Qualche giorno fa il team di archeologi subacquei albanesi – guidato da Adrian Anastasi – si è imbattutto in una parte di reliquia nell’area di ‘Kepi i Rodonit’.
La reliquia – lunga 20 metri – fa parte di un antichissimo relitto affondato, che si presume abbia circa 300-400 anni. E’ il quarto ritrovamento in quest’area, per questo il reperto è stato simbolicamente chiamato ‘Rodoni 4’. Dopo esser stati fotografati, i reperti sono entrati nel processo di conservazione e le istituzioni deputate se ne stanno prendendo cura.
Il lavoro del team
Il team guidato da Anastasi sta lavorando alla messa a punto di una mappa archeologica subacquea riguardante la linea costiera, per prevenire eventuali immersioni abusive con conseguenti saccheggi.
I membri che fanno parte del team sono archeologi volontari e sub professionisti, i quali dipendono dal Ministero della Cultura. Decide di relitti sono stati trovati nelle profondità delle coste albanesi, con una storia ancora tutta da scoprire.
“Queste navi affondate in diversi periodi storici, hanno il potenziale di trasformarsi in attrazioni turistiche, non solo per i subacquei ma anche per gli appassionati di storia e archeologia.” – ha dichiarato Denis Nova, membro del team.
L’iniziativa archeologica è diventata più forte dopo che i ‘pirati del tesoro’ – nel corso degli anni – hanno abusivamente strappato dalle profondità diverse reliquie, per poi rivenderle su internet nei mercati internazionali.
Le preoccupazioni per il futuro
Tuttavia, Nova afferma che vi è una mancanza di controlli da parte delle autorità: in queste condizioni allarmanti, infatti, le autorità dovrebbe rafforzare le proprie attività di monitoraggio.
“La maggior parte dei relitti è stata danneggiata da persone il cui obiettivo era quello del commercio online. Se non si prenderanno adeguate misure di sicurezza, la situazione peggiorerà nei prossimi mesi.” – ha affermato Nova, il quale, inoltre, ha anche sottolineato come un pronto intervento delle autorità possa preservare la biodiversità dei nostri mari, la quale è stata danneggiata dall’uso incontrollatto di esplosivi.
Per questo il team – assieme all’Agenzia Costiera Nazionale Albanese – ha organizzato un incontro volto a proteggere le coste e ad accellerare l’attuazione delle misure di sicurezza.
L’articolo è stato originariamente pubblicato in lingua inglese su Tirana Times