La mini area Schengen dei Balcani occidentali non potrà realizzarsi senza la partecipazione del Kosovo.
E’ questo quanto trapelato implicitamente dalla risposta degli Stati Uniti, che hanno sostenuto l’iniziativa ma al contempo hanno richiesto ai paesi coinvolti di includere anche il Kosovo. Linea di pensiero condivisa anche dagli analisti politici di Tirana e Prishtina, i quali – per Radio Free Europe – hanno dichiarato che la mini area Schengen deve coinvolgere tutti i paesi dei Balcani occidentali.
Nessuna conseguenza negativa
Il direttore dell’istituto per gli studi politici di Tirana, Afrim Krasniqi, sostiene che l’iniziativa della mini area Schengen non è stata preparata a dovere.
“Nel caso del Kosovo è stato commesso un doppio errore. Il Kosovo non solo non ha fatto parte del processo preliminare dell’iniziativa ma è stato anche criticato in dichiarazioni pubbliche ufficiali minando in una certa misura il rapporto del Kosovo con l’iniziativa.
Tuttavia, se questo processo viene allargato a tutti i paesi della regione e se considera alla base tutto ciò che accadrà nel dialogo tra Kosovo e Serbia per il riconoscimento del Kosovo nei Balcani, allora non porterà conseguenze negative. Al contrario, in futuro potrebbe rivelarsi un’iniziativa positiva.” – ha dichiarato Krasniqi per RFE.
L’idea della mini area Schegen, a suo parere, è sostenuta dai paesi occidentali soprattutto perché si parla della regione balcanica, ritenuta molto problematica. Domenica 10 novembre, i primi ministri di Albania, Macedonia del Nord e Serbia si sono incontrati a Ocrida dove hanno approvato una dichiarazione volta a migliorare la cooperazione regionale.
Un’opportunità di miglioramento
Da Prishtina, invece, l’analista politico Artan Muhaxhiri ha dichiarato per RFE che nessuna iniziativa dei Balcani occidentali è stata lanciata prima di aver consultato i paesi più influenti come Stati Uniti, Germania e altri paesi dell’UE. Lo stesso discorso vale anche per la mini area Schengen dei Balcani occidentali:
“E’ incomprensibile la dura reazione dei rappresentati politici del Kosovo, i quali, dopo le reazioni di Stati Uniti e Unione Europea, possono iniziare a pensare di accettare questa idea poiché non dannosa per il Kosovo.
Se il Kosovo viene presentato come stato sovrano e indipendente non ci potrà essere alcun danno, anzi potrà presentarsi l’occasione di migliorare diversi aspetti.” – ha affermato Muhaxhiri per RFE.
La posizione del Kosovo
Il premier albanese Edi Rama, nel corso del vertice di Ocrida, aveva definito quella del Kosovo un’ “auto-esclusione” dall’iniziativa. D’altra parte la risposta del Kosovo è arrivata attraverso le parole del presidente Thaçi, il quale ha ribadito di dover rifiutare la partecipazione a questa e a tutte le altre iniziative regionali fino a quando Bosnia e Serbia non riconosceranno l’indipendenza kosovara:
“L’unica visione per il Kosovo rimane l’adesione nell’Unione Europea e nella NATO. Pertanto, non vogliamo sostituire la nostra prospettiva euro-atlantica con alcuna iniziativa regionale. Quest’ultima non ha senso se la Bosnia e il Kosovo non riconoscono l’indipendenza del Kosovo.
Il Kosovo, pur essendo impegnando nelle relazioni di buon vicinato e nella rimozione degli ostacoli per la libera circolazione di persone e merci, non può prendere parte ad un vertice nel quale prendono anche parte stati che non riconoscono la realtà del Kosovo indipendente.” – aveva scritto il capo di stato kosovaro in un post su Facebook.
Albin Kurti si oppone alla mini area Schengen
Il prossimo primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, ha affermato che il vertice di Ocrida per la mini area Schengen doveva essere posticipato per aspettare la formazione del nuovo governo kosovaro sottolineando come l’iniziativa dovrebbe concentrarsi sui principi di reciprocità politica ed economica.
Il leader di Vetëvendosje, inoltre, ha invitato i funzionari di Tirana a rimuovere prima le “barriere” tra Albania e Kosovo prima di “tuffarsi” nell’iniziativa della mini area Schengen.