“Marbjena, Marbjena… vieni a truccarti. tra poco sarai in scena”. Lei in sottoveste sembra così fragile davanti a questa voce onnipotente che la chiama all’ordine dei suoi compiti.
Marbjena davanti a Marbjena, sorvegliata da questa voce che non la molla mai.
“Basta Dio, basta, lasciami stare… Si è vero tutti hanno sofferto, ma questa è la mia sofferenza.”
Inizia così lo spettacolo “Albania-Italia solo andata”, che per tre sere di seguito, 12-13-14 maggio, debutta in scena del Teatro Lo Spazio a Roma.
È un dialogo con il Dio, quello che Marbjena ha scritto, raccontando e interpretando se stessa in un lungo monologo pieno di emozioni, canti, preghiere e verità nascoste.
A volte donna e a volte bambina, Marbjena si trasforma in un crescente emotività di storie che ebbero inizio nel 1997 a Scutari, la sua città natale.
Marbjena mette al nudo la sua anima e la sua vita che non gli ha risparmiato niente, da un tentativo di stupro all’età di 7 anni, alla sofferenza di un’amica venduta dai trafficanti della prostituzione, dalla perdita di una sorella morta suicidata, alla storia di suo padre che dal Colonello dell’esercito diventa un venditore di frutta.
Bella, bionda, alta, occhi azzurri, lineamenti che l’hanno fatto soffrire dal pregiudizio comune della donna dell’est. Ma Lei non molla! Marbjena ha sognato di vivere in Italia da quando era piccola, e non gliela da vinto a chi pensa che Lei è solo una povera immigrata.
Studia e lavora finché l’Italia diventa la sua storia di successo. È la storia di un’immigrata arrivata in Italia all’età di 19 anni e che oggi e diventata un’attrice protagonista di se stessa.
In scena come nella vita, Lei si trasforma in un’aquila. Marbjena è così vera che sembra un’eroina d’altri tempi. Ride, piange, recita preghiere di Kuran e balla le canzoni popolari albanese.
A posto della vestaglia, Marbjena si copre di un vestito rosso fuoco che ha sulla schiena un’aquila bicipite e scopre di essere innamorata. E’ felice e canta la sua canzone preferita della gioventù, di Frederik Ndoci “Syte e tu, syte e tu”.
È innamorata di una donna. Pensava che non fosse l’amore che i suoi genitori sognavano per Lei, ma si era sbagliata. La voce onnipotente si trasforma nella voce di sua madre che parla; “Marbjena, mi basta che tu sei felice. Ho sempre saputo!”