È mattina presto, suona la sveglia, anche se stanchi o avendo dormito poco ci alziamo, prepariamo il caffè, ah sì il profumo di caffè spesso è una terapia per il nostro umore. Facciamo colazione, ma anche no, alcuni ci rinunciano, non hanno manco il tempo necessario o semplicemente non ne hanno voglia, poi ci sono altri che lavorano mentre un’altra parte del mondo continua a dormire.
Prendiamo la macchina, moto, bus, treno, metro, bicicletta o semplicemente i nostri piedi e ci arrechiamo a lavoro, con ritmi spesso anche più veloci di un battito di ali di farfalla. Non ce ne rendiamo conto e siamo già arrivati. I ritmi frenetici delle nostre giornate non ci offrono spesso la possibilità di godere della presenza dei nostri amici, famigliari o di svolgere quelle attività che una volta ci piacevano e stimolavano.
Poi all’improvviso tutto cambia, con una velocità a cui manco riusciamo ad adattarci, perché noi come genere umano ci siamo sempre adattati alle nuove situazioni, ma con tempi a volte anche biblici, basta pensare ad Antigone, il coro ci ricorda che non siamo poi cambiati più di tanto. In un batter d’occhio siamo ancora più lontani dai nostri cari. Siamo in mezzo ad una pandemia. Il lockdown cambia tutto, anche il nostro modo di vivere e comprendere, si prevedono tempi difficili. Sembra che in un certo senso ci sia il rischio di un ritorno verso gli anni 30 della depressione dopo la fine di questa quarantena, un “the day after”.
Per non arrivare a ciò, o almeno, per prevenire invece di curare quando sarà troppo tardi, tanti artisti hanno pensato di fare concerti online, in modo da coinvolgere e non lasciare soli i loro fans.
In tutto questo, tra i primi ad ideare una serie di concerti in streaming, abbiamo avuto i due cantautori liguri, Max Manfredi e Federico Sirianni, con la collaborazione della band Savonese “Lady Lazarus”, (composta da Marcello Stefanelli e Gabriele Santucci), con la partecipazione di Lorenza Saettone e come ultima, ma non per ultima, Roberta Ricca come consulente alla regia.
Il tutto viene presentato su Twitch e Facebook dove gli artisti hanno creato gruppo e relativa pagina. Il nome dello spettacolo è bello e d’impatto, si chiama “Quarantena Tour”, in memoria a questa lunga quarantena che ognuno sta affrontando. È una trasmissione che arricchisce molto, sia musicalmente che culturalmente e non mancano ovviamente le risate.
Lo spettacolo si suddivide in due parti, quella di giovedì dove si chiacchiera di temi di attualità, neologismo, poesia, arte, cultura, credenze e tante altre cose, e quella di sabato dove non mancano le chiacchiere, ma, a differenza della sua gemella, questa è concertata sulla musica.
I nostri avatar possono anche interagire direttamente con i musicisti attraverso i commenti. Ogni sabato ci sono una serie di invitati tra musicisti, band, cantautori e cantanti sia di stampo nazionale che internazionale.
Quarantena Tour sfoggia grandi artisti e tutti si sentono parte di una grande produzione con profumi e ritmi non solo rappresentanti della musica italiana, ma anche di quella balcanica, del genere Gipsy, del classico, jazz, blues, e tanti altri ancora.
Non manca nulla insomma.
Il 2 di maggio era presente come special guest un famoso violinista albanese, un figlio d’arte, Marvin Qerimaj.
Nato a Durazzo, suona il violino sin da bambino e la sicurezza della sua impugnatura su questo meraviglioso strumento pare essersi solo perfezionata con il passare del tempo.
Non abbandona mai il suo amato strumento, Marvin, da sempre il suo migliore amico, confidente, una parte del suo corpo, come se fossero una cosa sola.
Frequenta la scuola di musica e il liceo artistico, per poi proseguire i suoi studi presso l’Accademia della Belle Arti a Tirana, laureandosi in musicologia. A Tirana continuano le sue esperienze dentro il mondo della musica, dove suona con nomi importanti della composizione e della canzone albanese. Partecipa a vari concerti tra Tirana e Durazzo.
Nel 2015 va ad Argirocastro, per rappresentare la sua città natale, Durazzo, in un’atmosfera magica, quella della Città di Pietra, che prende questo nome grazie al noto scrittore albanese Ismail Kadare: lo scrittore la definisce come un miraggio dell’architettura, con una frase molto poetica “chi inciampa sulle pietre della strada rotola su un tetto di una casa”. L’architettura qui è molto particolare, le case non hanno balconi e riprendono l’antico modello delle case fortificate a tre piani, vicine tra loro.
Pur avendo strutture che ricordano le fortificazioni non sono prive di elementi architettonici di vera bellezza, come le finestre finemente lavorate.
Questo meraviglioso scenario di pietra ospita sul suo palcoscenico, ogni cinque anni, ballerini, cantanti, musicisti al castello di Argirocastro nel sud dell’Albania.
Evento che mette in mostra la musica, la danza, i vestiti, e i costumi tipici del folclore albanese e, proprio qui, il violinista albanese spicca per una bravura straordinaria, come tra i migliori solisti del festival.
Partecipa al Festival della Radiotelevisione Albanese (RTSH) dove accompagna vari cantanti in gara e come solista, ma non solo: viene invitato anche negli eventi di fine anno organizzati dalla medesima televisione. Invitato speciale anche negli eventi musicali di Klan tv.
Su Quarantena Tour Marvin si presenta con Hora Staccato, un brano di Grigoras Dinicu, un compositore che mischia la tradizione romena con la musica classica, creando questo brano che è un vero cavallo di battaglia per quei violinisti in grado di eseguirlo con tecnica e sentimento.
Marvin lo suona con un tocco deciso, estasiato, virtuoso, non lascia scappare nessuna nota, anzi le note sono lui stesso. Le sue dita sembra che stiano facendo una maratona e siano in gara l’una con l’altra, come se il pentagramma si fosse trasformato in una pista e la chiave di violino nell’arbitro che dà il via.
Il violinista di Durazzo stupisce tutti e tutti rimangono basiti, non potrebbe essere diversamente: le note che emergono dal suo violino sono ipnotiche, magiche, poetiche.
- Facebook: quarantenatour
- Twitch: quarantenatour