Il folklore albanese ha origini antiche e veniva tramandato oralmente. Ciò avviene in parte tutt’oggi. La tradizione orale è molto importante per la cultura albanese poiché componente fondamentale della trasmissione è “l’ascolto”. L’ascolto inteso come sentire sonoro e gesto, e come sentire profondo.
I caratteri sono diversi appartenenti a diversi generi ed ogni zona, spostandosi anche solo di pochi chilometri ha le sue modalità.
Il folklore, a differenza di una musica che richiede “stile”, è funzionale nella vita quotidiana e perciò più facile da tramandare oralmente. Appartiene direttamente all’uomo. L’Albania pur essendo di estensione geografica non vasta, ha un folklore ricchissimo e molto vario ed il più importante, originario per i Balcani, come ce ne parla, anche, il grande compositori ungherese G. Ligeti.
Il musico del nord Albania, accompagnandosi con Lahuta o Çifteli, racconta storie di guerra e morale, amore e vita, immigrazione e ritorno, a volte inventandole-creandole con grande abilità, risultando così il vero autentico “Racconta storie”. Le modalità sono ricche di originalità, profonde e viscerali e nel frattempo fluide. L’approccio vocale cambia significativamente in base allo strumento.
Al sud molto presente la voce sola o accompagnata dalla magnifica polifonia detta Iso. In origine erano canti a due voci e poi si aggiungono di media altre tre. Il o la solista intona in rima baciata le prime note, molto radicate nell’antichissima scala pentatonica, e poi subentra il tessuto polifonico che imita favolosamente la natura; a volte gli uccelli, a volte le onde del mare, a volte descrive le parole e a volte, solo suoni. Molto curioso notare la somiglianza con la polifonia della Sardegna che, a sua volta, rievoca i canti tibetani. Aspetto di somiglianza questo appartenente alle culture antichissime.
Nella danza ritmi tribali autentici pagani.
Danze apparentemente quadrate con movimenti lenti iniziali che portano verso l’esplosione, l’elevazione col crescendo organico uniforme. Danze con alte forme geometriche.
La musica folkloristica dell’Albania è considerata patrimonio dell’Unesco poiché contiene modi, scale, ritmi autentici soltanto albanesi e ha tramandato fino ai giorni nostri melodie, conosciuto in occidente come modi greci.
Questi modi erano, in parte albanesi ed armeni, ed in parte appartengono ad antiche civiltà come l’India (con i Râga), la China, l’antica Persia.
Attorno ad una tavola rotonda poco elevata dal tappeto di genere orientale, ricamato dalle nuove spose della casa, risiede il nonno; Rapsodo che racconta ai figli cantando la storia dei loro avi. Canta alla natura, canta agli animali, alla vita e alla morte, al valoroso, a colui che ha mantenuto la Besa (riducendola di tantissimo:la parola) proteggendola, se necessario, con la morte.
Canta in rima, e, a questa procedura, la lingua si presta magnificamente senza risultare banale.
Gli accenti, il lessico danno ritmo 4+3 ottavi, nove ottavi, 5/8, silenzi, riprese… dinamiche, intensità, volume potenza di tessuto vocale. Accade la sperimentazione. Poi…dolcezza e consapevolezza, amarezza e rinascita e poi… cala il sonno ed il pensiero per la giornata che verrà.
Si tende a credere di poterlo interpretare scegliendolo con volontà, non capendo così, che è il folklore a scegliere chi interpretarlo.
Alcuni dei strumenti più usati sono:
Zani- Zëri : la voce
Fylli: flauti vari come il Kavall (nelle zone di Gramshi) o Nay in Kosovo. Flauti piccoli e a volte doppi.
Çiftelia: strumento a 2 corde intonate a distanza di quinta o quarta. a volte a 3 corde. Ha cassa tonda e manico lungo. Strumento prevalentemente ritmico ma anche melodico.
Lahuta: a 1 corda fatta di coda di cavallo così come l’arco. La si suona a gambe incrociate appoggiandola su di esse e intonandola all’unisono con la voce.
Zurla: l’antenato dell’Oboe e del Clarinetto e del Sax. Doppia ancia strette. Viene abbinata allo strumento Lodra.
Lodra (Daulle): strumento a percussione di una potenza ritmica notevole. La si impiega nelle danze.
Dajre: strumento a percussione simile alla Tamorra del sud italia ma la si suona emettendo suono e non solo perquotendo ritmo.
Def: più grande di dajre. a volte con sonagli e a volte senza. Suono profondo e riflessivo.
Sperando di avere fatto cosa gradita, Robert Bisha e Aion Teatër