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Home Cultura Interviste

Movimento #Thurje in Albania: per portare avanti il nostro ideale dovremmo scontrarci con la casta al potere

Abbiamo intervistato Endrit Shabani, attivista del movimento civile anti-establishment "Nisma #Thurje" il quale afferma: il nostro obiettivo è quello di instaurare una democrazia in Albania in grado di rappresentare tutti. Ma per fare ciò dobbiamo scontrarci con la casta al potere, che ha bloccato lo sviluppo economico, sociale e politico del Paese."

di Stefania Morreale
1 Febbraio 2020
Endrit Shabani Nisma Thurje Albania

Endrit Shabani, Nisma #Thurje

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Qualche giorno fa abbiamo fatto una intervista a Endrit Shabani, attivista del movimento Nisma #Thurje in Albania. Di seguito riportiamo le risposte.

Salve, può parlarci del movimento Nisma #Thurje?

Salve. Allora, Nisma #Thurje è un movimento civile anti-establishment. Il nostro obiettivo è quello di instaurare una democrazia in Albania in grado di rappresentare tutti, in cui i cittadini abbiano strumenti legislativi e politici per limitare il potere degli alti funzionari di Stato. Sicuramente un’ideale del genere, per imporsi, dovrà scontrarci con la casta al potere, che ha bloccato lo sviluppo economico, sociale e politico del Paese. Si tratta di uno scontro non facile da affrontare.

Voi parlate di un movimento in crescita. Perché, secondo lei, Nisma #Thurje riceve sempre un maggior supporto da un numero crescente di cittadini?

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Perché le persone sono stanche della vecchia politica, sempre pronta a promettere e mai a fare concretamente qualcosa. Le persone chiedono un cambiamento radicale, che coinvolga le fondamenta del sistema politico. Siamo in una situazione in cui piccoli aggiustamenti e irrilevanti riforme non sono in grado di sistemare in maniera significativa le storture del sistema politico albanese. Tutta la società vuole questo cambiamento, e in particolare i giovani. Il movimento Nisma #Thurje rappresenta l’ultima spiaggia prima di una nuova e imponente migrazione di massa dei giovani albanesi. Molti di loro ci dicono che se la nostra battaglia non si concluderà con una vittoria, prepareranno i documenti e lasceranno il Paese. Io sono fiducioso e credo che riusciremo a vincere, così da permettere a questi giovani di costruire il proprio futuro in Albania.

Quali sono le tematiche sulle quali sta lavorando Nisma #Thurje?

Noi abbiamo redatto un manifesto politico che si chiama Karta 2020. All’interno di questo manifesto abbiamo scritto nero su bianco le nostre idee basilari e i temi che intenderemo affrontare. Uno di questi temi riguarda il dare maggiore potere decisionale al singolo cittadino, così da decentralizzare il potere. A questo scopo abbiamo intrapreso una iniziativa legale, sostenuta da 50000 votanti, in cui abbiamo richiesto l’applicazione di un sistema elettorale a liste aperte, dove gli elettori possono scegliere in maniera diretta i loro rappresentanti nel Consiglio comunale e nel Parlamento. Abbiamo consegnato questa proposta al Parlamento e stiamo facendo delle pressioni affinché venga votata al più presto.

Noi pensiamo che la democrazia richieda l’intervento di due parti sociali: quella del cittadino e quella del politico. Per questo motivo abbiamo intrapreso un tour nazionale grazie al quale stiamo incontrando molti cittadini e stiamo dialogando con loro su come uscire da questo marciume durato 30 anni. Stiamo discutendo anche perché la democrazia è l’unica strada per lo sviluppo economico del Paese.

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Il giorno 15 febbraio avremo l’incontro a Tirana, nel Palazzo dei Congressi, dove tra l’altro ci sarà l’artista Mirush Kabashi che sostiene le nostre idee. Un altro tema caro al movimento è quello della guerra contro la privatizzazione abusiva, applicata anche ai beni naturali e ai servizi pubblici. In questo senso abbiamo denunciato alla SPAK la concessione delle sterilizzazioni dei materiali sanitari, che per noi rappresenta una grande truffa. È stata una battaglia difficile perché abbiamo messo a rischio un business di più di 100 milioni di euro. Adesso esiste un’inchiesta aperta dalla Procura speciale anti-corruzione che cerca di fare luce sulla situazione. È una battaglia che ha avuto un costo personale per ognuno di noi, però è una cosa che avevamo previsto quando abbiamo cominciato a combattere e non ci arrenderemo fino a che non avremo vinto. L’epoca dell’intoccabilità della casta è giunta alla fine.

Giorni fa ha preso parte alla protesta dei minatori a Tirana. Perché è così importante essere a fianco di questa categoria di lavoratori? (link)

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Il nostro appoggio ai minatori è importante perché la loro battaglia rappresenta la battaglia giornaliera del nostro popolo che merita molto ma riceve poco da questo governo che si prende tutto senza meritare molto. Lo scontro è tra chi lavora per un pezzo di pane e chi ha yatch e utilizza voli in prima classe; in questo scontro noi stiamo dalla parte dei più deboli.

Per quanto riguarda i minatori siamo con loro per il fatto che chiedono una cosa basilare: il diritto di avere il proprio sindacato. Siamo nel 2020 e continuano ancora con le Unioni Professionali, che non pensano al lavoratore ma ai padroni delle miniere. Per un momento lasciamo da parte qualsiasi giudizio su chi abbia ragione o meno, i minatori o l’imprenditore, e poniamoci la domanda: come risolvere la questione? Come possiamo essere sicuri che i minatori non vengano maltrattati dai proprietari delle miniere? Servirebbe un intervento dello Stato, che però in questo Paese corrotto è al soldo degli oligarchi. Quindi rimangono solo le capacità dei lavoratori che, per affrontare il proprietario, dovrebbero auto-organizzarsi in sindacati. I minatori hanno il diritto per legge, per Costituzione e per Codice del Lavoro ad avere il proprio sindacato, quindi la loro lotta è legittima e deve essere appoggiata.

In Albania qualcuno taccia il movimento di populismo. Come risponde a queste dichiarazioni?

La casta che dirige il Paese non farebbe quello che fa se negli anni non avesse creato il suo pugno di servi, mantenuti con ricchezze e privilegi. Quindi ogni qualvolta che qualcuno denuncia i problemi reali del Paese, rompendo l’equilibrio tra casta e servitori, viene etichettato come populista. Un termine che, in effetti, ha molte interpretazioni ma che, in buona sostanza, significa parlare dei problemi del popolo direttamente con chi governa. Da questo punto di vista, allora, è un onore per noi essere etichettati come populisti, in una società dominata da servi del potere che garantiscono gli interessi dei leader. E comunque vale la pena mettere l’accento sul fatto che quello che noi facciamo non ha niente a che vedere con il populismo di destra che da qualche anno troviamo in diversi paesi europei. Vi invito a seguire con attenzione la nostra attività pubblica e vedrete che non troverete nessuna ombra di sciovinismo ed estremismo. Anzi, tutt’altro! I nostri valori sono quelli della compassione, solidarietà e della difesa dei più deboli. Il nostro messaggio è l’unione.

L’Albania si sta riprendendo lentamente dopo il terribile terremoto di novembre. Come pensa sia stata gestita dallo Stato albanese questa catastrofe?

Come studioso, per me non c’è niente di più preoccupante del rifiuto a imparare dai propri errori. Il terremoto del 26 novembre ha mostrato che il Governo, ma non solo, non aveva imparato nulla dai terremoti dei due mesi precedenti. La mattina del terremoto io sono stato nelle zone più colpite, in mezzo alle macerie, e lì ho visto uno Stato totalmente impreparato davanti a catastrofi del genere. Questo vuol dire che non c’è stato nessun piano di emergenza in caso di terremoto, nonostante le avvisaglie dei mesi precedenti. Ora, per tornare alla domanda, io credo che la situazione la stanno gestendo male. Basti vedere che i bambini e gli anziani da due mesi dormono nelle tende. D’altra parte c’è chi dorme nelle proprie case, ma non si sente sicuro. In effetti, le case sono sicure? E le scuole? E gli ospedali? Il nostro Paese è in grado di gestire un’altra situazione del genere? Io ho paura di no.

Alla fine una curiosità: Nisma #Thurje parteciperà alle prossime elezioni?

Questo non ha importanza per l’albanese medio. Sfortunatamente, spesso la politica viene commentata come fosse una partita, in cui ci si focalizza sui giocatori. Chi sta giocando, chi si è infortunato, chi entra e chi esce dal campo…

La politica è una questione seria perché risolve i problemi della società, quindi noi ci focalizzeremo sulle idee politiche, sulle istituzioni e su come risolvere i problemi quotidiani dei cittadini. Questo è importante per noi. Poi, entrare o no in campagna elettorale è una questione secondaria, secondo me.

Questa intervista è disponibile anche in lingua albanese
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