ed il 1923. Le immagini catalogate e visibili on line sono 1641. Nella seduta del Consiglio di amministrazione del 31 gennaio 1931 l’Istituto decise l’acquisto di parte del materiale realizzato dal fotoreporter Adolfo Porry Pastorel. Furono infatti acquisiti 25.000 negativi dell’Italia liberale e pre-fascista come riportato nel saggio “Fonti d’archivio per la storia del Luce 1925-1945”, a cura di Marco Pizzo e Gabriele D’Autilia, Archivio Storico Luce, 2004.
Il Fondo Luce
Il fondo di produzione istituzionale Luce è costituito da circa 255.000 negativi suddivisi in Attualità (155.000 immagini), Serie L Paesaggi e monumenti d’Italia (8.000), Africa Orientale Italiana (10.135), Guerra (71.648). Il primo nucleo del Servizio fotografico costituito nel 1927 presso l’Istituto Luce è il reparto delle “attualità”; un anno dopo, a seguito di una convenzione tra Istituto Luce e Ministero della Pubblica Istruzione si decise la creazione di un reparto di documentazione del “Paesaggio Italiano”, la Serie L. Nel corso degli anni trenta il Servizio fotografico si amplia con la costituzione del Reparto “Africa Orientale Italiana” (1935) e del reparto “Guerra” (1940).
In molti casi i fotografi affiancavano gli operatori cinematografici nella ripresa degli avvenimenti di regime; a volte seguivano avvenimenti che il reparto cinematografico aveva ignorato. Gli scatti autorizzati erano destinati alla stampa italiana ed estera, per corredare pagine di quotidiani e riviste illustrate. In grassetto nelle schede di descrizione si riportano i titoli originali tratti dai cataloghi a stampa coevi. Il fondo fotografico Serie L di paesaggi e monumenti d’Italia comprende 8000 negativi circa (di cui 6.133 catalogati e disponibili on-line) ed è il frutto dell’attività di produzione e raccolta di un reparto fotografico speciale dell’Istituto N. Luce denominato “Archivio Fotografico Nazionale” costituito nel 1928 con scopi conservativi, divulgativo-culturali, propagandistico-turistici e commerciali. Il nucleo originario e fondante della Serie L è rappresentato da migliaia di fotografie che ritraggono il volto storico-monumentale, paesaggistico-naturalistico, e qua e là agricolo-industriale ed etnografico-folcloristico, della penisola italiana censita dagli obiettivi Luce, a livello regionale, provinciale e comunale, in un breve volgere di anni a cavallo tra il terzo e il quarto decennio del ‘900. La Serie L offre vedute delle maggiori città storiche e località turistiche, delle più note bellezze architettoniche e naturali, ma anche scorci di piccoli borghi e panorami di siti paesaggistici regionali, oggi aree naturali protette.
Il fondo del “Reparto foto-cinematografico per Africa orientale” conservato dall’Istituto Luce è costituito da 10.135 unità. Il “Reparto foto-cinematografico per Africa orientale” fu costituito nel settembre 1935 per documentare l’impresa coloniale dell’Italia in Etiopia. Fu Mussolini stesso a chiederne l’istituzione. Secondo il regolamento il reparto avrebbe dovuto raccogliere tutto il materiale, cinematografico e fotografico, prodotto in Italia e all’estero sull’Africa orientale, custodirne negativi e positivi prodotti. Fu strutturato con un ufficio ad Asmara – diretto da Luciano de Feo, già direttore dell’Istituto Luce – un ufficio di segreteria a Roma, un reparto speciale di montaggio a Roma, un archivio. In seguito alla presa di Addis Abeba l’obiettivo principale del reparto divenne quello di documentare la valorizzazione delle terre conquistate
Fondo Dial
Le 54697 immagini dell’Agenzia Dial-Press acquisite e conservate in archivio raccontano gli anni della “dolce vita” a Roma.
Fondo Vedo
Le immagini dell’agenzia fotografica Vedo acquisite dall’archivio Luce documentano la vita politica e il costume del Paese dal 1948 al 1965.
L’Archivio cinematografico
L’archivio cinematografico dell’Istituto Luce conserva quasi un secolo di memoria storica collettiva fissato in immagini in movimento, in milioni di metri di pellicola.
Si tratta di un prezioso e vastissimo patrimonio filmico composto non solo di cinegiornali e documentari di propria produzione – realizzati a partire dal 1924 – ma anche di testate d’attualità, collezioni documentaristiche e fondi esterni acquisiti via via nel tempo. Questa ricca fonte audiovisiva, di un valore storico-culturale inestimabile, salvaguardata e valorizzata, catalogata e digitalizzata per essere accessibile a tutti, conta, attualmente, 12.000 cinegiornali, 6.000 documentari e varie tipologie di film che vanno dalla cinematografia delle origini fino alla documentazione della vita politica, sociale e culturale degli ultimi decenni. L’archivio custodisce inoltre 8.000 rulli di “girato non montato”: si tratta del materiale cosiddetto di “repertorio”
Il Fondo Albania
Andrea Ametiste ha svolto una interessante tesi su: “La fotografia come propaganda. Il reparto fotografico Luce e i viaggi del Duce in Italia. (1930 – 1939)” dalla quale pubblichiamo, per cortesia dell’autore, alcune pagine:«L’Istituto Luce è nuovamente impegnato sul suolo straniero nel momento in cui, il 7 aprile del 1939, l’Italia invade e conquista l’Albania, una regione da tempo nella sfera di influenza italiana. L’impresa, militarmente non impegnativa, consiste nello sbarco di un piccolo contingente di truppe italiane nei quattro principali porti albanesi. Il progetto di invasione viene portato a compimento allorché la Germania, nel marzo 1939, aveva inviato le sue truppe in Cecoslovacchia ed aveva stabilito il protettorato di Boemia e Moravia.
All’arrivo degli italiani, il Re albanese Zog ripara in Grecia, e l’annessione italiana viene perfezionata con l’offerta della corona d’Albania a Vittorio Emanuele III, il 16 aprile 1939, con una cerimonia al Quirinale. Il governo dell’Albania viene affidato al luogotenente del re Jacomoni di San Savino, che lo manterrà fino all’8 settembre del 1943, ma fondamentale è il ruolo di Ciano, ritenuto da molti il reggente della colonia.
L’Istituto Luce viene direttamente coinvolto nell’impresa albanese a seguito di una convenzione, stipulata con il Ministero degli Affari Esteri ed il Sottosegretariato per gli Affari Albanesi, per la quale si costituisce a Tirana uno speciale reparto finalizzato alla esecuzione delle riprese fotografiche e cinematografiche in Albania. Tale reparto costituisce, come era stato per l’Africa Orientale, una Sezione organica dell’Istituto Nazionale Luce, subordinata ai regolamenti dell’Istituto stesso, dal quale continua a dipendere a tutti gli effetti. I quadri del personale inviato in Albania sono formati dall’operatore cinematografico Alfredo Becchetti, dal fotografo Cesare Colò, dallo sviluppatore e stampatore Mario Serarcangeli.
Paulucci di Calboli affida a Cesare Colò la responsabilità dell’intero reparto fotografico. Colò cura la ripresa di tutte le fotografie richieste dal Ministero degli Affari Esteri e sorveglia, sotto la sua responsabilità, tutto il lavoro di sviluppo e stampa. Provvede alla consegna sul posto, delle copie fotografiche dovute alla Direzione Stampa e Propaganda e risponde di tutto il macchinario fotografico da ripresa e da laboratorio a lui consegnato. Cura la buona conservazione delle lastre e delle carte sensibili, dei prodotti chimici e degli altri materiali di consumo. A lui compete anche la custodia e la catalogazione dei negativi fotografici impressionati».
L’Archivio del “Fondo Albania” conserva attualmente 7.698 negativi prodotti in Albania, in un arco cronologico che va da ottobre 1939 a giugno 1943, e la cui tipologia ricalca quella che era stata anche in Africa Orientale Frutto dell’attività del reparto è una documentazione fotografica abbondante, eterogenea e di qualità diseguale, concentrata sull’anno 1940 con ca. 3.000 fotogrammi (contro gli 800 del ’39, i 1.800 del 1941, i 1.300 del 1942).
La documentazione riguarda soprattutto i lavori pubblici del regime: (lavori idraulici, stradali e la costruzione di edifici pubblici (costruzione di scuole, palazzi pubblici, ospedali, alberghi etc.), ma vengono ripresi anche avvenimenti vari: le celebrazioni della Marcia su Roma tenute a Tirana, le parate militari, le manifestazioni sportive organizzate dalla Gioventù del Littorio Albanese (G.L.A.), la visita del Re Vittorio Emanuele III, fino alla visita del Conte Ciano nel maggio 1940.
Inoltre sono fotografati ritratti di personalità fasciste italiane ed albanesi, a riprese di feste locali, scene di vita quotidiana ed iniziative culturali. Particolarmente importanti, alla luce della scarsità dei materiali superstiti sul periodo, le foto riguardanti personaggi di rilievo nel governo, nell’amministrazione pubblica e nel partito fascista albanese (Kruia, Mborja, Verlaci, Berati, Ypi, Bushati, Koliqi etc.).
Quello prodotto in Albania costituisce l’ultimo sforzo propagandistico dell’Istituto Luce prima dell’entrata dell’Italia nel conflitto europeo. Il Fondo Albania integra e completa il materiale documentario albanese, risalente alla seconda metà degli anni Venti, e già visibile nell’archivio storico Cinematografico e Fotografico del Fondo Luce. Nel suo insieme la documentazione albanese – particolarmente cospicua all’interno del fondo Attualità (155 servizi fotografici) e del fondo Cinematografico (109 cinegiornali e 29 documentari) – testimonia le relazioni diplomatiche fra i due paesi (visite di ministri e regnanti, celebrazioni civili, occasioni mondane) ed offre un’importante panoramica del progressivo intensificarsi dei rapporti italo-albanesi.
Sono questi, infatti, gli anni nei quali l’Italia – interessata ad esercitare controllo economico, finanziario e politico sull’area ed al mantenimento di buone relazioni con re Zog – accresce il condizionamento sul commercio estero albanese; promuove, sotto l’egida della Banca d’Italia, la creazione della Banca Nazionale Albanese; favorisce iniziative diverse in campo agricolo, minerario ed industriale tramite la costituzione di società italiane o italo-albanesi.
Come si può comprendere da questo breve articolo, un materiale immenso che, grazie al lavoro ed alla dedizione del personale dell’Istituto Luce, pur tra mille difficoltà, è oggi salvato e disponibile per gli studiosi. Proprio a questo proposito debbo la segnalazione dell’esistenza di questo archivio ad una studiosa americana, autrice di importanti studi sui Balcani, docente in una delle più prestigiose università americane. Ed alla cortesia del Direttore dell’Archivio e del personale la possibilità di visitare l’importante istituzione che onora l’Italia.