I primi ministri di Albania, Macedonia del Nord e Serbia si sono incontrati ieri a Ohrid dove hanno approvato una dichiarazione volta a migliorare la cooperazione regionale.
Il piano d’azione è basato sulle quattro libertà fondamentali dell’Unione Europea, le quali verranno implementate anche nei Balcani occidentali nell’ambito di quel che Edi Rama ha definito una “mini area Schengen”.
I vantaggi della mini area Schengen
Le quattro libertà fondamentali comprendono:
- libera circolazione delle merci: che prevede la soppressione delle barriere doganali e il conseguente libero trasporto delle merci tra Albania, Serbia e Macedonia del Nord.
- libera circolazione dei servizi: che si riferisce alla possibilità garantita ai cittadini dei tre paesi di prestare la propria attività in uno dei due altri stati alle stesse condizioni dei professionisti che vi risiedono, senza dover per questo stabilirsi nello stato in cui la prestazione è fornita.
- libera circolazione delle merci: che prevede tutte le formalità doganali tra i paesi a carico dei cittadini in transito e offre la possibilità ai lavoratori di svolgere un’attività lavorativa sul territorio di qualunque dei tre paesi.
- libera circolazione dei capitali: in virtù della quale si ha la completa liberalizzazione valutaria e l’integrazione nel settore dei servizi finanziari.
L’obiettivo è quello di favorire la creazione di uno spazio economico comune, facilitando così gli scambi e i movimenti di persone e l’afflusso di capitali e investimenti. A questa iniziativa, però, altri hanno detto per il momento no, come la Bosnia e il Montenegro.
Il no del Kosovo
Posizione differente, invece, per il Kosovo che – attraverso le parole del presidente Thaçi – ha ribadito di dover rifiutare la partecipazione a questa e a tutte le altre iniziative regionali fino a quando Bosnia e Serbia non riconosceranno l’indipendenza kosovara:
“L’unica visione per il Kosovo rimane l’adesione nell’Unione Europea e nella NATO. Pertanto, non vogliamo sostituire la nostra prospettiva euro-atlantica con alcuna iniziativa regionale. Quest’ultima non ha senso se la Bosnia e il Kosovo non riconoscono l’indipendenza del Kosovo.
Il Kosovo, pur essendo impegnando nelle relazioni di buon vicinato e nella rimozione degli ostacoli per la libera circolazione di persone e merci, non può prendere parte ad un vertice nel quale prendono anche parte stati che non riconoscono la realtà del Kosovo indipendente.” – ha scritto il capo di stato in un post su Facebook.
Alla creazione di una “mini area Schengen” si è opposto anche il leader dell’Unione Democratica del Kosovo, Isa Mustafa, il quale – sempre su Facebook – ha paragonato quest’iniziativa ad una “mini-Jugoslavia”.
Le dichiarazioni dei leader
“Il piano d’azione prevede un servizio di frontiera operativo 24 ore su 24, con la possibilità di libera circolazione con carta d’identità solo per i cittadini di questa regione. Permette, inoltre, facilitazioni nel trasporto di merci e il riconoscimento di documenti tra questi paesi con il solo obiettivo di aumentare l’efficacia nelle circolazioni di merci e di persone.” – ha dichiarato il primo ministro macedone Zoran Zaev.
Sulla stessa linea, il presidente serbo Aleksander Vucic ha affermato che l’iniziativa ha l’unico scopo di portare la libera circolazione e benefici economici alla regione.
“Questo rappresenta il futuro per i nostri stati e i nostri popoli. Non c’è alcuna Jugoslavia qui, ma solo una vita migliore per i nostri cittadini, più normale e di qualità, in modo da poterci muovere più facilmente. ” – ha detto Vucic.
Il premier albanese Edi Rama, invece, si è soffermato principalmente sulla non partecipazione del Kosovo, definendola una “auto-esclusione” dall’iniziativa che, a suo parere, è di grande importanza a causa dei numerosi vantaggi offerti.
“Non c’è nulla di nuovo in questo vertice rispetto a quello per cui ci eravamo già accordati negli ultimi incontri, ovvero la libera circolazione dei cittadini, senza code né controlli. Non si tratta di alcuna unione doganale.
Mi sono sforzato di creare un’unione doganale con il Kosovo, rifiutata dal governo dell’ex primo ministro (Isa Mustafa, ndr), che oggi parla dell’unione doganale jugoslava. L’iniziativa non ha nulla a che vedere con questo.” – ha dichiarato Rama.
Rama: il prossimo incontro si terrà a Durazzo
Il presidente del consiglio, inoltre, ha preannunciato che il prossimo vertice tra i tre paesi si terrà a Durazzo il 21 dicembre, sottolineando ancora una volta l’importanza dell’iniziativa:
“Voglio ringraziare Zaev per l’aver organizzato una splendida accoglienza. E’ scritto nel documento di Novi Sad ed è stato ripetuto più volte che la nostra idea non è quella di separare i Balcani occidentali, ma al contrario di includerli tutti.
Nel prossimo incontro a Durazzo prenderà parte anche il successore di Federica Mogherini, il quale sarà parte integrante dell’iniziativa anche in futuro. Il Montenegro e la Bosnia hanno chiesto tempo, mentre ci siamo accordati anche sull’inclusione del Kosovo.” – ha concluso il premier.