Aprile è un mese in cui l’Albania ricorda un grande personaggio storico nella distanza di tre giorni. Ricorda un uomo politico, uomo di stato, uomo dei pregi e dei difetti, uomo controverso, ed è Ahmet Zogu, l’uomo che si autoproclamò Re dell’Albania.
Il 5 aprile 1939 nasce Leka Zogu, il principe. Il 7 aprile e sempre nel 1939 avviene l’occupazione fascista per l’Albania e il 9 aprile 1961, accade la morte di Re Zogu (in un ospedale in Francia e sepolto a Parigi), l’unico Re albanese proclamato dopo il nome di Scanderbeg. Nome che non riuscì a difenderlo fino alla fine a causa di circostanze e troppi errori durante il suo regno.
Ahmet Lekë Bej Zog, conosciuto come Zog I Scanderbeg III Re degli albanesi, nasce a Burgajet (Burrel) 8 ottobre 1895. Gli vengono riconosciuti i titoli come Primo ministro dal 1922-1924, Presidente della Repubblica Albanese 1925-1928 e Re d’Albania 1928-1939.
Zog si proclamò Re degli Albanesi il 1 settembre 1928 istituendo una monarchia costituzionale, simile a quella allora presente in Italia.
Egli creò una forte polizia, inventò un saluto zoghista (mano piatta sul cuore con il palmo rivolto in basso), ammassò monete d’oro e pietre preziose che furono usate per sostenere la prima moneta cartacea d’Albania.
Creò un nuovo Codice penale, Civile e commerciale. Nel Codice Civile veniva conosciuto il matrimonio civile e il divorzio.
Istituì un sistema di istruzione nazionale. Nel 1939 erano state costruite 633 scuole elementari e 19 scuole del livello medio. Un grande numero di albanesi venivano mandati all’estero per poter proseguire gli studi universitari.
Ma il punto debole che si trasformò in un fallimento per lui, è stato l’economia. La dipendenza fiscale dall’Italia cresceva in un periodo in cui Mussolini stava estendo la sua influenza nei Balcani ed esercitava un controllo crescente sulle finanze e sull’esercito albanese. Il governo di Zog divenne totalmente dipendente da Mussolini. Si dovette importare il grano dall’estero e molti albanesi emigrarono.
Nell’aprile del 1938 sposò la contessa Geraldine Apponyl de Nagyappony, una cattolica che era metà ungherese e metà statunitense.
Dal loro matrimonio nasce l’unico figlio Principe Leka Zogu II, il 5 aprile 1939. Solo due giorni dopo la nascita di lui, le truppe italiane entrarono in Albania.
L’Albania entrò nell’orbita italiana, pur mantenendo un governo autonomo, e Vittorio Emanuele III assunse il titolo di Re d’Albania.
Zogu e la sua famiglia iniziarono il lungo calvario dell’esilio cominciando dalla Grecia, Turchia, Gran Bretagna, Egitto e in fine in Francia.
Fuggì insieme con la famiglia e la sua corte, portando con sé due bagagli pieni d’oro.
Per questo motivo dal regime di Enver Hoxha, fu chiamato traditore e nemico del popolo.
Dopo la caduta del comunismo in Albania, si cominciò a rivalutare la figura del Re Zog analizzando e studiando vari documenti per poter capire e portare alla luce con tutte le sfumature, il suo personaggio.
Nonostante i tanti errori, la figura di Ahmet Zogu viene paragonata a quella dell’Ataturco. Lui rese il suo paese una nazione rispettata e lo rese uno Stato.
Indro Montanelli nel suo libro “Albania una e mille” del 1939 scrisse:
“Il Presidente Zog sciolse il vecchio esercito (un’accozzaglia di mercenari indisciplinati e infidi) senza rinunciare alla sua milizia tribale, creò con l’aiuto dell’Italia la Banca Nazionale d’Albania; avviò un programma di opere pubbliche; fece approvare un codice penale, un codice civile e un codice commerciale; tutti ispirati a quelli dell’Italia e di altri Paesi dell’Europa occidentale.”
In un articolo scritto nel 1965 per il Corriere, Montanelli riconobbe a Re Zogu il merito di essere uscito di scena con una determinata eleganza.