Sono due mondi simili ma che hanno anche diversità tra loro. Tra l’Albania e l’Italia dal punto di vista geografico c’è un mare che più che dividerci più che altro ci unisce.
La letteratura albanese migrante in lingua italiana
Tuttavia, un ponte simbolico di congiunzione è stato rappresentano anche dalla letteratura. La letteratura albanese migrante, composta da scrittori albanesi in lingua italiana e che solleva alcune questioni da discutere attraverso alcuni incontri accademici, come quello tenutosi nella capitale albanese Tirana.
“Non avere l’italiano come lingua madre ma avere quindi l’albanese e voler trasferire il pensiero e la struttura idealistica in un altro tempo verbale è uno dei problemi principali che sono alla base della psico-linguistica.
Quando si passa direttamente ad un’altra lingua, c’è una modifica del pensiero o no? Qual è il rapporto tra questi scrittori e l’editoria italiana?” – si è espressa Diana Kastrati, direttrice del dipartimento della lingua italiana.
Ed in effetti la domanda sorge spontanea: qual è il pensiero della critica italiana riguardo questi scrittori?
“Non si parla più di scrittori albanesi ma di scrittori italiani a tutti gli effetti. Per questo penso che il pensiero a loro riguardo sia molto buono, anche perché Albania e Italia hanno sempre avuto un grande rapporto.
Penso di non sbagliarmi quando affermo che la letteratura della migrazione è ormai agli stessi livelli di quella italiana.” – ha affermato Alessandra Malgarini, direttrice dell’istituto italiano di cultura.
Invitati alla conferenza, anche alcuni scrittori come Arben Dedja e Artur Spanjolli, i quali scrivono in lingua italiana e altri come Diana Culi, Prec Zogaj e Vera Bekteshi, le cui opere vengono tradotte in italiano.
“Penso che sia una discussione molto interessante, perché evidenzia come le culture vengono scambiate tra i due paesi a prescindere dalla traduzione. Inoltre, incontrando lettori stranieri comprendi come la letteratura sia una ponte che congiunge paesi, che ci fa conoscere l’un con l’altro e chi permette di comprendere le differenze.” – ha affermato la scrittrice Diana Culi.
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