La POLIS University di Tirana è una istituzione universitaria privata fondata nel 2006 a partire dall’esperienza sul campo dei suoi fondatori con la NGO Co-Plan “Institute for Habitat Development”.
Oltre ai suoi programmi storici incentrati su architettura e urban planning, ad oggi l’università conta programmi di studio in Art&Design, Ingegneria e Computer Science, nonché una serie di master professionali in cooperazione con altri istituti europei.
Attualmente è frequentata da più di 1200 studenti nei suoi vari corsi di studio e, tra i suoi accordi internazionali, vanta un joint PhD in Architettura e Pianificazione Urbana con l’Università degli Studi di Ferrara
A novembre di quest’anno è stato inaugurato l’INNOVATION_Factory Makerspace, il nuovissimo spazio aperto per co-innovare grazie al sostegno dell’Unione Europea. Questo spazio fornirà alle startup albanesi servizi di consulenza, prototipazione e opportunità di fabbricazione digitale per l’intero ecosistema di start-up.

Abbiamo voluto intervistare Valerio Perna, il Coordinatore della INNOVATION_Factory e direttore del Centro di Ricerca in Architettura, Ingegneria e Design presso la Facoltà di Architettura e Design dell’Università Polis
Intervista a Valerio Perna

Caro Valerio, innanzitutto complimenti per questo traguardo raggiunto. Da quello che abbiamo letto online in questi giorni, alla POLIS University di Tirana avete appena inaugurato il primo MakerSpace in Albania con la tua unit la INNOVATION_ Factory. Puoi rivelarci qualcosa sulla scintilla che ha scaturito la nascita di questa idea e come siete riusciti a farla diventare realtà?
Ciao Olti, se sei d’accordo, Io direi di partire proprio dall’inaugurazione e fare un salto a ritroso nel tempo per parlare di questo nostro progetto che è finalmente diventato realtà per la POLIS University di Tirana.
Alla fine di novembre, esattamente il 30, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Unione Europea in Albania, Sua Eccellenza Luigi Soreca, e Ms. Petra Burcher, Head of development cooperation dell’Ambasciata Svedese, abbiamo inaugurato il Makerspace che è parte della mia unit di ricerca, la INNOVATION_Factory.
Nello specifico, un Makerspace è uno spazio in cui lavorano persone accomunate dalla una stessa passione, soprattutto nel campo della prototipazione digitale e della tecnologia, e si configura come un luogo sinergico in cui scambiare idee, competenze tecniche, e conoscenze di differente natura.
Quello che potete vedere oggi nelle foto, è però solo l’ultimo passo di un processo emozionante e allo stesso tempo molto complesso. Quando sono arrivato in Albania, alla fine del 2018, una delle prime conversazioni che ho avuto con i fondatori della POLIS, il Rettore Prof. Besnik Aliaj e Prof. Sotir Dhamo, verteva proprio sulla necessità di cominciare a lavorare assieme per poter dare all’università uno spazio speciale in cui, alcuni delle idee che da anni circolavano all’interno del piano di lavoro della POLIS, potessero trovare il giusto catalizzatore. C’era una forte volontà di risolvere una crisi interna nostra per poi lavorare in maniera chirurgica con alcune altre che identificavamo all’interno del paese.
Ovviamente, bisognava aspettare il momento giusto e nel frattempo continuavamo a lavorare con il piccolo laboratorio a nostra disposizione dove vi era un primo set di macchine e tecnologie accumulate nel corso degli anni.
Finalmente, nell’autunno del 2019, ci è arrivata voce di uno specifico grant – lo Eu4Innovation – che finanziato dall’UE e il SIDA (l’Agenzia Internazionale Svedese per lo sviluppo e la cooperazione) con il supporto tecnico del GIZ (la Società Tedesca per la Cooperazione Internazionale) intendeva promuovere progetti di sviluppo basati sull’innovazione in Albania. Tra i vari progetti accettati dal grant vi erano, oltre che a idee di business basati sull’ecosistema delle start-up, anche quelli dedicati ad istituzioni universitarie che intendevano investire in quella direzione.
Are you an🇦🇱start-up?#FabLab🚀,the newest innovation space in Tirana will now offer consultancy services & prototyping & digital fabrication possibility to the whole🇦🇱start-up ecosystem.
Watch📽️to learn more about this initiative taken by @U_POLIS & supported by #EU4Innovation. pic.twitter.com/9609gzpqxZ— EU in Albania (@EUinAlbania) December 3, 2021
Come potrai immaginare, quella notizia ci è sembrata proprio l’occasione giusta per poter dare un’accelerazione alla nostra visione. Così, assieme alle colleghe Elona Karafili – Vice Rettrice della POLIS – e Flora Krasniqi – Capo dell’Ufficio Progetti – abbiamo iniziato la scrittura di quel grant concentrandoci proprio su come poter convincere gli organizzatori della necessità di uno spazio come il nostro per il territorio albanese. Come facciamo sempre quando consegniamo un progetto, ci siamo dati una pacca sulla spalla e abbiamo detto: “Ok, avanti con il prossimo che abbiamo un’altra scadenza”. Senza dubbio eravamo sicuri della nostra proposta ma, come sappiamo bene, ci sono molte variabili per le quali non si è mai certi di arrivare fino alla vittoria.
Poi, però, a gennaio del 2020 abbiamo ricevuto una telefonata che ci comunicava la nostra selezione tra i finalisti e la nostra disponibilità a fare un pitch davanti alla giuria. Siamo andati e… eccoci qua! Vincitori di un progetto in co-financing, con un investimento della nostra Università pari al premio vinto, che ci ha consentito non solo di costruire il laboratorio ma anche di dotarlo di alcune delle macchine più avanzate – e costose! – nel campo della prototipazione digitale.
Hai appena confermato che la scelta di investire in un progetto così ambizioso nasce da una crisi specifica che avete identificato in Albania. Puoi spiegarci di cosa si tratta e quale è la vostra strategia per fronteggiarla?
Come ti dicevo, la prima crisi nasceva da una necessità interna. Il laboratorio che avevamo era ormai ‘antiquato’ e c’era bisogno di fare un investimento importante per continuare una linea di ricerca che esisteva ormai da tempo da POLIS. L’equipaggiamento per uno spazio di questo tipo richiede un determinato tipo di spesa e, sicuramente, non è qualcosa che può essere effettuato in una sola volta come è avvenuto grazie al programma EU4Innovation.
L’altra crisi, senza dubbio più importante, si legava alla specificità del paese Albania. A Tirana di certo c’erano altri spazi che stavano lavorando in questo campo, seppur con una incidenza limitata per limitazioni di vario tipo. Studiando il mercato, ci siamo resi conto che nel paese, per quanto riguardava i famosi 4 step dell’Innovazione (Idea, Concept, Solution, Market), nel migliore dei casi si riusciva a coprire solo i primi due, forse in alcuni casi parzialmente anche il terzo, ma non si riuscivano a creare le condizioni per le quali un progetto riuscisse ad entrare sul mercato senza esserne cannibalizzato e affondare. L’Albania è un paese giovane e pieno di idee, lo sai anche tu, e me ne convinco sempre di più ogni giorno con i miei studenti. Hanno grande voglia di fare e di emergere, di conquistarsi quello spazio nel mondo che anche a loro spetta di diritto. Eppure, senza la giusta infrastruttura, sai benissimo come funziona: vi è buona idea, per carenze specifiche del sistema riesci a svilupparla fino ad un determinato punto, e poi all’improvviso viene qualcuno dall’estero e ti offre di continuare da lui. A quel punto quali sono le tue scelte: rimani oppure tenti la fortuna in un altro luogo dove sai di poter trovare nuove opportunità?
Penso che la risposta la conosciamo entrambi no? Ecco, noi volevamo proprio fare qualcosa affinché la risposta ad una domanda di questo tipo non fosse proprio così scontata.
Un laboratorio deve avere anche degli obiettivi o sbaglio? Quali sono quelli che vi siete posti e soprattutto chi sono i destinatari del vostro impegno? Si tratta di un progetto aperto a tutti o per il momento è qualcosa di confinato solamente alla vostra realtà come università?
Voglio rispondere a questa tua domanda affermando che il laboratorio è aperto a tutti. È un progetto con una direzione anche sociale dedicata all’Albania “at large”. Oltre che per i nostri studenti, che negli anni hanno sempre rappresentato uno dei nostri interlocutori primari, siamo aperti a chiunque – aziende, istituzioni pubbliche, attori solitari – possa avere un’idea, un inizio di prodotto, o solamente la volontà di sedersi ad un tavolo a discutere. ll nostro obiettivo principale è quello di creare ‘fiducia’ all’interno del paese. Di mettere insieme giovani menti, accademia, istituzioni pubbliche e business, affinché lavorare su un concetto di innovazione “Albanian-based” non sia più solamente uno slogan da paper universitari ma qualcosa di concreto su cui lavorare tutti in maniera sinergica. Il mercato delle start-up in Albania è cresciuto molto negli ultimi anni, per farti un esempio alcuni dei miei studenti sono fondatori da anni di una start-up con sede in Albania, e anche quello degli SME (Small and Medium Sized Enterprises), che rappresenta la maggioranza delle imprese albanesi, è diventato più florido e si iniziano a vedere investimenti importanti.
Quello che va creato, è il giusto humus culturale, affinché si capisca che la cooperazione, il lavorare insieme e, perché no, anche il sognare per un obiettivo comune devono entrare a far parte di una mentalità condivisa.
Una volta, durante un workshop con dei nostri partner sloveni, una nostra studentessa che da anni è impegnata in questo settore ha detto ai docenti: “Molti di voi vengono da paesi in cui la tradizione imprenditoriale affonda in solide basi costruite nel corso del tempo. Noi molto probabilmente siamo la prima generazione, non contando quella dei nostri genitori che ha vissuto la transizione, che ha il dovere di fondarla questa tradizione. Se volete aiutarci, trasmetteteci questo, oltre che a nozioni teoriche”. Come potrai immaginare, questo discorso da una ventenne mi ha molto colpito, e ho cominciato a pensare come poter dare il contributo proprio in questa direzione.
Cosa non meno importante, il Ministero delle finanze e dell’economia albanese ha il piano di investire una somma di circa 10 milioni di Euro proprio in questo settore. Visto che i fondi a questo punto ci sono, l’obiettivo principale è non sprecarli ma fare in modo che rappresentino una solida base su cui riuscire a costruire sempre di più.
A questo punto entriamo un po’ nel tecnico affinché anche i nostri lettori possano capire cosa sia un MakerSpace e cosa si può fare assieme al vostro aiuto. Il grant che avete vinto, come è stato investito nello specifico e che valore ha aggiunto alla POLIS?
Il grant si basava su una specifica forma di collaborazione chiamata co-financing. La POLIS si è impegnata ad investire, di tasca propria, l’equivalente economico del premio e, nello specifico, nella costruzione della struttura del laboratorio. Questo è diviso in due parti: la prima, dedicata al laboratorio vero e proprio dove sono ubicate le macchine e le tecnologie necessaria, e la seconda dedicata agli uffici della INNOVATION_Factory, 15 postazioni di lavoro su due piani per me e le persone con cui lavoro assieme.
La parte invece finanziata da EU4Innovation è stata utilizzata per l’acquisto e l’installazione delle macchine. Tra le tante a nostra disposizione posso dirti che abbiamo 1 braccio robotico mobile lungo 6 assi; 2 bracci robotici mini da utilizzare anche nel processo didattico con gli studenti; 5 stampanti 3D di ultima generazione; stampanti in resina; una CNC (una macchina a controllo numerico computerizzato); una macchina a taglio laser, e una infinità di sensori e dispositivi indirizzati alla domotica e processi automatizzati.
Mi sono concesso qualche tecnicismo ma era anche per far capire di cosa stiamo parlando e cosa siamo riusciti a realizzare.

Per quanto riguarda il valore aggiunto alla POLIS… ha dato nuovo spazio all’Università! La questione dell’importanza dello spazio non è da sottovalutare (e non parlo solo per gli architetti). Il giusto environment mette il corpo e la mente nelle giuste condizioni per pensare, per creare.
È vero che oggi si può ideare ovunque, le tecnologie ubique ci consentono di essere “qui e lì” contemporaneamente, eppure rimango convinto che in alcuni casi c’è bisogno di un setting specifico e di persone a popolarlo. E questo è il vero valore per la POLIS, uno spazio dedicato, pensato sin nei minimi dettagli per accendere una scintilla in chiunque vi entri.
La prossima domanda è una domanda personale. Tu vivi da più di tre anni in Albania dopo un dottorato di ricerca conseguito in Italia. Pensi che altrove avresti raggiunto questo risultato o c’è stata una magica alchimia anche con il luogo e le persone a te vicine?
Ça të them Olti, ahah? Questa è veramente una domanda complicata. Forse la più difficile tra quelle che mi hai fatto fino a ora.
Sai, non so darti una risposta, forse sì e forse no. Quando sono arrivato in Albania non avevo ancora finito il mio Dottorato di Ricerca alla Sapienza e l’offerta della POLIS era arrivata quasi inaspettata in un pomeriggio di Luglio del 2018. Ero ancora nella fase “cosa voglio fare da grande? Ma sì, credo il professore universitario potrebbe andare bene!”
Dopo aver letto la mail, senza pensarci troppo accettai, dato che sentivo la voglia di fare una esperienza in un paese come questo, del avevo spesso sentito parlare ma che non avevo mai avuto l’occasione di visitare.
Sono arrivato quasi di soppiatto, potrei dire timidamente, eppure dal giorno 1 mi sono stati dati incarichi, responsabilità, e soprattutto fiducia. Mi sono sentito parte di un progetto e allo stesso tempo a gestire cose con cui non avrei mai pensato di imbattermi a soli 29 anni.
Ti dirò una cosa, per cercare anche di dare una risposta (spero) intelligente alla tua domanda. Io queste idee potevo averle anche in un altro luogo, fanno parte in un certo qual modo del mio background formativo, ma avrei trovato persone altrettanto visionarie per poter solo pensare di realizzarle? Ecco, sono le persone che hanno fatto la differenza in questa mia esperienza albanese. Senza di loro, sicuramente tutto questo non sarebbe mai avvenuto, compresa questa intervista.
Una volta mi hai detto che un buon pitching/presentazione si chiude sempre con una Call to Action. Come coordinatore della INNOVATION_Factory, quale è la tua per chi ci legge?
Come ho detto prima, chiunque è il benvenuto a passare al laboratorio. Sia per parlare di un’idea o anche solo per un caffè e visitare la struttura.
Nel mio discorso durante l’inaugurazione, ho rivolto una dedica speciale alle persone giovani che lavorano con me. Ho detto loro che sono già 10 volte più bravi di quanto non fossi io alla loro età e che, nonostante io spera di ispirarli il più possibile, sono io che spero di imparare il più possibile da loro.
Quindi, il laboratorio noi lo abbiamo costruito, ora aspetto con ansia che qualcuno venga e riesca a sconvolgere un po’ quella struttura.
Una volta, mentre eravamo in una masterclass di entrepreneurship con Elona, ci hanno detto che una start-up di successo deve essere composta da un hipster, un hacker, e un hustler (imbroglione).
Per chiunque ci sta leggendo ora, direi che le candidature sono aperte…