Dopo mesi difficili di lockdown a causa dell’emergenza COVID-19, in Italia è già partita da settimane la cosiddetta “Fase 3” , quella del ripristino della normalità.
Come gli italiani, anche gli albanesi che vivono in Italia stanno lentamente tornando alle loro vite di tutti i giorni con una serie di problemi e di interrogativi, molti dei quali non possono essere risolti o avere una risposta senza una collaborazione Albania-Italia.
Questioni di cui il giornale tanto voluto dal Ministro Majko, la “Diaspora Shqiptare”, ha parlato direttamente con l’Ambasciatore albanese in Italia, Anila Bitri Lani, per avere un quadro più chiaro sui problemi e sugli interrogativi che riguardano la comunità albanese in Italia ma non solo.
Le pensioni
Sono consapevole del fatto il problema del riconoscimento dei contributi previdenziali in entrambi i paesi riguarda ampie sezioni della nostra comunità in Italia. Riconosciamo e apprezziamo la giusta pressione che arriva dalle associazioni albanesi, le quali hanno alzato la voce per trovare una soluzione a questo problema.
Dopotutto, si tratta di riconoscere il duro lavoro e il sudore che i nostri cittadini hanno versato lavorando qui. Questa tematica è sempre presente nei dialoghi con la parte italiana, fino ai livelli più alti. Di sicuro, diverse istituzioni dei due paesi sono coinvolte nella discussione per il raggiungimento di un giusto accordo. Vi assicuro che questa questione è in cima all’agenda bilaterale tra Albania e Italia.
Il Covid-19
Voglio sottolineare fin dall’inizio che la pandemia del COVID-19, con le sue dimensioni tragiche in Italia e drammatica in Albania, ha avvicinato i nostri due paesi. Il significativo atto dell’Albania di inviare in Italia due contingenti di medici e infermieri al culmine della pandemia è stato molto apprezzato dal popolo italiano.
Credo che anche i 500.000 albanesi che vivono e lavorano in Italia si siano sentiti bene dopo questo atto di solidarietà e gratitudine dimostrato dalla madrepatria. Devo dire che abbiamo affrontato una situazione straordinaria, quando dopo la chiusura dei confini abbiamo ricevuto richieste di aiuto da cittadini albanesi rimasti “intrappolati” in Italia, in diverse città, in situazioni difficili, e che giustamente volevano tornato a casa.
L’incapacità di muoversi fisicamente ha reso il tutto difficile per tutti noi. Tuttavia, siamo riusciti ad aiutare molti cittadini albanesi rimasti senza alcun mezzo di sussistenza. E’ un obbligo menzionare la solidarietà mostrata da tre personalità albanesi molto famose qui in Italia, Igli Tare, Lorik Cana e Kledi Kadiu, i quali hanno contribuito finanziariamente al sostegno di alcuni dei nostri compatrioti.
I passaporti
La decisione del nostro governo di prolungare la validità dei passaporti fino alla fine di quest’anno è stata immediatamente comunicata alle autorità italiane ed è stata seguita fino a quando è entrata immediatamente in vigore per gli albanesi che viaggiavano verso l’Albania, i quali non avranno più bisogno di lasciapassare.
Il rinnovo dei documenti italiani di soggiorno dei nostri cittadini in Italia, non sarà ostacolato dal fatto che i passaporti albanesi hanno prolungato la loro validità. Ma, naturalmente, in seguito, dopo che il nostro cittadino avrà rinnovato il suo passaporto albanese, dovrà rivolgersi nuovamente all’autorità italiana competente per modificare i dati e completare il fascicolo pertinente, secondo quella che viene chiamata l’integrazione della pratica.
E’ da chiarire che la decisione del Consiglio dei Ministri è un atto normativo volto ad aiutare e a facilitare, non costituisce una nuova norma. Se i cittadini si trovano in Albania, dove risiedono, dovranno rinnovare il passaporto prima di poter viaggiare.
L’intervista è stata originariamente pubblicata in lingua albanese su Diaspora Shqiptare