In un recente rapporto pubblicato il 20 Maggio scorso dal “The Global Initiative Against Transnational Organized Crime” sono state analizzate le caratteristiche degli hotspots della criminalità organizzata nei Balcani Occidentali, fornendo un’analisi delle ragioni che rendono questi luoghi particolarmente vulnerabili e attraenti per la criminalità organizzata. La ricerca sottolinea come l’Albania sia un paese non solo transitorio delle droghe, ma anche il produttore principale del cannabis nella regione. Tuttavia, l’articolo evidenzia in modo particolare la riduzione della produzione di cannabis e il suo sequestro in Albania dopo il 2017.
I Balcani sono ancora la polveriera d’Europa?
Il rapporto sostiene inizialmente che i Balcani non godono ancora di quella stabilità tanto ambita dall’UE. Negli ultimi anni, c’è stata una sensazione che “i Balcani occidentali fossero compiuti”, sia per l’avvicinarsi con l’UE e con la Nato, sia per la cooperazione regionale iniziata tra i paesi.
È stata forse un’illusione; perché i Balcani rimangono ancora un punto caldissimo. La crisi dei rifugiati del 2015 ha rimesso la “rotta dei Balcani” al centro dell’attenzione pubblica. La guerra in Medio Oriente ha spinto delle persone ad abbandonare la regione per combattimenti stranieri. I colloqui facilitati dall’UE per normalizzare i rapporti tra Belgrado e Prishtina sono falliti. In Bosnia ed Erzegovina, la situazione è fragile, poiché il paese rimane profondamente diviso secondo linee etniche. La situazione politica in Albania si è deteriorata, con il partito democratico di opposizione che ho deciso di far dimettere i mandati di tutti i suoi parlamentari.
Viene evidenziato in maniera critica che l’UE stia perdendo il controllo strategico della regione a causa delle ingerenze della Cina, della Turchia e della Russia. Questa preoccupazione è stata evidenziata sia nel rapporto del Governo tedesco inviato al Bundestag in cui si raccomandava l’apertura dei negoziati con l’Albania, sia da una recente intervista al ministro per l’Europa Michal Roth.
La posizione geografica rende i Balcani occidentali particolarmente attraenti per il traffico di droga, armi e persone. È un’isola desolata dentro UE. La regione è situata tra il più grande produttore mondiale di oppio, ovvero l’Afghanistan, e il più grande mercato per l’eroina, ovvero l’Europa occidentale. Sta diventando un punto di accesso sempre più importante per la cocaina, nonché un luogo per riciclare i proventi del crimine.
Le cause principali di questi hotspots criminali
La ricerca individua tre fattori importanti che contribuiscono alla creazione di punti caldi della criminalità organizzata. La prima causa è la posizione geografica di ciascun posto che si trova vicino alle località portuali, aeroportuali e valichi di frontiera, in modo di facilitare l’export/import.
Il secondo fattore è la vulnerabilità economica. Molti degli hotspots si trovano in aree che erano già depresse economicamente durante il periodo comunista o che hanno sofferto nella generazione successiva. In alcuni casi, gli hotspots si trovano in aree remote: lungo confini scarsamente monitorati o, nel caso di alcuni laboratori farmaceutici, in aree rurali isolate. Questo tipo di vulnerabilità si manifesta in questioni sociali come l’elevata disoccupazione (in particolare la disoccupazione giovanile e di lunga durata) l’emigrazione, i problemi di salute mentale (inclusi alti tassi di depressione e suicidio) e la diminuzione della popolazione.
Il terzo fattore, che è collegato ai primi due, è la weak governance. I politici locali hanno stretti legami con il partito di governo e /o gruppi criminali. Quelli in aree relativamente remote sono spesso sottosviluppati, trascurati dal governo centrale e dipendenti dalle economie informali per sopravvivere. I luoghi in cui questi tre fattori si sovrappongono hanno una maggiore probabilità di essere punti focali per il crimine organizzato
La posizione dell’Albania in questo rapporto
L’Albania e il Montenegro sono importanti punti di ingresso per la cocaina che arriva in Europa dall’America Latina mentre la Macedonia, la Serbia e la Grecia lo sono per la eroina trafficata attraverso la Turchia dall’Afghanistan. Le spedizioni arrivano principalmente in container verso i porti di Durazzo e Bar. Ciò che è forse più significativo è che i gruppi criminali dei Balcani sono attivi nella distribuzione di cocaina nell’Europa occidentale. Molti dei capi di questi gruppi vivono nei Balcani occidentali ove riciclano i loro soldi.
I Balcani sono una regione non solo di transito per tutti i tipi di droga, ma anche un importante fornitore di cannabis. L’Albania è stata il principale produttore di cannabis della regione. La principale destinazione della cannabis albanese è l’Italia, in particolare attraverso i gommoni. In passato sono stati utilizzati anche piccoli aerei. Secondo le autorità italiane, nel 2017 sono state sequestrate 90 tonnellate di cannabis provenienti dall’Albania. Altre importanti destinazioni per la cannabis albanese sono la Grecia e la Turchia, spesso attraverso la Macedonia settentrionale. Le città albanesi in cui si concentrano maggiormente i poli-criminalità sono Scutari, Valona, Tirana, Elbasan e Saranda.
Recentemente la città di Valona è stata scossa da un numero di omicidi che sembra derivare da battaglie per il controllo dei mercati al di fuori dell’Albania, così come da uccisioni di vendetta tra gruppi criminali. Si sostiene che l’attività criminale a Valona e nelle sue vicinanze abbia un certo grado di collusione tra criminali e polizia per la protezione di alcuni politici. Detto questo, l’articolo sostiene che sembra esserci stata una diminuzione importante nella coltivazione della cannabis a partire dalla metà del 2017 e un significativo aumento dei sequestri di droga. (pagina n. 6 del rapporto).