Fino al 15 maggio 2016 presso il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano potete trovare la mostra “LA PRESENZA ITALIANA IN ALBANIA TRA IL 1924 E IL 1943” a cura di Roberta Belli Pasqua, Luigi Maria Caliò, Anna Bruna Menghini. La presenza italiana in Albania tra il 1924 e il 1943 – La ricerca archeologica, la conservazione, le scelte progettuali
La mostra
Il materiale esposto nella mostra, principalmente iconografico e documentario, restituisce una sintesi dell’attività di archeologi e architetti italiani in Albania tra gli anni Venti e Quaranta.
Riproduzioni fotografiche, documenti originali prestati da privati, disegni tratti da pubblicazioni dell’epoca, materiale d’archivio (Archivio storico del Ministero degli Esteri, Archivio di Stato, Accademia dei Lincei, Istituto di Archeologia di Tirana, Archivio Centrale Tecnico delle Costruzioni di Tirana) ricostruiscono da una parte la ricerca archeologica, la conservazione e valorizzazione di monumenti storici, dall’altra la progettazione di piani regolatori e di architetture in molte città.
L’impegno italiano sul patrimonio archeologico albanese iniziò in modo sistematico con Luigi Maria Ugolini, attraverso importanti cantieri di scavo, che dal 1926 videro gli archeologi affiancati da ingegneri, architetti e artisti, per l’attività di documentazione e in progetti di restauro.
A quelle missioni si deve la scoperta di importanti siti archeologici albanesi, come Phoinike e Butrinto, la produzione di un’accurata documentazione di scavo –rilievi planimetrici, sezioni, ricostruzioni grafiche–, il restauro di edifici storici e la realizzazione di infrastrutture e strutture per la fruizione.
La presenza italiana in Albania è testimoniata anche dal gran numero di edifici, opere e piani urbanistici realizzati da architetti, ingegneri e tecnici italiani nella prima metà del Novecento. Si tratta di opere che hanno contribuito allo sviluppo del territorio albanese e che tuttora ne caratterizzano i paesaggi urbani ed extraurbani.
Dal 1939 al 1943 operò l’Ufficio Centrale per l’Edilizia e l’Urbanistica, sotto la direzione dell’architetto fiorentino Gherardo Bosio, che si occupò della programmazione e della realizzazione di opere pubbliche disseminate sul territorio, elaborando i piani regolatori di numerose città albanesi. In particolare Bosio fu impegnato a Tirana, costruendo i principali edifici e luoghi rappresentativi della capitale, in quello stile a metà tra il razionalismo e la monumentalità tipico di quegli anni.
Le ricerche attuali del Politecnico di Bari in Albania
La mostra nasce nell’ambito del “Gruppo di Ricerca sull’Antico”, costituito da alcuni docenti del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, e si avvale per la ricerca, la documentazione e l’allestimento, di dottorandi, laureati e studenti del Politecnico stesso e dell’Università di Roma Tre.
Il Gruppo opera da anni nelle principali aree del Mediterraneo interessate dall’attività di archeologi e architetti italiani, studiando le tecniche di ricerca e valorizzazione dell’antico, nel passato quanto nel presente.
Missione Archeologica di Byllis
In Albania, oltre allo studio e la valorizzazione del patrimonio archeologico e monumentale, il Gruppo dal 2014 ha anche avviato una missione a conduzione italo-albanese nel sito di Byllis, sulla base di una convenzione con l’Istituto di Archeologia di Tirana, con la collaborazione della Cattedra di Topografia de La Sapienza e, dal 2015, ha il “Riconoscimento del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale”. Byllis è uno dei siti archeologici più rappresentativi dell’Albania: fondata su un’altura dai greci nel IV secolo a.
C., la città si inserisce in una rete di centri fortificati che si sviluppano lungo la valle del fiume Vjosa e ha continuità di vita fino all’età bizantina.
Gli scavi di un’équipe albanese tra gli anni ’70 e ’90 hanno riportato alla luce parte della città e soprattutto l’agorà monumentale a più livelli con teatro, stadio e altri edifici pubblici. In anni più recenti un’équipe franco-albanese si è concentrata sulla fase tardoantica della città, caratterizzata da basiliche con pavimenti a mosaico.
L’attuale missione ha dato avvio a un progetto dal titolo Paesaggio archeologico e musealizzazione: progetto di studio e sistemazione d’area del sito di Byllis, con la consulenza del professor Nerita Ceka, archeologo che ha studiato il sito e già Ambasciatore di Albania in Italia.
Attraverso uno studio sull’architettura monumentale e lo sviluppo urbano che porti a una più completa comprensione della storia dell’antica città, la missione vuole realizzare un progetto di sistemazione di valorizzazione dell’area, che nel 2006 è divenuta Parco Archeologico.
La mostra documenta aspetti e contenuti di questa ricerca applicata:
– archeologia: sono presentati i primi risultati delle ricerche sul sito di Byllis, dove dal 2014 il Politecnico opera con una missione congiunta italo – albanese;
– valorizzazione: sono illustrati i progetti di riallestimenti del Museo Archeologico di Durazzo e del Museo Archeologico di Tirana, e un esempio di riuso dell’archeologia industriale a fini museali, nella città di Fier;
– architettura e urbanistica: è esposta una breve sintesi delle attività di ricerca del Politecnico indirizzate alla conoscenza, alla valorizzazione e al recupero del patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico dell’Albania. Si tratta di progetti volti alla conoscenza e riqualificazione delle architetture e città “italiane” in Albania, in particolare Tirana.