Non sapremo mai con certezza quando riavremo una pleiade di attori come quella che ha fatto la storia della nostra cinematografia dal 1944 al 1990, anno in cui finisce il capitolo del realismo e a cui sarebbe dovuto seguirne un altro, ancora più reale e vero, dato che “quella precedente era una storia manipolata”.
Non ho intenzione di fare polemiche sulla storia del passato del nostro cinema, ma vedere oltre questa storia fiacca e commerciale che certamente non soddisfa affatto i gusti educati e delicati della società.
Fatto sta che sembrano lontani i tempi – per non dire impossibili – in cui una simile elite tornerà sui palcoscenici dei nostri teatri e del nostro cinema. Staremo a vedere se le nuove generazioni avranno il coraggio di seguire le orme dei loro predecessori. Non resta altro che aspettare e pregare che quella passione possa far ricomparsa e che il nostro cinema torni a splendere come una volta.
L’apertura verso le altre culture europee e non, ci permette oggi di metterci in contatto con queste, per conoscere meglio le loro storie e per cercare di farcene un tesoro. Ma la cosa più importante è formare i nostri attori futuri, in grado di calcare anche le scene internazionali, sempre se sara’ possibile.
AlbaMono
Tempo fa, ho cercato di fare una prima intervista con l’icona della cinematografia e del palcoscenico albanese, il grande attore e regista Dhimiter Orgocka.
Nelle sue risposte sottolineava un fatto fondamentale sul ruolo dell’attore, ovvero che il teatro è la sua scuola più importante. Queste parole mi risuonano in mente ogni anno non appena inizia la settimana di uno dei festival fra i piu’ unici in Albania, l’AlbaMono, ideato e realizzato per la prima volta a Korça da Orgocka stesso.
Sono 16 anni che questa storia del monodramma va avanti; 16 edizioni e sempre interessante in tutte le sue giornate. Attori, registi, assistenti e gruppi hanno portato dai loro paesi esperienze indimenticabili e indelebili.
Oggi, dopo tanti anni dall’inaugurazione del festival, Orgocka afferma che il monodramma e’ una responsabilità dell’attore perché da solo deve muoversi sul palco e nello stesso tempo coinvolgere il pubblico. Un vero attore formato e con esperienza ci riesce sempre.
Anche questo anno si è ripetuto il miracolo del festival del monodramma dal 2 al 9 giugno, prima a Maliq – con l’inaugurazione nella riserva di Libonik a 3 km dalla città – per poi spostarsi nella città di Korça, presso la sala manifestazioni della Cattedrale.
E’ stato impressionante vedere tante istituzioni collaborare alla realizzazione e alla buona riuscita del festival: il comune di Maliq, quello di Korça, i Centro della cultura di Maliq e di Korça, la cattedrale ed il teatro A.Z.Çajupi.
Il primo giorno e’ stata l’attrice greca Hara Koliu ad interpretare una parte di “Una voce dell’uomo”. Il secondo giorno, invece, sono saliti in scena il teatro kosovaro con l’attore Lavderim Dushi, poi il teatro del Montenegro con l’attrice Andjelia Rondovic, quello di Mosca con l’attrice Valerya Likhoday, il teatro sperimentale di Tirana con l’attore Enver Hyseni, quello di Parigi con l’attore Gerald Dumont quello dell’Israele con l’attore Howard Rypp e in chiusura ancora un’altra troupe di Mosca, con Georgi Iobadze.
L’ultima serata nella sala piena del teatro di Korça, una performance straordinaria dell’attore russo Iobadze ha entusiasmato la platea e lo ha portato ad un trionfo personale con il primo premio finale votato dalla giuria e dal pubblico.
Un successo incredibile del bel teatro che secondo il direttore del festival, Dhimiter Orgocka, di anno in anno sta portando a Korça scuole teatrali sempre più importanti.
Durante il loro soggiorno a Korça gli ospiti hanno avuto modo di visitare musei, luoghi, business nella zona, hanno partecipato alla Festa delle rose a Pojan ecc. Impressionati dalla accoglienza e dall’ospitalità albanese, gli attori sono ripartiti per i loro paesi con la promessa che ci torneranno volentieri in un paese in cui la cultura e’ sempre presente in ogni passo che muovi.
Arjan Kallco