Majlinda Mica, o Linda, come la chiamano in breve, è solo da un anno direttrice di un grande centro per gli anziani in un paese vicino ad Alba, città piemontese famosa per la fiera del tartufo e i vini pregiati distribuiti in tutto il mondo.
Majlinda gestisce una struttura che ospita 67 anziani e nella quale lavorano 48 operatori, tutti negativi al coronavirus dall’inizio della pandemia fino ad oggi. Un successo dato dalla collaborazione reciproca tra gli operatori e gli ospiti, così come dalla formazione a distanza effettuata sugli operatori. Per conoscere la storia di Majlinda e della struttura da lei gestita, ecco l’intervista rilasciata ad Albania News:
Chi era Majlinda Mica in Albania e chi è oggi in Italia?
In Albania sono stato un medico veterinario a Durazzo dal 1994 al 2000. Prima che finisse l’anno, decisi di intraprendere il percorso dell’immigrazione insieme a mio marito, anche lui medico veterinario. Quando arrivai in Italia venni a sapere che la mia laurea non veniva riconosciuta.
Per questo, decisi di iniziare l’università di infermieristica ad Asti, città dove abito tutt’ora. Conclusi gli studi, le offerte di lavoro non sono tardate ad arrivare. Ho iniziato a lavorare in una casa di riposo per anziani: i responsabili della struttura notarono subito le mie abilità e mi affidarono il ruolo di coordinatore infermieristico e, dopo poco, quello di direttrice.
Dal 2019 sono direttrice e coordinatore infermieristico nella casa di riposo “Maria Assunta di Castellero” a Corneliano d’Alba.
Lei è una dottoressa direttrice di un centro che ospita tanti anziani. Puoi raccontare come avete vissuto questo periodo difficile della pandemia Covid-19?
La nostra struttura ospita nei suoi locali 68 ospiti e in questi mesi di pandemia Covid-19 non è stato tanto facile gestirla. Non abbiamo avuto tempo di pensarci. Quando siamo venuti a conoscenza del DPCM del presidente del consiglio Conte, ho comunicato a tutti, dipendenti, ospiti e parenti la chiusura verso l’esterno della casa di riposo. Era il 23 febbraio.
Non è stato facile accettare questa decisione da parte dei parenti, perché altre strutture non avevano comunicato la chiusura. Ho lavorato per 12 ore al giorno nella struttura, continuando anche da casa, seguendo i corsi di formazione a distanza, per poter affrontare meglio la situazione. E non solo per le mie funzioni direttive, ma anche per preparare i corsi di formazione a distanza per tutti i miei dipendenti. Solo così siamo riusciti ad essere pronti ad affrontare questa situazione insolita che è diventata giorno dopo giorno sempre più difficile.
Quali sono stati i punti deboli e i punti di forza nella gestione del centro?
Trovare ed acquistare i DPI (dispositivi di protezione individuale) è stata una delle cose più difficili. Abbiamo dovuto reinventarci sarti per cucire le mascherine che servivano sia a noi come operatori, sia agli anziani. Un altro punto da affrontare è stata la comunicazione degli ospiti con i loro cari.
In questo senso, abbiamo prestabilito gli orari di videochiamate nelle ore serali. Abbiamo cercato di non far mancare nulla.
Il nostro punto di forza è stato l’unione della forza di tutte le figure professionali: fisioterapisti, infermieri, educatrici, oss, le addette alla pulizia; abbiamo lottato insieme per vincere la battaglia contro il Covid-19. Un altro elemento forte è stata anche la nostra collaborazione: direzione-dipendenti-ospiti fidandosi uni con altro per poter seguire rigorosamente il regolamento interno della struttura e il protocollo per la prevenzione del virus.
E’ stato un problema per lei e per gli anziani essere una direttrice di nazionalità albanese, visto che i codici culturali sono un po’ diversi?
Non è stato difficile comunicare con gli ospiti e i dipendenti anche se sono una direttrice straniera. Hanno percepito subito che volevo il loro bene e che cercavo di rendermi utile per la loro salute. Hanno visto la mia dedizione costante verso di loro e il personale dipendente, si è instaurato in breve tempo rispetto e affetto reciproco.
Come viene organizzata una giornata in un centro per gli anziani? Quali sono le attività che si svolgono?
Le attività in casa di riposo vengono organizzate con un programma dettagliato dalla nostra educatrice che è molto in gamba. Una giornata tipo inizia con un’attività di bricolage, cucito, lettura, canto, tombola, passeggiata nel giardino. Siamo fortunati ad avere un giardino interno grande e meraviglioso che offre possibilità di creare e soddisfare. I fisioterapisti, invece, effettuano ginnastica di gruppo e individuale.
Come è cambiata la sua vita professionale in questi anni?
Tantissimo. Da una veterinaria in Albania sono diventata un anno fa direttrice di una struttura per gli anziani in Italia. Chi lo avrebbe mai detto che un albanese avrebbe diretto 120 persone?
Dicono che non c‘è due senza tre… Lei possiede due lauree. Ha pensato ad una terza?
Un giorno, se troverò il tempo, vorrei iscrivermi in un master di management.