Intervista di Arjan Kallço
Che cosa è l’Associazione Internazionale dei Critici Letterari nel panorama internazionale della cultura? Lei è una donna ed oggi il loro ruolo è molto importante…
R. L’A.
I.
C.
L., Association Internazionale des Critiques Litteraires, affiliata all’UNESCO dal ’71, è nata da un’idea sorta durante un Convegno svoltosi a Parma già nel 1963 in cui intellettuali di tutta Europa avevano manifestato l’urgenza di istituire un luogo associativo che contribuisse ad un concreto confronto tra culture.
Eravamo ancora sotto l’influenza della cosiddetta “guerra fredda” e gli scrittori e gli intellettuali dell’allora Europa dell’Est avevano molta difficoltà ad incontrarsi con il resto del mondo, Pertanto una delle priorità dell’AICL fu quella di proporre nel Bureau Internazionale sempre almeno un rappresentate dell’est europeo. Così abbiamo avuto vicepresidenti polacchi, romeni, ungheresi, sovietici.
Attualmente il Bureau è così costituito: alla presidenza ci sono io, primo italiano e prima donna a ricoprire l’incarico che invece è sempre stato di un francese. Vicepresidenti il prof. Fernando Martinho dell’Università di Lisbona e il prof. Ichiro Saito dell’Università di Tokio; il segretario generale, per rispetto alla regola su menzionata, è il prof. Stefan Damian della Università di Cluj in Romania. Tesoriere, esterno all’Associazione per motivi di opportunità, è il dott. Massimo Milza, giornalista e dirigente della presidenza del Consiglio dei Ministri italiano.
Credo che la mia Presidenza “femminile” più di una volta sia servita a “smussare i toni”, a spianare discussioni nate magari anche all’interno nel Bureau, cosa del tutto fisiologica…
Quali paesi aderiscono a questa Associazione e alle vostre iniziative?
R. Attualmente l’AICL. conta adesioni individuali di diversi Paesi: l’Italia (presente in numerose Regioni: Liguria, Lazio, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Campania), poi Francia, Spagna, Grecia, Polonia, Romania, Albania, Venezuela, Giappone, USA, Malta, Austria, Egitto, Svizzera.
L’Associazione Internazionale dei Critici letterari è nata già come espressione di legami internazionali europei ed extraeuropei e per raggiungere meglio gli scopi associativi organizza congressi e colloqui ogni anno in un Paese differente. Vorrei ricordare a titolo di esempio gli incontri a Parigi, ovviamente, ma anche a Lione (Francia), Lisbona (Portogallo), Nuoro, Varsavia (Polonia), Bratislava (Rep. Ceca), Cuba, Nantes (Francia), Barcellona (Spagna), Stavanger (Norvegia), Turun (Polonia), Padova, Gela, Piatra Neamt (Romania), Lecce.
Nel 2012 il nostro convegno annuale si è svolto a Morra De Santis patrocinato dal Comitato per le celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si è pubblicata per numerosi anni una Rivista semestrale, L’Année Littéraire, ed attualmente ci si è dotati di un sito web, www.aicl.org . Numerosi Atti dei Convegni hanno visto prestigiose pubblicazioni, soprattutto presso la collana Saggi delle Edizioni Nemapress.
L’AICL da qualche anno di avvale della collaborazione dell’Associazione di promozione sociale SALPARE soprattutto per le questioni logistico-organizzative e della FLIP-Free Lance International Press, come Ufficio stampa internazionale.
La vita contemporanea, scrive Corrado Augias, all’apparenza così piena di luce (in tutti i sensi), contiene in realtà vaste zone d’ombra, dove solo la letteratura e le arti sono in grado di penetrare. Gli scrittori e i poeti sono molto nel mondo: quali sono i vostri intenti, ed i contributi?
R. Oltre alla possibilità di dare luogo a scambi che travalichino ideologie e problematiche geopolitiche, la nostra Associazione ha un’altra peculiarità fin dalla sua origine. Essa infatti, a differenza di altri raggruppamenti professionali che includono soltanto alcune ristrette cerchie di categorie (esempio gli italianisti, gli storici, gli slavisti, ecc.) sempre seguendo la prospettiva del confronto aperto, ha accolto al suo interno, come membri, critici accademici, ma pure critici militanti su testate giornalistiche e/o radio televisive, scrittori e poeti che esercitino nel contempo anche l’attività critica. Questo modo di “reclutamento” ha arricchito sempre più la nostra Associazione, rendendo molto fluido e fertile il dibattito culturale al suo interno. D’altronde già uno dei “padri” fondatori dell’AICL, l’italiano Gaetano Salveti, a lungo vicepresidente dell’AICL, era un grande poeta, discepolo ed amico di Salvatore Quasimodo, e nel contempo un finissimo critico letterario, il primo ad avere proposto una Antologia di poesia femminile prima del sessantotto.
La critica è sempre stata importante per il progresso non soltanto letterario ed un grande della letteratura mondiale, Honoré de Balzac, dice: La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto. Dove è, e che tipo di critica si prospetta oggi davanti a voi?
R. Ai giorni nostri è quasi impossibile leggere recensioni e stroncature come quelle rimaste famosissime di Giovanni Papini all’inizio del Novecento.
Purtroppo oggi molta critica militante, quella che si esplica sui giornali e sui mass media televisivi, è sempre più al servizio di potentati economici editoriali o ai diktat politici. Stesso sconfortante quadro spesso anche nella critica accademica dove prevalgono interessi di “scuola” e di cordate universitarie. Forse l’area di relativa libertà di opinione resta ancora lo spazio “libero” di internet e dei portali web. Inoltre associazioni indipendenti come la nostra dimostrano la necessità di spazi ci confronto su questi temi, anche internazionali.
I membri dell’Associazione sono anche scrittori e poeti di spicco nei loro Paesi: si possono menzionare alcuni nomi?
R. Premesso che l’appartenenza all’Associazione, il possesso della tessera, rende giustamente tutti uguali come importanza e serietà di impegno culturale, vorrei fare alcuni nomi “stoici” della nostra Associazione: il vicepresidente giapponese Ichiro Saito, già docente di letteratura alla Sorbona e all’Università di Tokio, tuttora sempre presente a tutti gli appuntamenti AICL; Richard Matuchezschi, compianto altro vicepresidente AICL, già Rettore dell’Università di Varsavia; Fazia Assaad, docente all’università di El Cairo e scrittrice in lingua francese a Ginevra; Andrè Ughetto, drammaturgo e traduttore dall’italiano, capo redattore della rivista “Phoenix”di Marsiglia; Julio Conrado, giornalista e romanziere lusitano e Fernando Martinho, vicepresidente AICL, dell’università di Lisbona, presidente dell’Associazione internazionale degli studiosi di portoghese ; Antonio Blanch, docente all’università Comillas di Madrid, autore di saggi di letteratura comparata tradotto in tutto il mondo; Stefan Damian, poeta e saggista, traduttore dall’italiano, docente all’Università di Cluj in Romania.
La AICL è affiliata all’Unesco: quali vantaggi comporta essere sotto patrocinio delle ONU? La crisi globale ha danneggiato anche la cultura?
R. Ho avuto l’onore di conoscere personalmente Koikiro Masuura, il precedente Segretario generale dell’UNESCO a Parigi. L’ho incontrato dopo una Riunione Generale dei Paesi dell’UNESCO cui la nostra Associazione era stata invitata come osservatrice.
Grazie al socio italiano Angelo Sagnelli, poeta e scrittore che vive e opera a Roma, da due anni siamo inseriti nel calendario ufficiale della Festa mondiale della poesia, giornata istituita a livello internazionale dall’UNESCO, che celebriamo con un grande evento al Caffè Greco, lo storico caffè letterario di via Condotti a Roma.
Lei è sarda, anche fiera, e alcuni nomi famosi della cultura sono conosciuti anche in Albania: qualcosa di curioso su di essi?
R. Non so quali scrittori sardi siano noti anche in Albania. Spero soprattutto lo sia la nostra Grazia Deledda, unica donna ad aver ricevuto il Premio Nobel per le lettere italiane nel 1927. Ricordo ancora con quanta emozione vidi una intera vetrina della libreria più importante di Bucarest ricoperta di traduzioni dei romanzi deleddiani… Ero nella capitale della Romania per un nostro Convegno AICL: chissà che lo stesso non mi capiti dopo il nostro primo convegno in Albania…
L’ultima fatica letteraria appena uscita porta il nome di D’Annunzio. Sappiamo che il poeta ha avuto una stima particolare per il nostro paese…Il libro porta la firma anche di Bruni, uno studioso arberesh…Come è nato questo libro?
R. E’ stato proprio Pierfranco Bruni, studioso dannunziano e dirigente del Ministero dei Beni culturali italiano, a propormi un libro su D’Annunzio per il centocinquantesimo anniversario della sua nascita. Abbiano lavorato su due fronti: Bruni ha affrontato lo scrittore in rapporto alle grandi questioni anche ideologiche e storico-politiche; mentre io mi sono ritagliata lo spazio del D’Annunzio poeta, in particolare analizzando le Laudi meno note. Ma proprio nel mio ruolo di Presidente dell’AICL, e considerando che anche Pierfranco Bruni fa parte dell’Associazione, mi è sembrato opportuno coinvolgere gli studiosi dell’AICL e proporre loro la possibilità di presentare le traduzioni dannunziane nei loro rispettivi Paesi. Hanno risposto al nostro invito: Andrè Ughetto per la Francia, Stefan Damian per la Romania, Arjan Kallço per l’Albania, Valentina Piredda per l’Austria, Emanuela Forgetta per la Catalogna e Andrea Guiati per gli Stati Uniti d’America. I loro contributi ben figurano nell’Appendice critica del volume che abbiano voluto intitolare”Io ho quel che ho donato”, la famosa frase che Gabriele D’Annunzio volle fosse posta all’ingresso del Portale del Vittoriale.